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arte, eros, poesia, versi, versi poetici
Tu sei la mia unica Lingua
e se mi tagli
sarò biforcuta
strisciando
come un serpente
sul tuo Uroboro
02 giovedì Giu 2016
Posted arte, eros, poesia, Senza Categoria, versi, versi poetici
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arte, eros, poesia, versi, versi poetici
Tu sei la mia unica Lingua
e se mi tagli
sarò biforcuta
strisciando
come un serpente
sul tuo Uroboro
21 mercoledì Ott 2015
Posted arte, composition, cultura, foto, immagini, ispirato, letteratura, letture, libri, libro, poesia, poesie, prosa poetica, prose poetiche, racconti, scritture, versi, versi poetici
inQuanto si piega, si sferza, si liscia, si ammoscia, si dirige nelle ghiandole e nel sangue, di giorno in giorno, nell’esausto caos del momento preciso in cui si ci accorge di essere ancora vivi, dopo ogni notte, alla suprema alba dei canti diurni che riconducono all’esausto desco del travaglio sull’asta del saltimbanco in perenne fuga dalla caduta voraginosa nella selva del cervo abbattuto durante la caccia sfrenata alla preda del mondo, un fantasma senza arte né parte a guidare il proprio baule in trasferte per vette e pianure di spazi che rigettano i corpi affilati dalla lotta perenne con la propria figura che si dirige di maschera in maschera verso sepolcri di mondo a conciliare baldorie e preghiere con giorni e notti a venire a supplicare una veste di pace sul soffitto inamidato del cielo che farfuglia canti che badano alla nuvola disastrosa in laghi di pioggia e lacrima di misteriosa fattura che infanga la terra di spermatica vita in divenire di orti e di fiori maldestri senza braccia e su un solo piede nello sguardo paralizzato delle loro croci a corona del cerchio dell’esistenza mutilata dei fiori per belletti ad inutili altari di sandali tripedi per santi che portano la pace nel cuore di una croce o di una moschea o chissà quale tempio per nuove sante guerre che vorrebbero decidere del tuo destino celeste, quando il colore è una nota iridescente, iris spietata che investe l’umano della costosa fatica di stare al giorno svegli alla luce dei giorni, iris dell’anima sola e disfatta che non prega che il diritto alla separazione dal matrimonio con il corpo terreno e si esalta di momenti di fulgida estesi in abbracci spietati con l’etere eterno in ogni momento di rara unica sacra e sfuggente ventura di gioia, riposta nell’unica carne che ci possa rendere immuni dal fuoco del mondo, il corpo astrale nel viaggio verso ritmi di armonia che non sono mai negati a nessuno e costelleranno l’essere nella notte dello spirito, quando tutto si consumerà nella pace del respiro che dissesta le membra alla sincope sicura di inspirazione ed espirazione della terra, dei fiori amputati che stillano gocce di profumi per arti parzialmente invalidi come quelli della memoria, che si consuma oltre la soglia al cigolare della messa eterna sull’altare del palco che imitatori di sagome consumeranno esperte di battute a dare le voci più grandi ai più piccoli nella genesi di ogni creatura plagiata da madre e padre terra, in una lingua che solo in pochi, superato il buio, sapranno pronunziare e non lallare per parlare con la forza che conviene alle creature senza corpo del vero cielo umano in terra
05 lunedì Ott 2015
Posted la legge del buio, letteratura, letture, libri, libro, poesia, prosa poetica, prose poetiche, scritture
inLa mano non è solita abitare lo spazio fra il rimando di un sogno e l’offerta di una certezza, perché è tutto di sogno il viaggio in questa metropoli di mezze misure e piazze di letti ancora sussurranti un calore che non ti ha saputo ancora una volta scaldare la notte, sino al giorno in cui tutti i giorni non sono che pennellate di notti, abbandonate al fluire stantio di un diario dell’oblio che segue il decorso della malattia di restare appesi ad una vita, che sia o meno vita lo sai dalla certezza imposta al tuo umore che ti stacchi di dosso come sughero e ti lasci sanguinare fino alle ginocchia ogni volta che il calendario ti ripete la sequenza dei giorni, degli anni, dei mesi che restano depositati sul fondo di un decanter per liquidi che di te stesso dovrai ingerire per sublimare l’assenza della vita, che scorre sola, con il ritmo del fiume e non si lascia bere né intendere per mezze misure se non nel costrutto che intendi affidarle nell’ennesimo solito stratificato progressivo buio di avanzi di piatti e pietanze buttate sul fosso dello stomaco di ferro che prima o poi farà ruggine anche esso cavalcando fra le sondabili progressive ipotesi di ciò che non potrai più permetterti di ingerire in veleni di terreni materiali senza sostanza di forma e peso e massa superiori alla tua stessa massa e portata e il lento rifiutarsi delle labbra di agire con un morso o solo una parola ti cadrà nella pancia più forte di ogni pasto e con maggiore certezza saprai di essere sazio di tutto questo.
