Presentazione
05 lunedì Mag 2014
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arte, claudio pozzani, eventi, genova, letture, poesia, reading, stanza della poesia di palazzo ducale, versi, versi poetici, video-poesia
Stanza della Poesia – 21/09/2013
Claudio Pozzani
Poeta, scrittore e artista contemporaneo. Direttore artistico del Festival Internazionale di Poesia di Genova e della rassegna European Voices. Presidente Circolo dei Viaggiatori nel Tempo (Italia) e Poésir (Francia). Artista fondatore del progetto internazionale S-Volta celeste |
17 martedì Set 2013
Posted arte, Casa editrice Mesogea, Daniele Ventre, epica, eventi, letteratura, lettere classiche, libri, Odissea, Omero, traduzioni
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arte, Casa editrice Mesogea, Daniele Ventre, epica, eventi, letteratura, lettere classiche, libri, Odissea, Omero, traduzioni
Dalla traduzione in esametri dell’Odissea di Daniele Ventre, in corso di pubblicazione per la casa ed. Mesogea
Omero
Odisseo e Laerte
(Odissea, XXIV, 219-348)
Come ebbe detto, l’eroe lasciò le armi d’Ares ai servi;
dentro la casa essi in fretta entrarono; Odisseo, frattanto,
s’avvicinava al fecondo frutteto, a provare suo padre.
E tuttavia, traversando il grande filare, non vide
Dolio, né i figli, né gli altri serventi, poiché tutti, allora,
a raccattare dei sassi, per farne un recinto al frutteto,
erano andati e i suoi uomini il vecchio guidava per via.
Solo suo padre egli vide, in quel ben tenuto frutteto,
presso una pianta zappava; vestiva un chitone sdrucito
e rattoppato, indecente, e intorno alle gambe allacciava
delle gambiere cucite in cuoio, a sottrarsi dai graffi,
contro le spine portava i guanti alle mani; e di sopra,
sulla sua testa, un berretto di capra, accrescendo la pena.
E non appena lo scorse, lo splendido Odisseo costante,
dalla vecchiaia disfatto, soffrire aspra angoscia nel cuore,
pianto stillò, si fermò all’ombra d’un pero in rigoglio.
Ed esitò, nel suo cuore, nell’animo, allora, dubbioso,
se ricoprire di baci il padre e abbracciarlo e narrargli
tutto, in che modo giungesse, tornasse alla terra dei padri,
o interrogarlo, da prima, e su tutto metterlo a prova.
Egli così dubitava, e gli parve fosse più saggio
metterlo prima alla prova, parlandogli argute parole.
Con quel proposito mosse lo splendido Odisseo a incontrarlo.
A capo chino zappava intorno alla pianta, Laerte;
dunque, accostandosi, a lui si rivolse il fulgido figlio:
“Vecchio, non mostri di certo imperizia nell’accudire
questo filare, ma è ben curato, e certo nessuna
pianta in giardino difetta di cure, né fico, né vite,
non un olivo, nemmeno un pero, neppure un’aiola.
Altro, però, ti dirò, ma non porti collera in cuore:
tu, per contrario, non sei ben curato, insieme vecchiaia
lugubre soffri e t’avvince squallore, ed hai misere vesti.
A trascurarti non è, per la tua pigrizia, un padrone,
né per aspetto e statura mi sembra ti segni, a vederti,
vita servile: somigli a un uomo di rango regale!
Già, tu somigli ad un uomo che appena lavato e nutrito,
dorma fra morbide coltri, com’è privilegio dei vecchi.
Questo, però, dimmi, adesso, e svelami in tutta chiarezza
di quale uomo sei servo? E per chi il filare accudisci?
E dammi poi veritiera risposta, a che io sappia bene,
se veramente noi siamo in Itaca, come mi disse,
mentre venivo quaggiù, un uomo che ho appena incontrato,
uno di cuore ben duro, ché non accettò di spiegarmi
tutto, e nemmeno di udire parola da me, quando chiesi,
quanto ad un ospite mio, se ancora sia al mondo, e sia vivo,
o se è perito, oramai, ed è nelle case dell’Ade.
