Canto senza voce
20 giovedì Giu 2013
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in20 giovedì Giu 2013
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in17 lunedì Giu 2013
Posted poesia, versi, versi poetici
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Vuoi qui tu darmi
il peso
la pendenza del cerchio
l’intima geometria
che nessun Giotto-
potrà mai scrivere
uguale
preciso-
al Mondo?
15 sabato Giu 2013
Posted poesia, versi, versi poetici
inTag
Risalire i
tratti
e i
tratteggi
di questa
vi(t)a
sino al
punto.
Di fuga.
solipsistica
mossa
zebrata
fra il bianco
e il nero
di un
piccolo
passaggio
rubato
nel tuo
segreto
nelle tue
segrete
intimate
dall’Alto
Al fermo
immagine
immaginare
immaginato
sino
all’ultimo
titolo
di coda
dalla testa
ai piedi
ri
verso
la posa degli anni
al basso
in rilievo
sollevato
in sorto
inn’alzato
dal futuro
al passato.
Capitolare.
Al capitombolo
al capo-
linea
(ment(r)e scendo)
Capo
volto
.verso
saldo
salto
ometto
svengo
tendo
pendo
giungendo
man
mano
man
al
Capo
giro
11 martedì Giu 2013
Posted francesca canobbio, poesia, versi, versi poetici
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Percome
nel blocco degli astri
tu fosti nell’orbita cieca
stella nell’occhio di blue
che orbo
torba tempesta di tratti
discendesti il colore
della mano
segnata
sino al più cupo
dei neri
al taglio del mazzo
come linfa sgorgò
nel fiore degli anni
come linfa che disfa
allo strappo
dalla terra fremente
di sterpi fra i sassi
rotolante
allo sfratto
e derive
di suoli sconnessi
e giunchi
e rupi
e ghiaccio
a laccio
per fermare il fiotto
del sangue
che scorre
lento
e lento ancora
si àncora
e si disfa
ad estuario
per quel corpo
che si tiene
e appena
si tiene
a pena
di vita
per le vite
che ti ebbero
a grembo
di mano
che manca
di dita
ormai
resta
un pugno
sepolto
dalle mosche
imbandito
il fantasma dell’arto
e dell’arte
il fantasma
che ti scrive
con l’indice
all’indice
che ti rivolta
le pagine
fra le pieghe
e le piaghe
leccate
neanche
da un cane
fedele
e non ci sono
santi
per tutti i giorni
maledetti
che manderesti
a benedire
da qui
quel grande eremita
di dio
nella valanga
che frusta
ogni buon uomo
ogni buon uomo
cattivo
nella sua cattività
nella gabbia
vuota
della sua vita
nella gabbia
vuota
della mia
vita.
Così
io
scappo.
Korniss Péter: Sietve, 1973 (via Várfok Galeria)
07 venerdì Giu 2013
Posted arte, canto senza voce, claudia ruggeri, francesco forlani, nazione indiana, poesia, scritture
inqui: http://www.nazioneindiana.com/2013/06/07/i-poeti-appartati-claudia-ruggeri/
Mio carissimo Francesco,
ti sono stretta con gioia “dolente” al sentito scritto su Claudia, la “Perla irregolare”, la “Barocca creatura” del tanto intricato, oscuro, tortuoso “Inferno Minore”, che nel nuovo libro di inediti “Canto senza voce”, che presenteremo con Elio Scarcilia e Maria Teresa Del Zingaro Ruggeri a Genova, il 12 luglio, possiamo indagare in quello che è il tempo dell’alba della sua poesia, nella genesi dell’idioma poetico della poetessa dal linguaggio totale che la renderà unica ed in posizione di assoluta singolarità e solitudine di voce nel panorama contemporaneo. Un’alba che, come la stessa Claudia scrive nel suo “Canto senza voce” nella poesia intitolata “VITA”, è comunque negata all’uomo ed alla sua esistenza:
“Non ha alba la vita
né tramonto.
Essa è un tramonto
all’alba
e invano tendi
supplice la mano
al lampo che ti acceca
nel breve istante
in cui ti dà le stelle.
Così gramo di tempo,
in un eterno
di te deserto,
vedi scolorire
allo spuntare dell’alba
il tuo tramonto.”