Con la magrezza dei fantasmi ti trascini sul sepolcro dei giorni e passi la notte in un bianco dove non c’è spazio che per l’immobilità, la stessa immobilità che ti strascichi addosso da quando non hai più tempo per i tuoi giorni, imbastendo di buio e sua legge ogni gesto di pura sopravvivenza che si esprime con un lento dialogo fra te e il buio medesimo, dove il buio è solito tacere e flagellare di silenzio ogni coro andato perso bambino e se il bambino piange è solo e non ha lingua, ma lalla il canto del buio che si trasforma in verso di poesia e canto quando per quanto non saremo seri gli daremo una voce che sappia ridere e gioire del confine fra buio e luce, fra angelo e diavolo, fra bestia e umano con la metafora della favola della scoperta del fuoco sempre viva e prima in caroselli e reclame di limoni spremuti come spicchi di giorni che acidano l’accidiosa impotenza e assenza di glucosio di un diabetico senza arti che ha perso anche l’ultima mano nel riflesso del suo stomaco malato e ormai scrive di saliva il cuscino della morte che l’accamparrà fra il sonno e l’oblio dei farmaci in un ennesima adolescenza alla morsa fra il volere e il volare oltre la morte che solo l’infermiere che rifà il letto potrà segnalare alle autorità senza autorità e all’autore senza spartito per lo sparuto chiodo ennesimo distaccato dal muro che ha perso il ritratto del vostro ennesimo sosia.
25 martedì Ago 2015
Posted la legge del buio, prosa poetica, versi, versi poetici
inIl buio è l’origine.
Di ogni sogno. Di ogni incubo.
Di ogni rito al fuoco dell’anima circondata dal buio sovrano.
Siamo la discendenza di un buio creatore che persiste nel buio e che non vuole farsi luce.
Posso solo esorcizzare il buio. Questo è in mio potere. Ribaltare una prospettiva di buio in una visione di luce. Ma quanto durerà questa luce? Ogni luce ha una carica che si esaurisce ad ogni nuovo esorcismo di buio. La storia dell’uomo è una storia di buio illuminato da luci illusorie, che vengono spente nell’istante in cui nasce un nuovo fuoco fatuo alimentato dall’anima di una presenza che si è ingigantita nel buio con la forza di dottrine categoricamente spente da altri fuochi illusori che non danno che la somma all’intermittenza nel buio sovrano che è origine e fonte e traguardo di ogni vita.
Tutta la passione a far divampare fuochi che si spengono come il fuoco di ogni amore.
Ogni leggenda è una traccia che brilla anteposta ad un’altra leggenda che segna la mappa che illumina il cielo buio.
Come un oroscopo di stelle che l’oracolo scruta per sfuggire alla legge del buio.
Ma quanto è instabile una sola stella nel cielo, che si spegnerà, comunque.
Ma quanto vana, ogni profezia, ogni teoria, ogni esorcismo di questo fosco e nero buio,
forse un buco nero che attrae ogni luce possibile, senza lasciarne traccia, ineluttabile.
Certo pesante, il buio. Ma non meno della luce.
Al buio nascono sogni di luce, ma alla luce non resta che il sonno e nessun sogno.
Il buio è tanto sottile che nessuna metafisica lo può afferrare.
La mano vaga nascosta da una mano magica che le regala la potenza.
Là dove nel buio ho già rinunciato alla mia mano e mi copro questo corpo di fuoco
con la medesima sostanza di buio che è plausibile a queste notti di viaggio nel buio.
Viaggio, cammino, notte eterna di una vita per un corpo di luce nato dal più totale buio.
Se ho trovato una legge che mi ha fatto esistere in ogni dove e per sempre questa era una legge di buio.
Mi specchio negli alfabeti bui, che mi danno la coincidenza della mia esistenza in ogni cammino terrestre e che co-incidono la mia vita con segno indelebile e buio sulla mappa del viaggio.
Solo allora mi vedo riflessa in un passato che è presente ed è futuro e per quanto sia mistero nel buio è comunque “visibile”.
Mi faccio poi talmente sottile di buio nel giorno e nella luce, per convenzione, da tornare invisibile a me stessa per non accecare con il mio fuoco l’altrui buio.
Ma mi resta il filo presso ogni punto che ha segnato il mio corpo col cuneo del buio.