Già, poiché questo ti dico, e adesso comprendimi, e ascolta:
là nella terra dei padri io diedi accoglienza ad un uomo,
al mio palazzo era giunto, e no, nessun altro mortale,
fra gli stranieri lontani, più caro mai in casa mi giunse;
e si vantava di stirpe itacese e ancora diceva
che fosse suo genitore il figlio d’Archesio, Laerte.
Io lo condussi alla mia dimora e un buon ospite fui,
con ogni cura l’accolsi, poiché c’era molto a palazzo,
quindi gli feci dei doni ospitali, come conviene.
Oro di buona fattura gli diedi per sette talenti,
tutto d’argento gli diedi un cratere, ornato di fiori,
dodici semplici manti, con essi altrettanti tappeti,
poi anche splendidi lini e ancora, altrettanti chitoni,
quindi, in aggiunta, anche donne d’un arte impeccabile esperte,
quattro, d’aspetto leggiadro, che scegliersi volle egli stesso”.
Gli rispondeva a sua volta il padre, che pianto stillava:
“Certo, straniero, hai raggiunta la terra di cui mi domandi,
ma la governano ormai degli uomini folli e superbi.
Vani, quei doni di cui fosti largo, dandone tanti;
se in terra d’Itaca vivo l’avessi potuto incontrare,
ben ricambiandoti i doni, t’avrebbe da sé congedato,
con accoglienza gentile: è giusto, per chi dona primo!
Questo, però, dimmi, adesso, e svelami in tutta chiarezza:
quanti son gli anni trascorsi dal tempo che tu l’accogliesti,
l’ospite tuo sventurato, mio figlio, se pure fu mai?
Misero: certo lontano dai cari, da terre di padri,
l’hanno mangiato nel mare i pesci, o magari sul lido,
preda divenne di belve e uccelli e non l’hanno composto
non l’hanno pianto la madre e il padre che l’han generato;
ricca di doni, la sposa, Penelope, ricca di senno,
no, non ha pianto lo sposo sul feretro, come conviene,
e non ha chiuso i suoi occhi: è questo l’onore dei morti!
E dammi poi veritiera risposta a che io sappia bene,
chi sei al mondo, e di dove. E dove hai città, genitori?
L’agile nave dov’è, sì, quella che te qui condusse,
e, pari a dèi, i tuoi compagni? O come mercante sei giunto
sopra una nave straniera, e andarono via, te sbarcando?”.
E gli diceva in risposta Odisseo ricco d’ingegno:
“Certo, ti risponderò con piena chiarezza su tutto.
Sin da Alibante provengo – ho là mie gloriose dimore –,
io, del sovrano Afidante, del Polipemonide, figlio;
il nome mio è invece Eperito; dalla Sicania
via mi respinse qui un dio, perché vi giungessi nolente:
dalla città sta lontana, dal lato dei campi, la nave.
Ma per Odisseo questo è oramai il quinto anno che volge,
dopo che via se n’andò, e dalla mia patria si mosse,
misero; eppure partì con lieti presagi d’uccelli,
tutti da destra, di cui io gioivo, nel congedarlo,
egli gioì, nel partire: e l’animo nostro sperava
di rinnovare accoglienza e scambiare doni stupendi!”.
Disse e piombò su Laerte una nera nube d’angoscia;
egli con ambe le mani afferrò la cenere bruna
se la gettò sulla fronte canuta, fra mille lamenti.
Ne fu sconvolto nell’animo, Odisseo, e per le narici
acre l’impulso del pianto salì, nel vedere suo padre.
E lo baciò, l’abbracciò, protesosi a lui, poi gli disse:
“Ah, sono io, sono io, padre mio, colui di cui chiedi,
io che la terra dei padri ho raggiunta dopo vent’anni!
Ora, su, frena il lamento e il tuo lacrimevole pianto.
Già, poiché questo ti dico, ed è tempo ormai d’affrettarci:
dentro la nostra dimora ho fatto sterminio dei Proci,
l’onta angosciosa ho così punita, e gli indegni misfatti!”.
Ed a sua volta rispose Laerte e spiegò la sua voce:
“Se sei Odisseo davvero, il figliolo mio che ritorna,
ora tu dammene un segno visibile, sì che ti creda”.