Ecco l’ombra che sempre Claudia si porta addosso: nei sui primi versi; nei canti di “Inferno minore”, dove l’autrice arriva a profetizzare la propria fine ( “e volli/il “folle volo” cieca sicura tuta/volli la fine delle streghe volli/il chiarore di chi ha gettato gli arnesi/di memoria di chi sfilò il suo manto/poggiò per sempre il libro (…).”); nelle lettere, come quella a Fortini, di cui tu indaghi, e di cui ti sono infinitamente riconoscente per il solenne spessore della gravità ed insieme meravigliosa-indicibile bellezza del video di Carmelo Bene, da te qui riportato, che sposa con enfasi suprema e solidarietà, sostegno, unione di spirito, l’atto del “Poeta suicida”, che solo nel gesto estremo trova via di scampo all’”Amaro Carnevale” della vita. Il Barocco di Claudia è appunto l’anticamera della modernità, dove ci si traveste per una recita vana, ma ormai inevitabile, nella quale ci si trova a condurre la propria esistenza, di impostura in impostura, come Claudia scrive in “congedo”:
“Le fer des mots de guerre se dissipe dans l’hereuse matièere sans retour.”
così dal colmo, ormai, nuoce
il dimandar parenzé, come
il Distrarsi. Lasciatemi
a questa strana circostanza. Qui
so, con il mio amore, e con chiunque
vi arrivi, che a questo inferno minore, tutto è minore; medesimo
è solo il Carnevale. Ahi l’impostura
seguente che riduce che quagiuso nemena.
“Canto senza voce” si apre con la prosa inedita “Elogio della follia”, dove Claudia riconduce il termine “artista” al vocabolo “anemo”, “senza nessuno”, “vuoto”.«L’uomo è vuoto sempre, quindi anche l’ispirazione è vuoto e lo sarà anche la creazione (…) Cos’è l’artista? Vuoto. Cos’è la creazione. Niente. (…)»
L’abbaglio è quindi aggiungere al presente altro falso pieno e l’irreversibile impossibilità di creare. L’artista vive allora sospeso nel vuoto, così come il vuoto è l’essenza materica e spirituale, la matrice, la materia prima di cui sono fatte ispirazione e creazione.
Claudia sembra aver compiuto l’ultimo gesto della sua vita per ricongiungersi al quel Vuoto che per lei Tutto era irrimediabilmente Origine, rifondendosi con esso, nella sua personale consapevolezza di totale impotenza e nella convinzione che proprio il Vuoto è ciò che permette a chi ha iniziato di continuare a creare…
Francesca Canobbio
07 venerdì Giu 2013
Posted poesia, versi, versi poetici
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Cara
Stella Gemella.
I filosofi scrivono l’universo
insieme agli astronomi
ma ogni stella
è separata dallo spazio
del vuoto.
Il Big Bang
é il primo battito
del grande
cuore
Tutto
destinato
a strepitare
di cocci
frantumi
caotici
dell’unico
corpo
stellare
che fummo
La stella che con te implode
è il tuo amore
per di luce
il collasso
di un nero
buco
nel vuoto
di ciò che scompare
nel tuo tempo
ch’attira
ogni vicino
posto
corpo
era
che t’appartiene
ovunque essa sia
nello spazio
Se noi tutti fossimo
buchi neri
per contrasto
ci spegneremo
unendoci unisoni
al Topos del Terre Tutte.
Ma.
Stella Gemella
noi siamo in universi paralleli
e imploderemo sempre
alla distanza di miliardi di corpi
nella luce di anni distanti
uguali per età
nello spazio
degli spazi
delle nostre
vite
attraendoci
fino a fonderci
insieme
anche
se satelliti
e meteore
e sistemi solari
planetari
ci toccheranno
prima che noi
ci possiamo
unire
in fine
prima che
l’unico corpo celeste
nell’unica rosa
fisica
spoglia
si compenetri
in Tutto
da un buco nero
dato alla luce
figlio
di una stella
che figlierà
la tua
unica
Stella
Madre
e Figlia
mentre
Tu
leggi
di energia
mentre
Tutto
è legge
di energia
nel passato
nel presente
nel futuro
Stelle
Gemelle
siamo
con
o
senza
gravità.
Cara
Stella Gemella.
I filosofi scrivono l’universo
insieme agli astronomi
e questa poesia è così
fisica apposta
ed io non posso non parlarti
della vera
attrazione
dei nostri
corpi
questà
è la
gravità.
06 giovedì Giu 2013
Posted Senza Categoria
in
«Un giorno riuscii a capire il segreto della musica, ed io e Bach in quella violenza di note eravamo alieni alle sfere di vita iniziate a crollare, e veniva fuori in coatto spontaneo il monito che sorreggeva me e il mondo, il cui baricentro era quasi al limite della zona d’appoggio, nella zona di silenzio. Poi l’armistizio col connettere iniziò. E il nulla avanzò
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02 domenica Giu 2013
Posted appunti poetici, arte, composition, foto, francesca canobbio, immagini, poesia, versi, versi poetici
inune hundred days after the childhood
(1974)
Si fa una commistione molto forte
del cielo e della terra
come quando fuori piove
come il mondo sulle carte.
Che sia verbo mappamondo
in continua espansione
universo all’infinito
per massa
fine
per unità.
Dio
sono Io
nell’Aldilà.
dedicato a Giampaolo De Pietro
01 sabato Giu 2013
DUEL TO DEATH [1898]
Drury Lane Theatre ‘Women and Wine’
Edith Blanche and Beatrice Homer.