E mi resta questa filosofia del buio che mi accende lo sguardo negli illimitati che mi fanno viva e mi danno compimento e compito.
Io sono la buia coincidenza. E ‘ la prima forma di conoscenza per il persistere nella legge del buio. E per leggermi nel buio senza caso buio.
18 giovedì Giu 2015
Posted poesia, prosa poetica, versi, versi poetici
inIl mio canto è buio.
Il canto del mondo è un canto buio.
Quanto d’oscuro nella pinacoteca dell’essere a memoria ogni giorno
una notte che è un giorno,
dipinta di un fragrante rombo oscuro che cela ogni volta, volta celeste,
volto di scatto una pagina a riguardo del confine fra buio e luce
e resto confinata nello sguardo, e nel riguardo, cosa ho visto?
Forse la somma sulle carte da gioco, un gioco al buio,
una apertura a mani nude dove tutto è anello
e nudo è tutto ciò che mi resta di questo gioco aperto al buio.
Ho vinto la mia nudità, posso specchiare i miei occhi nel mio buio,
posso aspettare un abito per uno scostumato e quanto mai eterno mordere il buio
sotto l’albero della sapienza, dentro gli anelli dell’albero, cosa, se non memoria?
Non ho ricordi di luce, ma di anelli di luce nella costanza del taglio dell’albero,
sfrondo, piallo, levigo, tocco con tocco di buio a mano morta il mio bottino di gioco.
L’anello che mi lega a te è il mio patrimonio nel gioco del buio.
Catene concentriche di anelli, come fossero occhi negli occhi,
e sincronici sguardi in un presente onnipresente: la vita mi ha dato in regalo
l’anello nel buio. E posso accecare di lusso il mio buio con l’anello del mio occhio segreto
ogni sguardo inciso sulla pietra del mio anello.
Faccia sfaccettata di una pietra che è la terra che calpesto
e che porto nella testa e nelle mie mani.
Ma quante mani ancora? Chi spezzerà l’anello?
Si spezza l’anello se il gioco non è un gioco ma c’è una regola ed un padrone del gioco: buio. Il gioco. Si specchia in uno sguardo che ruba occhi per ciechi.
Chi lo ha mai visto?
Il mio occhio vigila terzo, le mie seconde labbra origliano, il mio primo istinto
è un buio che apra alla luce.
Ora non è chiaro ciò che dico
e mai lo sarà, perfino agli amanti nel buio.
Chiaro lo scuro di un oscuro fra gli scuri con la scure che spezza l’anello.
Taglio.
Inciso.
Non è sangue che mi aspetto, ma è il sangue che mi aspetta.
Fino al sangue che arriverà fino alla legge del buio.
Circolazione. Cuore che spasima per una ancora notte.
Ed è il buio.
18 giovedì Giu 2015
Posted poesia, prosa poetica, versi, versi poetici
inQuanto più di cielo comprendiamo, compresi dal buio ubiquo per da lontano e onnipresente da vicino.
Onnipotente cielo che ci siamo riusciti a rovesciare nella vita di terra in un ingresso
che era un’anticamera per ogni rito della vita di casa
quasi fosse stata casa nostra a preparare le scale al cospetto di una necessità di salvezza
dinanzi al dovere di dare spazio allo spazio che ci fa essere spazio con lui e sotto le regole di ogni cielo.
Cielo che cielo!
Sospetti ad ogni nuvola e c’è il sole, ma chiedo la luna.
È la promessa che faccio al buio di rimanere sempre in tempo per lo spettacolo del black out che mi darà un podio d’argento
mentre l’oro del cielo si fa in terra
la rappresentazione di tutto ciò che amiamo,
a raggi che ci comprendono a seconda
del tipo di amore che mettiamo in accordo con Luce,
ma è buio che ospita Luce
e sempre più cara è la corrente di una lampada da sfregare per realizzare i sogni quando è buio a far da padrone
e anche se non è il buio
per grazia di una Grazia concessa come miracolo
è il miracolo stesso che è buio.
Dunque non c’è uomo di luce che non sia uomo di buio.
Dunque luce lucente di disco in discorso di punta sta per ora nella legge del buio, legge di punta, puntare un dito al cielo nel buio e a riveder le stelle, forse, se è abbastanza buio.
A rivedere le stelle!
A rivedere le stelle a costo o senza costo di quanto circuito.
Scintilla ogni nome sulla mappa della terra e non pesa alcun assenza di segnale in assenza di gravità.
E pesa l’assenza nella sua gravità. Vago. Vago?
Sorge il dubbio, illuminando il buio, nello spazio vuoto.
Nello spazio.
Vuoto.