E gli diceva in risposta Odisseo ricco d’ingegno:
“Con i tuoi occhi da prima esamina la cicatrice
che sul Parnaso m’inferse un verro col candido dente,
quando vi andai: tu m’avevi inviato e la nobile madre,
là, dal mio nonno materno, Autolico, per ottenerne
doni, che giunto fra noi m’aveva promessi e accennati.
Ed anche gli alberi, via, qui nel ben tenuto frutteto,
ti elencherò, che m’hai dati un tempo, e di tutti io chiedevo,
giovane ancora, nell’orto seguendoti; noi fra le piante
camminavamo, tu ognuna indicavi a nome e svelavi.
Tredici peri tu m’hai donato ed in più dieci meli,
fichi, quaranta; e filari di vite ne avresti a me dati,
mi promettevi, cinquanta, e in tempi diversi da ognuno
si vendemmiava. Da quelli ogni specie d’uve nasceva
quando stagioni di Zeus li avevano resi maturi”.
Sì, così disse, ed a lui si sciolsero cuore e ginocchia:
ben riconobbe quei segni sicuri che Odisseo svelava.
E circondò con le braccia suo figlio; ed allora lo resse
ch’era oramai senza fiato, lo splendido Odisseo costante.
( in appendice a ” E quel poco d’amore che c’è”, di Emanuele Bianco, Fandango Libri, 2013)
Daniele Ventre (n. a Napoli nel 1974) ha pubblicato per l’ed. Mesogea la traduzione dell’Iliade di Omero (2010 -premio Achille Marazza 2011) e del Ciclope di Euripide (2013). Di prossima pubblicazione una sua traduzione dell’Odissea. Nel 2011 ha pubblicato per le Edizioni d’If di Napoli la raccolta “E fragile è lo stallo in riva al tempo”. Collabora con il blog Nazione Indiana.
26 venerdì Apr 2013
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arte, claudia ruggeri, elio scarciglia francesca canobbio, eventi, poesia, reading, rosa dei venti
ATTENZIONE : L’EVENTO E’ STATO RINVIATO PER PROBLEMI TECNICI A DATA DA DESTINARSI
Proiezione del documentario su Claudia Ruggeri a cura di Elio Scarciclia, mia lettura di brani, il giorno venerdì 12 luglio, ore 17,30, all’Expo’ di Genova, Rosa dei venti, in occasione dell’uscita del nuovo libro di inediti “Canto senza voce” della poetessa Claudia Ruggeri ” ed. Terra d’ulivi , raccolta curata da Esther Basile e Angela Schiavone. Il volume si può prenotare al seguente indirizzo elioscarciglia@libero.it. In omaggio l’accluso documentario “Claudia Ruggeri” di Elio Scarciglia. Saranno presenti all’incontro Elio Scarcilia, Maria Teresa del Zingaro Ruggeri, Angela Schiavone. Nei prossimi giorni nuove informazioni su http://www.elioscarciglia.it/edizioni%20terra%20d’ulivi.htm e su questo blog
Per ordinare il mio libro di prossima uscita scrivete a info@editricelarcolaio.it
immagine di copertina di Gianni Priano
prefazione di Daniele Ventre
Daniele Ventre (n. a Napoli nel 1974) ha pubblicato per l’ed. Mesogea la traduzione dell’Iliade di Omero (2010 -premio Achille Marazza 2011) e del Ciclope di Euripide (2013). Di prossima pubblicazione una sua traduzione dell’Odissea. Nel 2011 ha pubblicato per le Edizioni d’If di Napoli la raccolta “E fragile è lo stallo in riva al tempo”. Collabora con il blog Nazione Indiana.
