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asfaltorosa

~ -Il rombo silente del motore immobile- blog di poesia di francesca canobbio

asfaltorosa

Archivi della categoria: versi poetici

Uroboro

02 giovedì Giu 2016

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in arte, eros, poesia, Senza Categoria, versi, versi poetici

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arte, eros, poesia, versi, versi poetici

Tu sei la mia unica Lingua
e se mi tagli
sarò biforcuta
strisciando
come un serpente
sul tuo Uroboro

uroboru

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La legge del buio XIII

21 mercoledì Ott 2015

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in arte, composition, cultura, foto, immagini, ispirato, letteratura, letture, libri, libro, poesia, poesie, prosa poetica, prose poetiche, racconti, scritture, versi, versi poetici

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la legge del buio, libri, libro, prosa poetica, versi poetici

Quanto si piega, si sferza, si liscia, si ammoscia, si dirige nelle ghiandole e nel sangue, di giorno in giorno, nell’esausto caos del momento preciso in cui si ci accorge di essere ancora vivi, dopo ogni notte, alla suprema alba dei canti diurni che riconducono all’esausto desco del travaglio sull’asta del saltimbanco in perenne fuga dalla caduta voraginosa nella selva del cervo abbattuto durante la caccia sfrenata alla preda del mondo, un fantasma senza arte né parte a guidare il proprio baule in trasferte per vette e pianure di spazi che rigettano i corpi affilati dalla lotta perenne con la propria figura che si dirige di maschera in maschera verso sepolcri di mondo a conciliare baldorie e preghiere con giorni e notti a venire a supplicare una veste di pace sul soffitto inamidato del cielo che farfuglia canti che badano alla nuvola disastrosa in laghi di pioggia e lacrima di misteriosa fattura che infanga la terra di spermatica vita in divenire di orti e di fiori maldestri senza braccia e su un solo piede nello sguardo paralizzato delle loro croci a corona del cerchio dell’esistenza mutilata dei fiori per belletti ad inutili altari di sandali tripedi per santi che portano la pace nel cuore di una croce o di una moschea o chissà quale tempio per nuove sante guerre che vorrebbero decidere del tuo destino celeste, quando il colore è una nota iridescente, iris spietata che investe l’umano della costosa fatica di stare al giorno svegli alla luce dei giorni, iris dell’anima sola e disfatta che non prega che il diritto alla separazione dal matrimonio con il corpo terreno e si esalta di momenti di fulgida estesi in abbracci spietati con l’etere eterno in ogni momento di rara unica sacra e sfuggente ventura di gioia, riposta nell’unica carne che ci possa rendere immuni dal fuoco del mondo, il corpo astrale nel viaggio verso ritmi di armonia che non sono mai negati a nessuno e costelleranno l’essere nella notte dello spirito, quando tutto si consumerà nella pace del respiro che dissesta le membra alla sincope sicura di inspirazione ed espirazione della terra, dei fiori amputati che stillano gocce di profumi per arti parzialmente invalidi come quelli della memoria, che si consuma oltre la soglia al cigolare della messa eterna sull’altare del palco che imitatori di sagome consumeranno esperte di battute a dare le voci più grandi ai più piccoli nella genesi di ogni creatura plagiata da madre e padre terra, in una lingua che solo in pochi, superato il buio, sapranno pronunziare e non lallare per parlare con la forza che conviene alle creature senza corpo del vero cielo umano in terra

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La legge del buio XII

20 martedì Ott 2015

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in libri, libro, poesia, poesie, prosa poetica, racconti, scritture, versi, versi poetici

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la legge del buio, libri, prosa, prosa poetica, versi, versi poetici libro

Icaro perde le ali e la piuma per lasciare il suo segno nel mondo col fuoco del sole dei giorni a venire di lente prodezze della fatica del tempo che si indaga nell’esperienza di un inchiostro che non è che la vita al largo dell’antico sogno di confine entro un confortevole guscio a noi familiare e comodo ad ogni risveglio. Io cerco la pace nei giorni sereni di un mattino ma la mia anima abita il buio e con lui si spegne onirica in ogni letto disfatto e rifatto per la pace del corpo fino a che pace non lo separi dal corpo e gli tenga la morsa serrata sino al crocchiare delle ossa dimenticate sul marciapiede che abbiamo trovato ultimo giaciglio in nostro potere d’uomo con Icaro battuto per terra che lascia per sempre cio’ che lo colpisce a morte e lo divorerà per tutto il percorso della sua vita con chiaro coraggio trascorsa nel tempo di un viaggio che riporta a tutte le fasi della storia umana, a tutti i periodi che struccano in un assolo magnifico ed unico di struggente abito stonato e per persona di maschera in maschera sempre più antica e smodata nei toni, sino al pargolo del proprio figlio, di una prole di cuccioli impegnati a restituire il calore mancante da una vita, quella fiamma del focolare non per ragioni di forza costituiti consanguineamente, ma in virtù del proprio odore e della sostanza che è vera linfa di vita per l’uomo.
Il fuoco sacro dell’affetto è scarso sul suolo terrestre abituale al nostro sentire diurno e abbiamo un sonno per abituarci alla morte che sboccia ogni sera sul cronografo dei giorni e della sfera di spicchi di arancia amara del sole e della fatica umana dell’individuo spremuto in un cocktail stratificato dal ghiaccio dei simulacri della propria anima sempre in una coltre più fitta di lame che squarciano fredde le ali di Icaro al sapore di libertà al podio soffiato sulla candela di elio sovrano che ci infiamma le membra di un colore che solo il bambino può riscoprire nei giochi del mare di un ulisse che guida la nave della avventura ai confini della cromatizzazione terrena.
Nel buio la luce. Sia.