*( A riveder, le stelle! )
09 martedì Giu 2015
Posted poesia, prosa poetica, versi, versi poetici
inPresenza in assenza di chiarore
per il raggio che mi comprende senza svelarsi di raggio.
Ciò che resta,
ciò che sono
è una icona fiorita di buio nella luce incommensurabile.
Mi riparo nel buio che mi è concesso
e solo allora posso destreggiarmi come ombra fra le ombre
nell’idioma castano che mi porto appresso, perla nera di una collana
che si scuce di giorni luttuosissimamente amorevoli, nella farsa della penombra
che si dispiega ai contorni di sagome per occhi velati
che riparano dal Sole prossimamente al lusso di caverne oscure
dove scandaglio la bruma nell’onice puro di un respiro prossimo
al respiro più stolto, analfabeta di gloria, agli albori di ogni possibile albore
opaco e sereno nel mistero intellegibile che mi dà nome e vita.
Porto processioni di candele dinanzi al mio dio e io sono la candela che si consuma.
Porto il mio fuoco dentro e non ne scorgo lampo fuori da me,
fosco astruso barbaro ignorante nel mondo
come il mondo che mi ha messo al mondo
e di ogni mondo io sono il tetro incomprensibile crepuscolo
che si spreca di fede per ogni legge del buio che mi ha dato la luce.
Il mio credo sfavilla orchestrato dal più sincero dei miei perché
e il mio perché è un’isola di buio senza voce.
La lettera che mi comincia non conosco.
La lettera che mi conclude la ignoro.
Nel frattempo una successione di caratteri che mi fanno da carattere
inchinati nella pece di un inchiostro che non osa parlare
che del mio mistero tanto teneramente agognato.
Del mio mistero io sono il perdono nel buio
e del buio io sono il perdono alla luce delle mille e una notte
che mi racconto nella insolubile legge del buio.
Sarà una favola a lieto fine?
04 giovedì Giu 2015
Come ringraziare la legge del buio se il buio mi legge?
Diremo che al buio io sono una presenza, un fantasma.
Il buio è più luminoso della luce del sole,
per quanto siano sole tutte le presenze che distano più dal
Sole che dal Buio.
E’ questione di statistica.
Siamo i figli del buio e ci brillano gli occhi, al Pensiero.
Nel buio il pensiero è fantasia, inesauribile.
Nella fantasia il buio si colora di ricami di originale fantasia.
Nei miei occhi brillano le stelle che cadranno al buio.
Il buio mi legge quando sto per cadere.
Basterebbe una spinta e giù,
perderei ogni luce che abita i miei occhi scavati nel grembo buio
di ogni madre,
che mi precede nel buio e che nel buio trova rifugio.
Chi fotografa il buio una volta
lo porta nel cuore per sempre.
Il buio mi morde, ma il buio mi dona.
Mi dona alla luce che non mi morde come il buio,
ma che mi scava una porta per rifugio.
Siamo i profughi del buio, alla luce, e combattiamo la nostra guerra
da illuminati, se conosciamo la legge del morso del buio.
Ho un capo buio addosso, quando mi parla l’Amore
Ho una corona di stelle sul capo del buio quando sono Amore.
Se spengo la luce sono certa di ritornare alla luce,
attraverso il buio.
Attraverso buio.
Sono di buio se tu mi leggi la notte in pieno giorno
ed io mi accendo di fuoco vivo per cibarci,
Mangiastelle, occhi grandi,
pupille.
03 mercoledì Giu 2015
Posted poesia, prosa poetica, versi, versi poetici
inSagoma di un soggetto smarrito nei ritagli di un teatro
maschera che non maschera
l’opera della platea
di cui ogni viso è il tuo viso nell’arena della battaglia
dove sgorgano furenti le urla e di baccano invidioso,
si perde la vista nell’occhio del ciclone, ad ogni palco
che rifugge la grazia di un sonno ombroso,
quando Domino domina la scena e l’occhio è tutto
tutto ciò che si può tradurre in originale ed in origine
poi cosa non è
se non buio
sin dal principio,
cuore nero trafitto di pallidi strali di sole
ricadente nel letto di Notte
narcisistico amante di etoile
stella cadente dal primo respiro
autodesiderante
che l’emisfero su cui poggia
ricolmi un secondo emisfero
piedistallo o colonna
di un nuovo Mondo
nato da un buio capovolto
in Pace.
Prestami la pace, come la luna si presta al buio
e come essa nasconde ogni stella diurna
riposami il respiro quando esso finirà
di consumarmi la vita.
03 mercoledì Giu 2015
Posted poesia, prosa poetica, versi, versi poetici
inSuperstizione, Michelangelo Antonioni (1949)
Ci sono occhi che riparano occhi.