postfazione di Vincenzo Sparagna
Disegnatore, scrittore e giornalista, nato nel 1946 a Napoli, ha vissuto a lungo a Roma. Oggi abita a Frigolandia, città immaginaria dell’Arte Maivista da lui fondata in Umbria in una ex colonia abbandonata alle pendici dei Monti Martani. Dopo aver partecipato ai movimenti rivoluzionari degli anni ’60 e ’70 in Italia e in vari paesi del mondo, è stato uno dei protagonisti delle invenzioni e dei “falsi” de Il Male dal 1978 al 1980, anno in cui ha fondato la rivista Frigidaire che tuttora dirige insieme al mensile di satira e idee Il Nuovo Male (in edicola dall’ottobre 2011). Ha pubblicato vari libri di politica, storia e satira. Ultimo in ordine di tempo “Frigidaire, l’incredibile storia e le sorprendenti avventure della più rivoluzionaria rivista d’arte del mondo”, Rizzoli 2008. Per saperne di più vedi il sito http://www.frigolandia.eu
23 sabato Mar 2013
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comunicazione di servizio, eventi, francesca canobbio, nazione indiana, poesia, versi, versi poetici
Oggi sono ospite di Nazione Indiana
Ringrazio infinitamente Daniele Ventre :-)
qui: http://www.nazioneindiana.com/2013/03/23/francesca-canobbio-poesie-inedite/
01 venerdì Feb 2013
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comunicazione di servizio, eventi, francesca canobbio, palazzo ducale, poesia, reading, stanza della poesia
Presso la Stanza della Poesia di Palazzo Ducale in Genova,
sabato 2 febbraio 2013,
ore 17,30 – 19
POESIE IN SALDO – 2
girandola poetica con Roberto MARZANO, Francesca CANOBBIO, Laura PAITA, Massimo “Pigiamino” GAVIGLIO, Ezio SPATARO, Maria DILUCIA, Alejandro LOPEZ LUNA, Fabrizio CASAPIETRA e … Laura CAMPAGNOLI che dipingerà in diretta la “Tela Vivente” Mariapia ALTAMORE
06 martedì Nov 2012
Posted comunicazione di servizio, eventi, poesia, scritture
in
http://giardinodeipoeti.wordpress.com/2012/11/06/francesca-canobbio-asfaltorosa/
02 venerdì Nov 2012
Sabato 10 novembre 2012
ore 17.30 – 19.15
“POESIE IN SALDO”
Girandola poetica con Maria Pia ALTAMORE, Francesca CANOBBIO, Fabrizio CASAPIETRA, Maria DILUCIA, Massimo “Pigiamino” GAVIGLIO, Roberto MARZANO, Laura PAITA, Gianni PRIANO, Ezio SPATARO, Lucia VACCAREZZA e Laura CAMPAGNOLI (che dipingerà in diretta durante la performance).
29 sabato Set 2012
SE LA PSICOSI DELLA FINE DEL 2012 TI HA CARIATO LO SMALTO,
PER IL 2013 LA REDAZIONE DI CAPITALISMO TI OFFRE LA
“PASTA DEL CAPITALE”
(in offerta con il prossimo numero
dell’organo ufficiale dell’era contemporanea
solo su questi schermi a febbraio 2013)
http://capitalismorivista.wordpress.com
numeri arretrati da scaricare gratis:
capitalismo democrazia sessantotto sicurezza
clericalismo Massoneria arte pop Psicosi
(Edizioni Insostenibili)
27 venerdì Lug 2012
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eventi, francesca canobbio, francesco marotta, la dimora del tempo sospeso, poesia, prosa poetica, quaderni di rebstein
Oggi, sul prestigioso ed amato blog di poesia di Francesco Marotta, “La dimora del tempo sospeso”, il mio quaderno “Riverberazioni rosa”. Grazie f.m.
Quaderni di RebStein
XL. Luglio 2012
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Riverberazioni rosa (2012)
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21 sabato Apr 2012
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booksinthecasba, eventi, francesco forlani, la veranda di montale, quintadicopertina, readings, turning doors
Genova 19 aprile 2012 Booksinthecasba – video di francesca asfaltorosa canobbio
– I biglietti dell’autobus li ho presi anche per te, dai così ti racconto tutto, o almeno quello che merita di essere raccontato. (effeffe)
Quando la realtà si disarticola
(seppure mai ne fu una) e qualche sua parte
s’incrosta su di noi
allora un odore d’etere non di clinica
ci avverte che la catena s’è interrotta
e che il ricordo è un pezzo di eternità
che vagola per conto suo
forse in attesa di rintegrarsi in noi.
È perciò che ti rivedo
volgerti indietro dall’imbarcadero
del transatlantico che ti riporta
alla Nuova Inghilterra
oppure siamo insieme nella veranda
di ‘Annalena’
a spulciare le rime del venerabile
pruriginoso John Donne
messi da parte i deliranti abissi
di Meister Eckart o simili.