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La legge del buio XI

19 lunedì Ott 2015

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in arte, composition, cultura, francesca canobbio, ispirato, la legge del buio, letteratura, letture, libri, libro, poesia, poesia, prosa poetica, versi, versi poetici, prosa poetica, prose poetiche, racconti, scritture, versi, versi poetici

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la legge del buio, libro, prosa poetica, versi poestici

Il sole ha fatto una ruota sul buio centro delle nostre coscienze.
E un attimo si è affilato di iridescente croma di luce.
Altri giorni come lazzareti putrescenti al sapore della pena incisa dagli avi nel dna dell’umana creatura.
Colpa di fatiche per il popolo sepolto dalle gerarchie che solo il buio spegne con la tiepida e sacra corolla del sonno che investe le membra di nuova linfa e spegne la diurna saga della nostra incomprensibile esistenza al fuoco di questo cielo rosa, che nell’inverno delle stagioni apre le nuvole ad un sole che si coalizza con la sagoma degli uccelli a portare l’annuncio di nuovi canti al travaglio che mal sopportano le curve schiene del mondo sovrappopolato da città di schiavi che lo abitano intero nell’ora orizzontale, quando abbia da appiccare incendi sul nostro cuore che solo la follia del giorno conosce, sepolta dal solo sacro benedire del sonno che ripara i fianchi alle colonne della terra sparigliata per le trame di un reame per ogni Prometeo la cui aquila assassina squarcia il fegato consunto per quel gesto folle di illuminare il mondo che solo gli idoli attraversano indenni.
Processioni di uomini che ascoltano il canto dell’aquila a ritornare alla carne col becco di sangue che scrive la storia della luce nel cantiere del mondo, una fucina per gli storpi lavoratori delle miniere terrestri, dove gli orrori spaziano da spazio a spazio di suolo, capovolta ogni benedizione che maledettamente si dispiega a canto di tenebra come un cobra che abbia inciso la propria coda con i denti nell’uroboro della bestemmia perpetua dell’umano sopravvivere in questo purgatorio di luce.
E si apre una nuova tenda per l’attore del colosseo di fiere pronte all’assalto di un circo senza confini. Ed una nuova bestia ci insegna la bestia sin dai nostri primi giorni.
Bestia che sono, che sei , che siamo in questo anfiteatro per figuranti mai originali, persi nella scena di un gobbo buio che ribatte di parole gli spartiti sempre uguali per suoni di intarsiate cetre di pelle umana che vibrano del soffio che l’umana sofferenza ha inciso sulla carotide aperta dalla vita sicaria che richiede un compenso di morte per ogni figurante del pianeta e installa nell’ esercito 12000 aste di guerra per armi a combattere il fuoco dei giorni nella battaglia che tappa i musi all’unisono canto del sole per ogni spalto di generazione una nuova entrata nel girone della saga putrescente dell’esistere fra corpi vivi e corpi sepolti, che troveranno pace per la benedizione di un unico e solo buio totale e sacro alla vittoria di thanatos liberatore sovrano

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La legge del buio X

08 giovedì Ott 2015

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in composition, francesca canobbio, letture, libri, libro, poesia, poesie, versi, versi poetici, prosa poetica, prosa poetica, prose poetiche, Senza Categoria, versi, versi poetici

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arte, composition, la legge del buio

quando andirivieni di mosse si stagliano confinanti alia penobra più molle la polena tira dritta a marcia celere sul mare autunno plumbeo di corpi eclissati nella fiumara più vicina al cuore con il suo schiudere al buio una porta rotonda che è femmina e se femmina femmina dove restare e nel buio di un attimo giglio sforare i diametri delle mura del regista con un lampo nel buio che ne sfora gli occhi inzingariti dal desiderio di un tocco al tuo corpo buio che nel fiume di posate si scambiano umori e sapori di latte e sangue con la stessa gola di sete d’alcool che ti passa nel flusso di un floreale omaggio della parola che ti porta sulle pagine fiamme di falene in braci di palissandro e come se piovesse solo un istante fra le goccie del piovisco si snaturano i contorni per la scena circostante come se tutto scorresse per essere l’arke di un attimo d’amore e di nuova vita che si respira nell’aria con la luce dei corpi assonanti che respandono al corpo sensuale la dinamica della calamita che si attrae per legge fisica e ti vuole sapere suo con la morsa di un cane da presa che si torce a combattere il mondo per la vita e se il mondo è la vita che vita è se non buio il colore se non buio la luce se non buoi la vita.
ma ancora dreve arrivare la sorte di comprendere dove arrivare e se arrivare per una strada che lecita è sempre a chi non ha stato che prende lo stato e lo riporta in stato. come malmenato dal proprio nome ed essere perché io vorrei il tuo sguardo sulla mia posizione più vera e intima dalla nostra storia per vedere quanto è andato avanti il crono
col suo tempio da soggiorni in clinica e relax totale per la vittima della seconda scena solipsisticamente sovrapponibile nel nastro del grande fratello della zia che mastica la ruggine della sua mitologia che porta la spilla sul cuore con stile sui capelli lunghi biondi sempre accesi di ghirlanda alla giostra delle luci della notte che le aprono un letto dove c’è sempre posto per te Luce

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La legge del buio VIII

25 martedì Ago 2015

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in la legge del buio, prosa poetica, versi, versi poetici

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la legge del buio, prosa poetica, versi poetici