Buchi neri come di pupilla che attraversano ogni superficie
senza copiare felicità, versano la moneta degli occhi
come vogliono le mosche agli astanti
per lasciarti solo nel vitreo
dell’occhio di bue
se la luce è ancora amica
di qualche proscenio
se hai ancora la tua parte di buio da colorare
con un cono da parentesi teatrale,
prima che ogni buca parli
la lingua di ogni buca
sgretolando i fossi dalle croci trapiantate nelle corde
della memoria, nel sovrasuolo parlante che odi nelle feste dei morti
che sono i nostri secondi e terzi nomi
che sono i nostri secondini a noi antecessori
stretti nei palmi non più i visi, ma le voci
nella balera che sovrasta la camera
ed ancora non puoi salire
a nessuno scatto è data l’apertura di una porta
sulle terrazze di coloro che furono i vicini.
Ma chi di scala perisce di scala ferisce
innalzando il tuo essere all’epopea dei superstiti
vai sganciando gli occhi da Euridice
ad ogni quasi notte della tua vita.
E’ la legge del buio
specchiarsi negli spettri di ciò che non siamo
abitare tutta la galleria di un museo
senza conoscerne il pittore.
Solo il nero fra le mani
fra mille soli neri fra le pagine
con la medesima successione di numeri irrevocabili
voto d’altri tempi
per il miracolo della vita
ad ogni immagine e somiglianza
d’occhio e croce
03 mercoledì Giu 2015
Posted poesia, prosa poetica, scritture, versi, versi poetici
inL’eclisse, Michelangelo Antonioni (1962)
La legge del buio non è dettata da notte alcuna.
Il riposo non è paura degli occhi,
ma spesso la vista è così vasta che il buio vince la notte.
Ecco che l’eco di una o più voci, un ritornello che ritorna
richiama alla memoria quel tanto di nero che ebbero le pupille
sganciate dagli occhi, senza colore, o, se si vuole
temporale d’iride, tutte le iridi non fanno una pupilla
quando il riflesso è solo nel vetro di un quadro,
sia esso l’universo di un pavone come un poeta
che stacca una piuma a favore dello sguardo animale
che soprassiede ogni cosa che siamo
ed il primitivo nero si fa percossa agli sguardi
e non posso dirmi cieca
se leggo fra le righe del tempo
ciò che sono stata, ciò che sono,
quando arriva ciò che sarò
nella tempesta delle statue che portano i copioni
a svolgersi come deve svolgersi un copione
anche dietro ai cori più alti, non sarà che commedia
una cosa ridicola, sempre più imbarazzante per quanto semplice
nel proprio orrore perpetuandosi.
Dite a colui che mi ha scritta che ogni verso si ripiega
e torna.
Dite che le lettere non trovano più spazio nel foglio:
è caduto l’inchiostro sulla parola “Amore”.
Non c’è copista che mi legga intera
sin da quando sono venuta alla Luce
ci sono bozze e brogliacci da recitare a braccio
ed ecco che io perdo la tua mano.
Li ho visti sulle scale a bestemmiare su tornei
di lancia, a tirarmi i dadi dell’esistere,
fino a moltiplicarmi i punti sui dadi affinché non avessi pace.
Le finestre parlano chiaro.
Le finestre parlano scuro.
Se mi ritiro per un giorno di dadi forse non cadrà nessun punto.
Se la macchia sul foglio ha consumato ogni favola, non ha cancellato la leggenda.
30 venerdì Gen 2015
Posted poesia, versi appunti ritrovati, versi poetici
inTag
nei tuoi occhi la via
per camminare
Giovanni Pascoli, Patria (da Myricae)
sono quella che vedi
e ti sarò riflesso
oltre il mio sguardo
perché i tuoi occhi
sono il filo d’Arianna
d’ogni pensiero
nei labirinti
di una mente
che lega il flusso
al punto di un filo
con nodi alla tua gola
ad ogni respiro vivo
del coraggio di vivermi
29 giovedì Gen 2015
Posted poesia, Senza Categoria, versi, versi poetici
inTag
Tienimi nel presente
perché per il mio quadro
non c’è alcun futuro
oltre i tuoi colori
08 giovedì Gen 2015
Posted poesia, versi, versi poetici
inTag
Ho scucito le capriole del marmo
per una tua immagine
una misura dei tuoi occhi
che mi sbuccia le braccia
d’ogni mare natio
nella genesi delle fontane
che mi sono il sangue
vivo del colore
d’ogni sacrificio compiuto
per arrivarti qui
dove incido il mio cuore
ai piedi dei tuoi suoli
per scenderti gli abissi
d’un oceano di sguardi
rossi di tramonti
dove il sole vendica
ogni futura notte
lontana da te
che hai rinchiuso il mio futuro
nel disegno di una bellissima perdente
18 venerdì Lug 2014
Posted foto, poesia, versi, versi poetici
in05 sabato Lug 2014
Posted poesia, versi, versi poetici
inTag
Tengo il passo
e non posso attraversare
passione
senza che la passione
mi consumi
La morte ha le radici nelle radici
e i rami nei rami
e fiori
per ogni angolo di terra
di un cammino
a cui dici
passo
E non posso attraversare
passione
senza
trapassare
23 lunedì Giu 2014
Posted poesia, versi, versi poetici
inTag
Eppure quanta grazia in tutta questa decadenza.