Ma ora squilla il telefono e una voce
che stento a riconoscere dice ciao.
Volevo dirtelo, aggiunge, dopo trent’anni.
Il mio nome è Giovanna, fui l’amica di Clizia
e m’imbarcai con lei. Non aggiungo altro
né dico arrivederci che sarebbe ridicolo
per tutti e due.
E. Montale
16 venerdì Mar 2012
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claudia ruggeri, eventi, francesca canobbio, genovainedita, inferno minore, letture, poesia, reading, scritture, versi, versi poetici, videopoesia
(Letture a cura della sottoscritta)
-qui la versione integrale del video della serata-
10 sabato Mar 2012
–Claudia Ruggeri nacque a Napoli nel 1967 da madre napoletana e da padre leccese.
Nel 1968, si trasferì, con la famiglia, a Lecce dove visse fino alla fine. Frequentò il Liceo Scientifico approfondendo in contemporanea lo studio della lingua inglese. In seguito si iscrisse, simultaneamente, alla facoltà di lettere moderne ed a quella di teologia. Malgrado avesse sempre ottenuto risultati brillanti, non riuscì a laurearsi perché i problemi psichici l’aggredirono sopraffacendola.
Dedicava buona parte del suo tempo libero alla lettura attraverso la quale acquisì una notevole cultura.La sua formazione culturale risultò ampiamente arricchita dai numerosi viaggi effettuati sin dall’infanzia. Particolarmente significativi per lei furono il lungo, avvincente, periplo della Turchia che la pose in contatto con il fascino di antiche civiltà nostre antenate. In seguito partecipò ad un tour, attuato prima della caduta del muro di Berlino, nei paesi dell’est europeo (Polonia, Ungheria, Russia) durante il quale potette constatare, de visu, parte di alcune realtà contemporanee allora pressoché sconosciute alla maggior parte dell’occidente. Un’altra esperienza significativa fu quella che le procurò un viaggio in India e nello Sri Lanka.Dall’età di circa 18 anni fece parte del “Laboratorio di poesia” creato nel 1985 e diretto da un docente dell’Università di Lecce, il Prof. Arrigo Colombo, filosofo scrittore e poeta il quale, con la collaborazione di un altro intellettuale, il Prof. Walter Vergallo, riuscì a dare un forte impulso al fermento culturale salentino. Nacque la rivista “L’incantiere” e prese il via il festival “Salentopoesia”. Si trattava dei primi reading pugliesi dove i migliori autori italiani si cimentavano, per intere serate, nella lettura di poesie. Vi partecipò anche Claudia incantando la platea non solo per la sua straordinaria bellezza, ma anche per il fascino delle sue performance.
Nel “Laboratorio di poesia” convergevano i maggiori poeti salentini e Claudia fu considerata come la più dotata, forte e fortemente creativa nel discorso lirico, straordinaria ed incomparabile nella recitazione; personalissima sempre.
Con la sua poetica ardua e singolare, Claudia si impose per la vitalità espressiva e per l’uso quasi spregiudicato della lingua, tanto che Franco Fortini, pur riconoscendo in lei le stimmate dell’artista, le rimproverò la foga letteraria in termini di “impunità” della parola.
Fu in quegli anni che fece conoscenza, e sovente strinse relazioni di amicizia, con numerosi personaggi del mondo letterario ed artistico; dal già citato Franco Fortini (a cui fu legata da un insolito vincolo di stima ed affetto), a Dario Bellezza; e poi, Adolfo Oxilia, Giampiero Neri, Enzo Di Mauro, Antonio Verri, Bruno Brancher, Michelangelo Zizzi, M. Luisa Spaziani ed altri.
La sua morte fisica segnò la sua “cancellazione” dalla mente e dal cuore di quei tanti che le si erano proclamati amici ed estimatori. Tranne un numero della rivista “L’incantiere” interamente dedicato a testi suoi ed a saggi critici sulla sua poetica, pubblicato dopo la sua morte e in concomitanza di una serata commemorativa organizzata presso l’Università di Lecce, più nulla accadde.