Il buio è l’origine.
Di ogni sogno. Di ogni incubo.
Di ogni rito al fuoco dell’anima circondata dal buio sovrano.
Siamo la discendenza di un buio creatore che persiste nel buio e che non vuole farsi luce.
Posso solo esorcizzare il buio. Questo è in mio potere. Ribaltare una prospettiva di buio in una visione di luce. Ma quanto durerà questa luce? Ogni luce ha una carica che si esaurisce ad ogni nuovo esorcismo di buio. La storia dell’uomo è una storia di buio illuminato da luci illusorie, che vengono spente nell’istante in cui nasce un nuovo fuoco fatuo alimentato dall’anima di una presenza che si è ingigantita nel buio con la forza di dottrine categoricamente spente da altri fuochi illusori che non danno che la somma all’intermittenza nel buio sovrano che è origine e fonte e traguardo di ogni vita.
Tutta la passione a far divampare fuochi che si spengono come il fuoco di ogni amore.
Ogni leggenda è una traccia che brilla anteposta ad un’altra leggenda che segna la mappa che illumina il cielo buio.
Come un oroscopo di stelle che l’oracolo scruta per sfuggire alla legge del buio.
Ma quanto è instabile una sola stella nel cielo, che si spegnerà, comunque.
Ma quanto vana, ogni profezia, ogni teoria, ogni esorcismo di questo fosco e nero buio,
forse un buco nero che attrae ogni luce possibile, senza lasciarne traccia, ineluttabile.
Certo pesante, il buio. Ma non meno della luce.
Al buio nascono sogni di luce, ma alla luce non resta che il sonno e nessun sogno.
Il buio è tanto sottile che nessuna metafisica lo può afferrare.
La mano vaga nascosta da una mano magica che le regala la potenza.
Là dove nel buio ho già rinunciato alla mia mano e mi copro questo corpo di fuoco
con la medesima sostanza di buio che è plausibile a queste notti di viaggio nel buio.
Viaggio, cammino, notte eterna di una vita per un corpo di luce nato dal più totale buio.
Se ho trovato una legge che mi ha fatto esistere in ogni dove e per sempre questa era una legge di buio.
Mi specchio negli alfabeti bui, che mi danno la coincidenza della mia esistenza in ogni cammino terrestre e che co-incidono la mia vita con segno indelebile e buio sulla mappa del viaggio.
Solo allora mi vedo riflessa in un passato che è presente ed è futuro e per quanto sia mistero nel buio è comunque “visibile”.
Mi faccio poi talmente sottile di buio nel giorno e nella luce, per convenzione, da tornare invisibile a me stessa per non accecare con il mio fuoco l’altrui buio.
Ma mi resta il filo presso ogni punto che ha segnato il mio corpo col cuneo del buio.
E mi resta questa filosofia del buio che mi accende lo sguardo negli illimitati che mi fanno viva e mi danno compimento e compito.
Io sono la buia coincidenza. E ‘ la prima forma di conoscenza per il persistere nella legge del buio. E per leggermi nel buio senza caso buio.

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La legge del buio VII

18 giovedì Giu 2015

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, prosa poetica, versi, versi poetici

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poesia, prosa poetica, versi, versi poetici

Il mio canto è buio.
Il canto del mondo è un canto buio.
Quanto d’oscuro nella pinacoteca dell’essere a memoria ogni giorno
una notte che è un giorno,
dipinta di un fragrante rombo oscuro che cela ogni volta, volta celeste,
volto di scatto una pagina a riguardo del confine fra buio e luce
e resto confinata nello sguardo, e nel riguardo, cosa ho visto?
Forse la somma sulle carte da gioco, un gioco al buio,
una apertura a mani nude dove tutto è anello
e nudo è tutto ciò che mi resta di questo gioco aperto al buio.
Ho vinto la mia nudità, posso specchiare i miei occhi nel mio buio,
posso aspettare un abito per uno scostumato e quanto mai eterno mordere il buio
sotto l’albero della sapienza, dentro gli anelli dell’albero, cosa, se non memoria?
Non ho ricordi di luce, ma di anelli di luce nella costanza del taglio dell’albero,
sfrondo, piallo, levigo, tocco con tocco di buio a mano morta il mio bottino di gioco.
L’anello che mi lega a te è il mio patrimonio nel gioco del buio.
Catene concentriche di anelli, come fossero occhi negli occhi,
e sincronici sguardi in un presente onnipresente: la vita mi ha dato in regalo
l’anello nel buio. E posso accecare di lusso il mio buio con l’anello del mio occhio segreto
ogni sguardo inciso sulla pietra del mio anello.
Faccia sfaccettata di una pietra che è la terra che calpesto
e che porto nella testa e nelle mie mani.
Ma quante mani ancora? Chi spezzerà l’anello?
Si spezza l’anello se il gioco non è un gioco ma c’è una regola ed un padrone del gioco: buio. Il gioco. Si specchia in uno sguardo che ruba occhi per ciechi.
Chi lo ha mai visto?
Il mio occhio vigila terzo, le mie seconde labbra origliano, il mio primo istinto
è un buio che apra alla luce.
Ora non è chiaro ciò che dico
e mai lo sarà, perfino agli amanti nel buio.
Chiaro lo scuro di un oscuro fra gli scuri con la scure che spezza l’anello.
Taglio.
Inciso.
Non è sangue che mi aspetto, ma è il sangue che mi aspetta.
Fino al sangue che arriverà fino alla legge del buio.
Circolazione. Cuore che spasima per una ancora notte.
Ed è il buio.