scivoliamo giù per le colonne degli astanti alla nostra anima
siamo un corpo speciale
per il pericolo
vigiliamo il fuoco
prima di spegnerci
come vestali
in caduta mai libera
mentre ci scendiamo
senza arbitrio
arbitrati
dal passato
di un pilastro altro
cui si fece templio
nella città sacra
del nostro libro
intuendo la pagina
dall’occhiello
e dall’occhio più limpido
fra le nuvole
Mi sono data un voto
per la tua bellezza
19 giovedì Giu 2014
Posted versi, versi poetici
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per peripezie
in tappezzerie
di sceniche seccate
in un colpo
si ripetono gli occhi
sul futuro
si chiudono
al passato
quando il sole è precipitato
in ogni simbolo
che è un colpo
al cuore
antenato
sul fresco muro bianco
delle nostre stanze
immacolate
14 sabato Giu 2014
Posted versi, versi poetici
inTag
ti lascio il soffio nella brezza dello spirito goduto in un singhiozzo di gioia inumidito
10 martedì Giu 2014
Posted foto, poesia, versi, versi poetici
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07 mercoledì Mag 2014
Posted prosa poetica, versi, versi poetici
inAbito in un cortometraggio perché finirà presto questo spezzone e poi l’altro per segnalazioni occasionali in posti grevi del mio petto cuore a cuore nel ghetto della ragione con un milione di euro per mille milioni di scuse alla mansione di creatura naturale e triste come un bambino abbandonato a sé stesso adesso adesso che mi libero di persone ingombranti e pesanti che riempiono piatti e cercano fortuna come te nel mondo quadrifoglio trifoglio bifoglio foglio penna e per andare avanti una buona scusa
07 mercoledì Mag 2014
Posted poesia, versi, versi poetici
inTag
t’avrei dato nome a fuoco lento
come di fiamma che non brucia
ma cera d’intorno alla luce che c’era
e cera e c’era mille volte ancora
potrebbe per ipotesi che tu ti avverassi
nei sortilegi del calore che sciolgono le reni
e tremi se ti dico che ancora posso
creare questo fato di magia d’afflato
o con il fiato spegnere tutto
sul bordo ormai dimenticato del letto
ed accendere solo una candela a lutto…
07 mercoledì Mag 2014
Posted poesia, versi, versi poetici
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Tremula
come il ricordo
di una felicità
questa luna eclissata
dietro sipari di luce propria
alla compagna sfera del giorno
che già nascosta nascondeva la notte
le acrobatiche stelle delle orse
su carri rotanti al bagliore di sole
il carico delle messi estive
senza estasi e stasi ma fatica
traccio il mio orto concluso in terra
e mi perdo per le vie
di un travaglio senza figlio
di alcun dio che illumina
la mia strada percorsa nella febbre
della sera di mezzogiorno
al fuoco delle rose di maggio
sposa di un cielo minore
cala sipari di nuvole
pensieri di sparizioni
accoglie un raggio per ogni
perimetro di mano
che mi darò di mano
celebrando il mio matrimonio con me stessa
05 lunedì Mag 2014
Posted poesia, versi, versi poetici
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In un volo sincopato dalle nuvole
ove l’occhio racchiude il recinto incalpestabile
trottolerò leggerezza dalle ali degli uccelli
nelle danze di soffitti ricolmi di cose
di case di pensieri a lume di sole
e notti di lune cangianti dense come marmi
cesellando la ragione che mi porti ancora
avanti e sopra i cieli sarà il mio nome
dove la piuma si stacca riattaccherò la mia parola
veste di psiche che fluttua sulla vita
se mi manca il verbo non è che un peccato
a cui chiedo un perdono fedele come un cristo
l’ultimo al quale abbiano steso un cielo in terra
mille e mille rondini di ordini eterici
battono le ali per avversare la terra
batte il mio cuore per attraversare la mia altezza
nella misura in cui mi sento sollevata
per ogni mio gesto teso all’apice
nella vertigine di ogni caduta
che siamo
02 venerdì Mag 2014
Posted eros, poesia, versi, versi poetici
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Magma che esala un apostrofo
per non morire di freddo
dopo il primo lallare
dammi una lingua da baciare
fiamma che esala
il silenzio
di una nanna
per portarti a letto
come una mamma
dopo tanto calore
01 giovedì Mag 2014
Posted poesia, versi, versi poetici
inTag
alle nostre spalle
nient’altro che prati
tentati, vissuti, giocati
o mai percorsi
questa è la terra
24 giovedì Apr 2014
Posted poesia, versi, versi poetici
inTag
Guardare il fiore
da una angolatura
che non è di terra
che non è di cielo
che non è possibilità
né di crescere
né di giacere
fiore
ma forse piovere,
ancora
sulla primavera finita
che non frutta
23 mercoledì Apr 2014
Posted poesia, versi, versi poetici
inTag
Ti ricordi
che faccia
che facevi?
