Tag
claudia ruggeri, eventi, francesca canobbio, genovainedita, inferno minore, letture, poesia, reading, scritture, versi, versi poetici, videopoesia
(Letture a cura della sottoscritta)
-qui la versione integrale del video della serata-
16 venerdì Mar 2012
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claudia ruggeri, eventi, francesca canobbio, genovainedita, inferno minore, letture, poesia, reading, scritture, versi, versi poetici, videopoesia
(Letture a cura della sottoscritta)
-qui la versione integrale del video della serata-
ribadisco: brava! e bellissima questa iniziativa, la voce che vibra la proposta.
Grazie infinite a Margherita, a tutti coloro i quali si sono dedicati all’ascolto delle letture dei versi di Claudia, nonchè a coloro che erano presenti fisicamente a questo straordinario evento, che si è potuto svolgere grazie all’opportunità che tanto generosamente Genovainedita Cultura mi ha concesso.
Mi auguro che la splendida voce di Claudia possa essere promossa e conosciuta sempre più nell’ambito letterario, così che la sua Grande Poesia possa finalmente conquistare quel posto che gli spetta ( cosa che è stata impedita anche dalla mancata ristampa dell’unico volume postumo della Ruggeri, “INFERNO MINORE”, opera che risulta a tutt’oggi di difficilissimo reperimento).
Grazie ancora! :) f.
Nessun culto dell’Ineffabile insegue e indulge il poiein di Claudia – ri/letto, ri/scritto, ri/generato dalle magie fonetiche di Fracsca – quasi si trattasse di una zona confinata nella lontananza di iperuraniche trascendenze; ciò vorrebbe dire irretirsi di nuovo nelle genericità di una fede, metafisica e grammaticale insieme, già demolita da Nietzsche. All’Ineffabile spetta ancora lo statuto dell’oggettuale. Prestandosi ancora a un genere di rapporto intenzionale qual è quello istituito dalla fede, l’Ineffabile rientra nella cerchia di ciò da cui lo si vorrebbe escludere: la cerchia della rappresentazione e della logica cui essa appartiene. Claudia/Francesca pare irridere, con amaro risentimento, detta logica imbrigliata nella funzione di supporto all’oggettualità dell’Ineffabile con versi taglienti quanto basta a indicare i luoghi-non luoghi appartenenti al lieto “disastro” dell’Indicibile. Quell’Indicibile che, al fine, è il limite stesso entro cui il linguaggio, urtando, si infrange. I testi innescano il movimento che conduce la parola a ri-farsi “segno” frangendosi contro il suo limite. Insistentemente, senza posa. Ma attraverso questo movimento, quasi in filigrana come in una sorta di irrisolta genesi, ci si mostra qualcosa. Il limite non è il contorno, il bordo, l’astratto “cessare” oltre il quale ancora una volta si spianerebbe il territorio dell’Ineffabile. L’Indicibile è altro. Il limite non è ciò che delimita dall’esterno designando l’area che sarebbe sottratta al potere espressivo del linguaggio. Come su una superficie topologica, il limite si ripiega all’interno di ciò di cui è limite. Né referente assoluto, né significato trascendente, l’Indicibile visionario e immanente di Claudia/Francesca sospende la parola ad una attesa che non avrà mai termine, sempre sul punto di accadere, come un futuro incombente, intraducibile nel concetto di “avvenire”.
chiedo venia per il refuso di cui solo ora mi accorgo: “…dalle magie fonetiche di Francesca…”