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La legge del buio VI

18 giovedì Giu 2015

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, prosa poetica, versi, versi poetici

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poesia, prosa poetica, versi, versi poetici

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Quanto più di cielo comprendiamo, compresi dal buio ubiquo per da lontano e onnipresente da vicino.
Onnipotente cielo che ci siamo riusciti a rovesciare nella vita di terra in un ingresso
che era un’anticamera per ogni rito della vita di casa
quasi fosse stata casa nostra a preparare le scale al cospetto di una necessità di salvezza
dinanzi al dovere di dare spazio allo spazio che ci fa essere spazio con lui e sotto le regole di ogni cielo.
Cielo che cielo!
Sospetti ad ogni nuvola e c’è il sole, ma chiedo la luna.
È la promessa che faccio al buio di rimanere sempre in tempo per lo spettacolo del black out che mi darà un podio d’argento
mentre l’oro del cielo si fa in terra
la rappresentazione di tutto ciò che amiamo,
a raggi che ci comprendono a seconda
del tipo di amore che mettiamo in accordo con Luce,
ma è buio che ospita Luce
e sempre più cara è la corrente di una lampada da sfregare per realizzare i sogni quando è buio a far da padrone
e anche se non è il buio
per grazia di una Grazia concessa come miracolo
è il miracolo stesso che è buio.
Dunque non c’è uomo di luce che non sia uomo di buio.
Dunque luce lucente di disco in discorso di punta sta per ora nella legge del buio, legge di punta, puntare un dito al cielo nel buio e a riveder le stelle, forse, se è abbastanza buio.
A rivedere le stelle!
A rivedere le stelle a costo o senza costo di quanto circuito.
Scintilla ogni nome sulla mappa della terra e non pesa alcun assenza di segnale in assenza di gravità.
E pesa l’assenza nella sua gravità.  Vago. Vago?
Sorge il dubbio,  illuminando il buio, nello spazio vuoto.
Nello spazio.
Vuoto.

*( A riveder, le stelle! )

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La legge del buio V

09 martedì Giu 2015

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, prosa poetica, versi, versi poetici

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poesia, prosa poetica, versi, versi poetici

Presenza in assenza di chiarore
per il raggio che mi comprende senza svelarsi di raggio.
Ciò che resta,
ciò che sono
è una icona fiorita di buio nella luce incommensurabile.
Mi riparo nel buio che mi è concesso
e solo allora posso destreggiarmi come ombra fra le ombre
nell’idioma castano che mi porto appresso, perla nera di una collana
che si scuce di giorni luttuosissimamente amorevoli, nella farsa della penombra
che si dispiega ai contorni di sagome per occhi velati
che riparano dal Sole prossimamente al lusso di caverne oscure
dove scandaglio la bruma nell’onice puro di un respiro prossimo
al respiro più stolto, analfabeta di gloria, agli albori di ogni possibile albore
opaco e sereno nel mistero intellegibile che mi dà nome e vita.
Porto processioni di candele dinanzi al mio dio e io sono la candela che si consuma.
Porto il mio fuoco dentro e non ne scorgo lampo fuori da me,
fosco astruso barbaro ignorante nel mondo
come il mondo che mi ha messo al mondo
e di ogni mondo io sono il tetro incomprensibile crepuscolo
che si spreca di fede per ogni legge del buio che mi ha dato la luce.
Il mio credo sfavilla orchestrato dal più sincero dei miei perché
e il mio perché è un’isola di buio senza voce.
La lettera che mi comincia non conosco.
La lettera che mi conclude la ignoro.
Nel frattempo una successione di caratteri che mi fanno da carattere
inchinati nella pece di un inchiostro che non osa parlare
che del mio mistero tanto teneramente agognato.
Del mio mistero io sono il perdono nel buio
e del buio io sono il perdono alla luce delle mille e una notte
che mi racconto nella insolubile legge del buio.
Sarà una favola a lieto fine?

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La legge del buio IV

04 giovedì Giu 2015

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, poesie, versi, versi poetici, prosa poetica, prosa poetica, Senza Categoria, versi, versi poetici

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poesia, prosa poetica, versi, versi poetici

Come ringraziare la legge del buio se il buio mi legge?
Diremo che al buio io sono una presenza, un fantasma.
Il buio è più luminoso della luce del sole,
per quanto siano sole tutte le presenze che distano più dal
Sole che dal Buio.
E’ questione di statistica.
Siamo i figli del buio e ci brillano gli occhi, al Pensiero.
Nel buio il pensiero è fantasia, inesauribile.
Nella fantasia il buio si colora di ricami di originale fantasia.
Nei miei occhi brillano le stelle che cadranno al buio.
Il buio mi legge quando sto per cadere.
Basterebbe una spinta e giù,
perderei ogni luce che abita i miei occhi scavati nel grembo buio
di ogni madre,
che mi precede nel buio e che nel buio trova rifugio.
Chi fotografa il buio una volta
lo porta nel cuore per sempre.
Il buio mi morde, ma il buio mi dona.
Mi dona alla luce che non mi morde come il buio,
ma che mi scava una porta per rifugio.
Siamo i profughi del buio, alla luce, e combattiamo la nostra guerra
da illuminati, se conosciamo la legge del morso del buio.
Ho un capo buio addosso, quando mi parla l’Amore
Ho una corona di stelle sul capo del buio quando sono Amore.
Se spengo la luce sono certa di ritornare alla luce,
attraverso il buio.
Attraverso buio.
Sono di buio se tu mi leggi la notte in pieno giorno
ed io mi accendo di fuoco vivo per cibarci,
Mangiastelle, occhi grandi,
pupille.

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La legge del buio III

03 mercoledì Giu 2015

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poesia, prosa poeetica, versi, versi poetici

Sagoma di un soggetto smarrito nei ritagli di un teatro
maschera che non maschera
l’opera della platea
di cui ogni viso è il tuo viso nell’arena della battaglia
dove sgorgano furenti le urla e di baccano invidioso,
si perde la vista nell’occhio del ciclone, ad ogni palco
che rifugge la grazia di un sonno ombroso,
quando Domino domina la scena e l’occhio è tutto
tutto ciò che si può tradurre in originale ed in origine
poi cosa non è
se non buio
sin dal principio,
cuore nero trafitto di pallidi strali di sole
ricadente nel letto di Notte
narcisistico amante di etoile
stella cadente dal primo respiro
autodesiderante
che l’emisfero su cui poggia
ricolmi un secondo emisfero
piedistallo o colonna
di un nuovo Mondo
nato da un buio capovolto
in Pace.
Prestami la pace, come la luna si presta al buio
e come essa nasconde ogni stella diurna
riposami il respiro quando esso finirà
di consumarmi la vita.