La vedi
la faccia
che hai?
forse un discorso non potrà neanche salvarti
ma una lettera sì
21 lunedì Apr 2014
Posted poesia, versi, versi poetici
inTag
Tremano le armi d’un affetto mancato
nel bianco che bianco resta
come la morte su un lavoro incompiuto
scriverei di rosso questo se fosse un lamento
ma il sentimento ha già lasciato la fossa
alla più bassa delle prese lacrimogene
di questa camera a gas
dove si esala un respiro
in incipit al funereo mantello
che nero non s’appaga
dell’inchiostro versato
nel bianco che bianco resta
resterà forse il mio, il vostro nome
sulla chioma sbiadita
d’una candela come d’un santuario
che nelle mani di mille figli
esploderà come una bomba
nel loro battito sincopato
dell’amor esploso
in aria
16 domenica Feb 2014
Posted poesia, versi, versi poetici
inTag
Miele grattacieli
su lune che si stagliano
come zuccheri a veli
zollette dolce mondo
cotogno e di glasse
inzuppare la lingua
nel dolce elisir
e finir
mai
di gustare
la tua vita
13 lunedì Gen 2014
Posted poesia, versi, versi appunti ritrovati, versi poetici
inTag
Ti ripasso lo smalto
dall’alluce
nell’inchino
quando
siamo l’ uno nelle mani dell’altro
e guardiamo i piedi
sbattendoli forte in aria
suscitando applausi
in indice
12 domenica Gen 2014
Posted poesia, versi, versi appunti ritrovati, versi poetici
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Quanto d’amore mancato…
“The Mechanics of Love” (1955) – Willard Maas & Ben Moore
30 lunedì Dic 2013
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Rintocco sola
per tutti i miei soli
ma resto sola
per te solo
che sali
le scale
dei cieli
per scendermi
stella
con ciglia
dedsideri
22 domenica Dic 2013
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Mi regalerei mille stanze
e spazi a riverbero
di giostre di porte
di varchi a decori
più vive dei fiori
in mostre di stagioni
a sole e brine
ragioni di
rugiade d’ un calore
che solo la corte
degli occhi
non smette
alla corte mia
d’amore
infinita
02 lunedì Dic 2013
Posted Gianfranco Fabbri, poesia, versi, versi poetici
inTrovammo, giù oltre le vecchie scale della fonte, un giovane tenente morto da due giorni, con il torace sconvolto dalla mina;
lo squarcio aveva avuto ragione del costato; cuore e polmoni più non si conoscevano sovrani di se stessi;
l’occhio, spalancato oltre l’umile fissità, era lo zimbello delle mosche pazze di vita.
Qualcuno venne – tirò su quei resti e li avvolse in un lenzuolo d’incerato.
Vedendo la compagine sparire, ci sentimmo più poveri e della povertà sicari.