Otto anni dopo la sua scomparsa lo scrittore Mario Desiati, caporedattore di “Nuovi argomenti”, rivista letteraria edita dalla Mondadori, le dedicò un’ampia sezione nel n° 28 (ottobre-dicembre 2004) pubblicandone una significativa selezione di versi, testimonianze e ritratti fotografici.
E fu lo stesso Mario Desiati che in seguito, per conto della casa editrice peQuod, nel 2006 ha curato anche la stampa del volume “Inferno minore” che contiene, altresì, “Le pagine del travaso” ed un cospicuo numero di altri componimenti.
Nel 2007 “Terra d’ulivi” di Lecce edita “Oppure mi sarei fatta altissima” saggio sulla poetica di Claudia Ruggeri di Alessandro Canzian, che ha dedicato altri scritti alla poetessa mostrando una notevole perspicacia ed una grande sensibilità nell’interpretazione di testi di non facile approccio.
In dicembre 2007 viene bandito dalla stessa Associazione culturale “Terra d’ulivi” di Lecce un premio letterario “Claudia Ruggeri” da assegnare a giovani autori.
Buona parte dei manoscritti della poetessa si trova a Firenze, presso il “Gabinetto G.P. Vieusseux”, dietro richiesta del suo Direttore Prof. Giovanni Gozzini.( http://www.claudiaruggeri.it )
CLAUDIA RUGGERI – Da Inferno Minore
il Matto I (del buco in figura)
Beatrice
“vidi la donna che pria m’appario
velata sotto l’angelica festa…” (Pg. XXX-64)
come se avesse un male a disperdersi
a volte torna, a tratti
ridiscende a mostra, dalla caverna risorge
dal settentrion, e scaccia
per la capienza d’ogni nome (e più distratto
ché sempre più semplice si segna ai teatri,
che tace per rima certe parole….).
Ma è soprattutto a vetta, quando buca,
dove mette la tenda e la veglia
tra noi e l’accusa, se ci rende la rosa
quando ormai tutto è diverso che fu
il naso amato l’intenzione, che era
la pazienza delle stazioni e la rivolta… e la beccaccia
sta e sta sforma il destino desta l’attacco l’ingresso disserta
la Donna che entra e fa divino ed una luce forsennata
e nuda, e la mente s’ammuta ne la cima
e la distanza è sette volte semplice e il diavolo
dell’apertura; ecco, chiediti, come il pensiero sia colpa
ma cammina cammina il Matto sceglie voce
sa voce, e sempre più semplice chiama, dove l’immagine
si plachi sul tappeto, se dura, se pure trattiene
stranieri nuovi e quanto altro
s’inoltrerà nella carta fughe falaschi lussi
Ordine innanzi tutto o la necessaria Evidenza che si di
verte nella memoria al margine ambulante alla soglia
acrobata, che si consuma; ché infine
veramente il Carro
avanza, che sia sponda manca porge
il volto antico, che si commette (non la cosa
è mutata ma il suo chiarore; ma a voi che vale,
come si conclude la Figura
dove pare e non usa parole né gesti né impulsi;
come, smisurata, passa, dove l’altro richiamo
nel viluppo della palude festina; e come
per tutto si slarga e frastorna e nulla è mite
(ma voi li turereste mai li nostri fori ?)
*Danilo Dellepiane è nato a Genova, si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino, con il massimo dei voti.
Ha frequentato corsi di perfezionamento tenuti dal M° Boris Petrushansky presso l’ Accademia Ducale di Genova.
Interessato a tutti i generi musicali, sviluppa un’intensa attività concertistica (solistica e cameristica) e didattica in veste di pianista, organista, clavicembalista e sassofonista.
É inserito in moltissime formazioni di musica da camera, collabora con gruppi corali, orchestre sinfoniche, ensemble barocchi e big band.
É vincitore di diversi concorsi musicali tra cui ultimamente “Asti 2011” (primo premio assoluto di musica da camera).
Da anni svolge attività come pianista accompagnatore presso i conservatori, nei concorsi musicali e alla messa in scena di diverse opere liriche.
Ha tenuto concerti per varie Società concertistiche e Festivals in Italia, Germania, Inghilterra, Austria, Svizzera, USA e Francia.
Nel corso della lettura poetica suonerà brani dal barocco al contemporaneo, jazz e libere improvisazioni, utilizzando gli strumenti della testiera e del sassofono.