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La legge del buio II

03 mercoledì Giu 2015

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poesia, prosa poetica, versi, versi poetici

Superstizione, Michelangelo Antonioni (1949)

Ci sono occhi che riparano occhi.
Buchi neri come di pupilla che attraversano ogni superficie
senza copiare felicità, versano la moneta degli occhi
come vogliono le mosche agli astanti
per lasciarti solo nel vitreo
dell’occhio di bue
se la luce è ancora amica
di qualche proscenio
se hai ancora la tua parte di buio da colorare
con un cono da parentesi teatrale,
prima che ogni buca parli
la lingua di ogni buca
sgretolando i fossi dalle croci trapiantate nelle corde
della memoria, nel sovrasuolo parlante che odi nelle feste dei morti
che sono i nostri secondi e terzi nomi
che sono i nostri secondini a noi antecessori
stretti nei palmi non più i visi, ma le voci
nella balera che sovrasta la camera
ed ancora non puoi salire
a nessuno scatto è data l’apertura di una porta
sulle terrazze di coloro che furono i vicini.
Ma chi di scala perisce di scala ferisce
innalzando il tuo essere all’epopea dei superstiti
vai sganciando gli occhi da Euridice
ad ogni quasi notte della tua vita.
E’ la legge del buio
specchiarsi negli spettri di ciò che non siamo
abitare tutta la galleria di un museo
senza conoscerne il pittore.
Solo il nero fra le mani
fra mille soli neri fra le pagine
con la medesima successione di numeri irrevocabili
voto d’altri tempi
per il miracolo della vita
ad ogni immagine e somiglianza
d’occhio e croce

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La legge del buio

03 mercoledì Giu 2015

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poesia, prosa poetica, versi, versi poetici

L’eclisse, Michelangelo Antonioni (1962)

La legge del buio non è dettata da notte alcuna.
Il riposo non è paura degli occhi,
ma spesso la vista è così vasta che il buio vince la notte.
Ecco che l’eco di una o più voci, un ritornello che ritorna
richiama alla memoria quel tanto di nero che ebbero le pupille
sganciate dagli occhi, senza colore, o, se si vuole
temporale d’iride, tutte le iridi non fanno una pupilla
quando il riflesso è solo nel vetro di un quadro,
sia esso l’universo di un pavone come un poeta
che stacca una piuma a favore dello sguardo animale
che soprassiede ogni cosa che siamo
ed il primitivo nero si fa percossa agli sguardi
e non posso dirmi cieca
se leggo fra le righe del tempo
ciò che sono stata, ciò che sono,
quando arriva ciò che sarò
nella tempesta delle statue che portano i copioni
a svolgersi come deve svolgersi un copione
anche dietro ai cori più alti, non sarà che commedia
una cosa ridicola, sempre più imbarazzante per quanto semplice
nel proprio orrore perpetuandosi.
Dite a colui che mi ha scritta che ogni verso si ripiega
e torna.
Dite che le lettere non trovano più spazio nel foglio:
è caduto l’inchiostro sulla parola “Amore”.
Non c’è copista che mi legga intera
sin da quando sono venuta alla Luce
ci sono bozze e brogliacci da recitare a braccio
ed ecco che io perdo la tua mano.
Li ho visti sulle scale a bestemmiare su tornei
di lancia, a tirarmi i dadi dell’esistere,
fino a moltiplicarmi i punti sui dadi affinché non avessi pace.
Le finestre parlano chiaro.
Le finestre parlano scuro.
Se mi ritiro per un giorno di dadi forse non cadrà nessun punto.
Se la macchia sul foglio ha consumato ogni favola, non ha cancellato la leggenda.

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Se vuole, così

29 venerdì Mag 2015

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, versi, versi poetici

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poesia, versi, versi poeticii

Offro il mio
bacio nudo
al corpo risorto
nella reminiscenza
ove di dna
portammo il sigillo
ad ogni frattale
di presenza
spirando spirali
d’essenza
in riccioli presenti
capricciose orme
comparse di testa
in univoco
disegno
mareggiando colline
d’esilio
ad ogni meriggio
che statua
tramuta
in creta molle
di folle vita
aspersa
quando dio
piove
se vuole
così

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Il Canal Grande

09 lunedì Mar 2015

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, versi, versi poetici

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Il canal grande
mi ha restituito
il corpo prima
del costume
e ora usa
e getta

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ruggine di libidine

09 lunedì Feb 2015

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in eros, poesia, versi, versi poetici

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ruggine di libidine
precipizio in un baratro di sguardi
mi ardi di parole e prolifichi lemmi
d’etimo nuovo d’un poetare voragini
che mi vorrei nascondere negli incavi
del corpo come l’asso nelle mutande
che mi vince ogni manovra di gioco
fra la mossa carta segnata da un tuo
umore labile come il tempo di un orgasmo
mentre bevo ti bevo e mentre mangio
ti mangio e ti sogno alla maniera
d’un Caravaggio vivente che mi colora
le membra d’un Cristo dannato perché
mi hai rubato anche l’unica croce che ebbi
per la vita e più non mi compiango ma
ti vorrei su una pergamena di Colombo
per avere la rotta dell’America in tasca
e morderti forte rubandoti mele come
un corvo nero che rapisce bambini
per farli miei e tuoi questi gesti paterni
che da sempre mi assillano le ore
e farmi crescere i fianchi di un tuo seme
ed essere pasoliniana alla corte del re
con 5 marmocchi ed un dente guasto davanti
ma con un sorriso che supera ogni possibile crisi
nella gioia di essere la tua patente per strada
sul cocchio che sale le montagne a motori di
mulini a vento spettinata come sei tu che
sei un pazzo a farti crescere i capelli come
tirabaci lasciando che io aspetti la tua bocca
che bacia la mia seconda bocca che fa rima con
fica!