25 lunedì Nov 2013
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Cascate a Misteri
Cascate di Misteri
tutto
è domani oggi e ieri
e non c’è confine
fra gli atti
dell’esecuzione
al processo
della processione
fino al rovescio
di ogni tempo
infinito
08 venerdì Nov 2013
Posted poesia, prosa poetica, versi, versi poetici
inLa rotta a tutto non può che ricomporsi in spezzoni che sfasciati a ogni nastro la parte del pezzo la scheggia in un ritaglio di brano spartito ci vuole la scheggia ed il tocco per il servizio d’articolo determinato a tempo indeterminato luogo comune a chiunque eppure solo per pochi uscire dalle righe trovare la linea ed il fregio per solcare ogni fila e passare davanti davanti davanti in fronte averlo scritto
03 domenica Nov 2013
Posted poesia, prosa poetica, Senza Categoria, versi, versi poetici
inper tessere al parco filo club l’entrata in una nuova room in un saloon contavamo gli attimi e poi i secondi primi dopo primi noi x terzi in periodi distanti d’istanti stanti tanti stenti quanti i lenti calanti concatenanti le perle ed i punti dei pianti issati sui colli preziose le strette dei denti sul riso mondato mandato dal cielo
miracoloso ad ogni fine che è confine di un nuovo fuso e uno filo nodo in gola per una trama quanta storia gloria e miseria della materia lo studio di una puntata sulla bandiera e sulla luna per un marziano e bach che suona mentre muore il gas e l’acqua che sbolle nessuno la sala e non sale più niente non sale più niente non sale più niente scendono tutti giù sempre
03 domenica Nov 2013
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Piove
dolce cupola di livrea paradisea
le tue parole sono un’idea
per resistere ad un’ epopea
come l’amplesso fra un dio e una dea
come il fiato di un maratoneta
26 sabato Ott 2013
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Siamo macchie nere inchinate
sulla morte della piuma più alta
19 sabato Ott 2013
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L’autunno e un paracadute
per pareggiare le note
su questo spartito
sulle corde
di strumenti intonati
alle arie del tempo
che non si dà arie
di avere motivi
ma solo il dovuto decoro
al battere
18 venerdì Ott 2013
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16 mercoledì Ott 2013
Posted poesia, prose poetiche, versi, versi poetici
in“Rapsodia di Satana” (1920) – Nino Oxilia
Mi svelasti delle tue coste accavallate su una pagina ancora chiusa ch’ora io t’introduco con le onde di una prosa di mani oceaniche che esondano argini e si propagano concentriche al plesso del nodo di una tela di bastoni dritti coralli rossi la barriera che io sfondo sul fondo pirata dell’alto, del basso, di cartografie di piedi e di podi di nodi e di nodi nella mia tessitura a miliardi di luce di suono di tuono predetto dal fato di un segreto nato nel ventre nel mentre s’accoglie il reato di un ratto e resti rapito incantato dal fiato sospeso strozzato dal giro di boa del serpente sibilante che t’ha sigillato, siglato, sussurrandoti notti e notti ancora e ancora al viaggio calato che t’avrebbe portato nella terra del nostro peccato che avremo sorvolato e poi ancora sceso, scalato, nel colore e nel suono, nel timbro
di un vincent dall’auricolo mozzato, spiraliformi stelle del creato che estorcono il fiato per portarlo lontano fino al coro serafico di un santo dalle reliquie custodite del ventre di una rocca che benedicono l’acqua con cui berrai il mio vino robusto, fusto di legno pregiato calafatato per rotte ebbre di battelli a divenir e dì venir completo fra folle lunatico fanatico solare estatico da morire dal ridere questa temperatura e temperanza e temperamatite e temp’ era matite e temp’ era e per giove se pioverà
sulle galline e sulle uova di mamma e papà al latte di una poppea dovrai la poppa e la flotta sempre in rotta con i mari e al vincitore della regata una regalata poltrona sul jet del jek pot pourri
15 martedì Ott 2013
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Lo chiameremo pazzia
questo specchio nella somma dei simboli
se non fosse poesia?
26 giovedì Set 2013
Pubblicato da Francesca Canobbio - rosadstrada | Filed under appunti poetici, composition, foglio poetico, poesia, versi, versi appunti ritrovati, versi poetici
23 lunedì Set 2013
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Stanza della Poesia – 21/09/2013
Claudio Pozzani
Poeta, scrittore e artista contemporaneo. Direttore artistico del Festival Internazionale di Poesia di Genova e della rassegna European Voices. Presidente Circolo dei Viaggiatori nel Tempo (Italia) e Poésir (Francia). Artista fondatore del progetto internazionale S-Volta celeste |
21 domenica Lug 2013
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il chiasso non si libera di me
il chiasso mi abita
mi orchestra la voce dei verbi
all’infinito pizzicare di corde
e legata
ascolto
il cuore
solista
05 venerdì Lug 2013
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Cosa
del paradiso
credevo
intatto crescendo
sulla spalla
fischiando vera
alla primavera
per farle i petali
più sottili
e sottili ?
02 martedì Lug 2013
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estate
sei il tempo passato
a guardare il sole
che se ne va
per tutti gli archi
e la notte
le porti
dell’asfalto
che scappa
dietro
le scarpe
con la la luce
che manca
all’eternità
17 lunedì Giu 2013
Posted poesia, versi, versi poetici
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Vuoi qui tu darmi
il peso
la pendenza del cerchio
l’intima geometria
che nessun Giotto-
potrà mai scrivere
uguale
preciso-
al Mondo?