janejune.deviantart.com

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sento le campane…

30 venerdì Gen 2015

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, versi appunti ritrovati, versi poetici

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poesia, versi, versi poetici

nei tuoi occhi la via
per camminare

Giovanni Pascoli, Patria (da Myricae)

sono quella che vedi
e ti sarò riflesso
oltre il mio sguardo
perché i tuoi occhi
sono il filo d’Arianna
d’ogni pensiero
nei labirinti
di una mente
che lega il flusso
al punto di un filo
con nodi alla tua gola
ad ogni respiro vivo
del coraggio di vivermi

 

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Soggetto

29 giovedì Gen 2015

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, Senza Categoria, versi, versi poetici

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poesia, versi, versi poetici

Tienimi nel presente
perché per il mio quadro
non c’è alcun futuro
oltre i tuoi colori

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Nel nome di Lui

08 giovedì Gen 2015

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, versi, versi poetici

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poesia, versi, versi poetici

Ho scucito le capriole del marmo
per una tua immagine
una misura dei tuoi occhi
che mi sbuccia le braccia
d’ogni mare natio
nella genesi delle fontane
che mi sono il sangue
vivo del colore
d’ogni sacrificio compiuto
per arrivarti qui
dove incido il mio cuore
ai piedi dei tuoi suoli
per scenderti gli abissi
d’un oceano di sguardi
rossi di tramonti
dove il sole vendica
ogni futura notte
lontana da te
che hai rinchiuso il mio futuro
nel disegno di una bellissima perdente

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Soluzione 1

18 venerdì Lug 2014

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in foto, poesia, versi, versi poetici

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foto poesia, versi, versi poetici

C’è la luce
e l’accumulo del torpore nei respiri
per un cenno che trae l’impulso
dalle propulsioni degli aeroplani.
Ogni gesto catapultato
in uno spiraglio di cielo a sé stante.
I corpi non hanno mai avuto problemi
a slegare le proprie ali per gli schianti.

aereo

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Passo

05 sabato Lug 2014

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, versi, versi poetici

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poesia, versi, versi poetici


Tengo il passo
e non posso attraversare
passione
senza che la passione
mi consumi
La morte ha le radici nelle radici
e i rami nei rami
e fiori
per ogni angolo di terra
di un cammino
a cui dici
passo
E non posso attraversare
passione
senza
trapassare

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per la tua bellezza

23 lunedì Giu 2014

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, versi, versi poetici

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poesia, versi, versi poetici

Eppure quanta grazia in tutta questa decadenza.
scivoliamo giù per le colonne degli astanti alla nostra anima
siamo un corpo speciale
per il pericolo
vigiliamo il fuoco
prima di spegnerci
come vestali
in caduta mai libera
mentre ci scendiamo
senza arbitrio
arbitrati
dal passato
di un pilastro altro
cui si fece templio
nella città sacra
del nostro libro
intuendo la pagina
dall’occhiello
e dall’occhio più limpido
fra le nuvole

Mi sono data un voto
per la tua bellezza

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cuore antenato

19 giovedì Giu 2014

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in versi, versi poetici

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poesia, versi, versi poetici

per peripezie
in tappezzerie
di sceniche seccate
in un colpo
si ripetono gli occhi
sul futuro
si chiudono
al passato
quando il sole è precipitato
in ogni simbolo
che è un colpo
al cuore
antenato
sul fresco muro bianco
delle nostre stanze
immacolate

russiapink
                                                                                                      Russia, Kareliya, Питкяранта – webcam

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A tutti

14 sabato Giu 2014

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in versi, versi poetici

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versi, versi poetici

ti lascio il soffio nella brezza dello spirito goduto in un singhiozzo di gioia inumidito

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Eterno

11 mercoledì Giu 2014

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, versi, versi poetici

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poesia, versi, versi poeticii

grembo porterò come m’appare
sul mio grembo il tuo infinito
con le mano colme a un giorno
che m’eterni dentro al padre

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Istantanea

10 martedì Giu 2014

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in foto, poesia, versi, versi poetici

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foto, poesia, versi, versi poetici

briciole

New York, 1949

istantanea Nina Leen

Starò con te così tanto
da diventare un tuo simile
e sarai tu
a chiedermi le briciole
uomo

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scusa

07 mercoledì Mag 2014

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in prosa poetica, versi, versi poetici

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prose poetiche, versi, versi poetici

Abito in un cortometraggio perché finirà presto questo spezzone e poi l’altro per segnalazioni occasionali in posti grevi del mio petto cuore a cuore nel ghetto della ragione con un milione di euro per mille milioni di scuse alla mansione di creatura naturale e triste come un bambino abbandonato a sé stesso adesso adesso che mi libero di persone ingombranti e pesanti che riempiono piatti e cercano fortuna come te nel mondo quadrifoglio trifoglio bifoglio foglio penna e per andare avanti una buona scusa

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Fuocherelli

07 mercoledì Mag 2014

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, versi, versi poetici

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poesia, versi, versi poetici

t’avrei dato nome a fuoco lento
come di fiamma che non brucia
ma cera d’intorno alla luce che c’era
e cera e c’era mille volte ancora
potrebbe per ipotesi che tu ti avverassi
nei sortilegi del calore che sciolgono le reni
e tremi se ti dico che ancora posso
creare questo fato di magia d’afflato
o con il fiato spegnere tutto
sul bordo ormai dimenticato del letto
ed accendere solo una candela a lutto…

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Cielo minore

07 mercoledì Mag 2014

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, versi, versi poetici

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poesia, versi, versi poetici

Tremula
come il ricordo
di una felicità
questa luna eclissata
dietro sipari di luce propria
alla compagna sfera del giorno
che già nascosta nascondeva la notte

le acrobatiche stelle delle orse
su carri rotanti al bagliore di sole
il carico delle messi estive
senza estasi e stasi ma fatica

traccio il mio orto concluso in terra
e mi perdo per le vie
di un travaglio senza figlio
di alcun dio che illumina

la mia strada percorsa nella febbre
della sera di mezzogiorno
al fuoco delle rose di maggio
sposa di un cielo minore

cala sipari di nuvole
pensieri di sparizioni
accoglie un raggio per ogni
perimetro di mano
che mi darò di mano

celebrando il mio matrimonio con me stessa

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sarà il mio nome

05 lunedì Mag 2014

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, versi, versi poetici

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poesia, versi, versi poetici

In un volo sincopato dalle nuvole
ove l’occhio racchiude il recinto incalpestabile
trottolerò leggerezza dalle ali degli uccelli
nelle danze di soffitti ricolmi di cose
di case di pensieri a lume di sole
e notti di lune cangianti dense come marmi
cesellando la ragione che mi porti ancora
avanti e sopra i cieli sarà il mio nome
dove la piuma si stacca riattaccherò la mia parola
veste di psiche che fluttua sulla vita
se mi manca il verbo non è che un peccato
a cui chiedo un perdono fedele come un cristo
l’ultimo al quale abbiano steso un cielo in terra
mille e mille rondini di ordini eterici
battono le ali per avversare la terra
batte il mio cuore per attraversare la mia altezza
nella misura in cui mi sento sollevata
per ogni mio gesto teso all’apice
nella vertigine di ogni caduta
che siamo

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calore

02 venerdì Mag 2014

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in eros, poesia, versi, versi poetici

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poesia, versi, versi poetici

Magma che esala un apostrofo
per non morire di freddo
dopo il primo lallare
dammi una lingua da baciare
fiamma che esala
il silenzio
di una nanna
per portarti a letto
come una mamma
dopo tanto calore

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mosca cieca

02 venerdì Mag 2014

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in versi, versi poetici

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Serena mosca cieca a tutti
amanti dello sbattere leali
in questo mondo di merda
urbis et orbi
per cogliere al volo
stronzata dopo stronzata
l’illusione
di una dea alata
la vittoria
che sarà certo bendata
da un drappo di carta moschicida
dove zitta anche lei
si cagherà sotto
per l’ultima volta
prima di aprire finalmente gli occhi.
fortuna,o  sfortuna
che anche questa l’ho già pestata

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E

01 giovedì Mag 2014

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, versi, versi poetici

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poesia, versi versi poetici

E
Quanto costa
sollevare un oceano
per un bicchiere d’acqua
al giorno

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Questa

01 giovedì Mag 2014

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, versi, versi poetici

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poesia, versi, versi poetici

alle nostre spalle
nient’altro che prati
tentati, vissuti, giocati
o mai percorsi

questa è la terra

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*

24 giovedì Apr 2014

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, versi, versi poetici

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poesia, versi, versi poetici

Guardare il fiore
da una angolatura
che non è di terra
che non è di cielo
che non è possibilità
né di crescere
né di giacere
fiore
ma forse piovere,
ancora
sulla primavera finita
che non frutta

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Sì

23 mercoledì Apr 2014

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, versi, versi poetici

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poesia, versi, versi poetici

Ti ricordi
che faccia
che facevi?
La vedi
la faccia
che hai?

forse un discorso non potrà neanche salvarti
ma una lettera sì

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Dell’amor esploso in aria

21 lunedì Apr 2014

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, versi, versi poetici

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poesia, versi, versi poetici

Tremano le armi d’un affetto mancato
nel bianco che bianco resta
come la morte su un lavoro incompiuto
scriverei di rosso questo se fosse un lamento
ma il sentimento ha già lasciato la fossa
alla più bassa delle prese lacrimogene
di questa camera a gas
dove si esala un respiro
in incipit al funereo mantello
che nero non s’appaga
dell’inchiostro versato
nel bianco che bianco resta
resterà forse il mio, il vostro nome
sulla chioma sbiadita
d’una candela come d’un santuario
che nelle mani di mille figli
esploderà come una bomba
nel loro battito sincopato
dell’amor esploso
in aria

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Miele Grattacieli

16 domenica Feb 2014

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, versi, versi poetici

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poesia, versi, versi poetici

Miele grattacieli
su lune che si stagliano
come zuccheri a veli
zollette dolce mondo
cotogno e di glasse
inzuppare la lingua
nel dolce elisir
e finir
mai
di gustare
la tua vita

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…altissime

11 martedì Feb 2014

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, versi, versi poetici

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poesie, versi, versi poestici

limo ogni fiume
mio limo di fiume
goccia a goccia
pianta stesa
su ogni suolo
a scambiare vento
con l’alito
di Dio.
Nelle arie
altissime.

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In indice

13 lunedì Gen 2014

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, versi, versi appunti ritrovati, versi poetici

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poesia, versi, versi poetici

Ti ripasso lo smalto

dall’alluce

nell’inchino

quando

siamo l’ uno nelle mani dell’altro

e guardiamo i piedi

sbattendoli forte in aria

suscitando applausi

in indice

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Mi gira da sempre in testa e non so più se è un mio verso

12 domenica Gen 2014

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, versi, versi appunti ritrovati, versi poetici

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poesia, versi, versi poetici

Quanto d’amore mancato…

“The Mechanics of Love” (1955) – Willard Maas & Ben Moore

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30 lunedì Dic 2013

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, versi, versi poetici

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poesia, versi, versi poetici

Rintocco sola
per tutti i miei soli
ma resto sola
per te solo
che sali
le scale
dei cieli
per scendermi
stella
con ciglia
dedsideri

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Ragioni di rugiade – a corte

22 domenica Dic 2013

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, versi, versi poetici

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poesia, versi, versi poetici

Mi regalerei mille stanze
e spazi a riverbero
di giostre di porte
di varchi a decori
più vive dei fiori
in mostre di stagioni
a sole e brine
ragioni di
rugiade d’ un calore
che solo la corte
degli occhi
non smette
alla corte mia
d’amore
infinita

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Scena di guerra- una poesia di Gianfranco Fabbri

02 lunedì Dic 2013

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in Gianfranco Fabbri, poesia, versi, versi poetici

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gianfranco fabbri, poesia, versi, versi poetici

Trovammo, giù oltre le vecchie scale della fonte, un giovane tenente morto da due giorni, con il torace sconvolto dalla mina;

lo squarcio aveva avuto ragione del costato; cuore e polmoni più non si conoscevano sovrani di se stessi;

l’occhio, spalancato oltre l’umile fissità, era lo zimbello delle mosche pazze di vita.

Qualcuno venne – tirò su quei resti e li avvolse in un lenzuolo d’incerato.

Vedendo la compagine sparire, ci sentimmo più poveri e della povertà sicari.

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Un tuffo senza neanche uno schizzo

25 lunedì Nov 2013

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, versi, versi poetici

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poesia, versi, versi poetici

Cascate a Misteri
Cascate di Misteri
tutto
è domani oggi e ieri
e non c’è confine
fra gli atti
dell’esecuzione
al processo
della processione
fino al rovescio
di ogni tempo
infinito

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Rotta a tutto

08 venerdì Nov 2013

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, prosa poetica, versi, versi poetici

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poesia, prosa poetica, versi, versi poetici

La rotta a tutto non può che ricomporsi in spezzoni che sfasciati a ogni nastro la parte del pezzo la scheggia in un ritaglio di brano spartito ci vuole la scheggia ed il tocco per il servizio d’articolo determinato a tempo indeterminato luogo comune a chiunque  eppure solo per pochi uscire dalle righe trovare la linea ed il fregio per solcare ogni fila e passare davanti davanti davanti in fronte averlo scritto

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Tutti giù sempre

03 domenica Nov 2013

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, prosa poetica, Senza Categoria, versi, versi poetici

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poesia, prosa poetica, versi, versi poetici

per tessere al parco filo club l’entrata in una nuova room in  un saloon  contavamo gli attimi e poi i secondi primi dopo primi noi x terzi in periodi distanti d’istanti stanti tanti stenti quanti i lenti calanti concatenanti le perle ed i punti dei pianti issati sui colli preziose le strette dei denti sul riso mondato mandato dal cielo
miracoloso ad ogni fine che è confine di un nuovo fuso e uno filo nodo in gola per una trama quanta storia gloria e miseria della materia lo studio di una puntata sulla bandiera e sulla luna per un marziano e bach che suona mentre muore il gas e l’acqua che sbolle nessuno la sala e non sale più niente non sale più niente non sale più niente scendono tutti giù sempre

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Piove

03 domenica Nov 2013

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, versi, versi poetici

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poesia, versi, versi poetici

Piove
dolce cupola di livrea paradisea
le tue parole sono un’idea
per resistere ad un’ epopea
come l’amplesso fra un dio e una dea
come il fiato di un maratoneta

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Siamo macchie nere inchinate

26 sabato Ott 2013

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, versi, versi poetici

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poesia, versi, versi poetici


Siamo macchie nere inchinate
sulla morte della piuma più alta

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Sulle corde

19 sabato Ott 2013

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in poesia, versi, versi poetici

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poesia, versi, versi poetici

L’autunno e un paracadute
per pareggiare le note
su questo spartito
sulle corde
di strumenti intonati
alle arie del tempo
che non si dà arie
di avere motivi
ma solo il dovuto decoro
al battere

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Era un autentico falsario conosceva a menadito i trucchi del mestiere. Pose la sua firma sul manoscritto ed io riconobbi nella sua mano la stessa mia mano che riproduceva la nostra calligrafia.

NOTA per commentatori fantasiosi

non credo sia possibile lasciare immagini nei commenti ai post di questo blog, se non solo all'amministratore( a me è concesso). per le immagini, potete lasciare il link all'immagine stessa. per i video, che sono invece ammessi da wordpress, inserire il link lungo di youtube che trovate nelle opzioni dello stesso youtube grazie a tutti.

il mio editore – l’arcolaio

per ordinare il mio libro scrivere a info@editricelarcolaio.it o rivolgetevi alle migliori librerie

Premiata dalla rivista di ricerca letteraria ANTEREM al concorso Lorenzo Montano

su nazione indiana

mie poesie ospitate da Daniele Ventre su blog NAZIONE INDIANA

su nazione indiana : concordi a kanop – me & bob quadrelli

Tracce di Asfalto Rosa su Reb Stein

QUADERNI DI REBSTEIN XL

Lettura di INFERNO MINORE di Claudia Ruggeri – Il Matto (prosette) estratto

Ospite del blog delllo stimato professor Gabriele La Porta

l’inferno minore di Claudia Ruggeri su RebStein, con una mia lettura a Il matto, prosette

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Grazie per le 2293 letture al quaderno di poesia, dal 21 marzo 2011 ad oggi, 21 marzo 2012!! un anno pulcherrimo :)

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