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Ritorno
29 martedì Dic 2009
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29 martedì Dic 2009
28 lunedì Dic 2009
Seduta sulla grande scala di marmo che portava all’androne, con il cielo che, fosco, spalancato sull’orda, elargiva l’ombra leggittima ai visi corrotti, scindendoli da quelli corretti, lei eleggeva i suoi ministri, investiva i cavalieri,consacrava i maghi eccelsi, disprezzava i mediocri. E lo sguardo del sovrano, da lontano, stabilmente orientato verso i suoi occhi, le confermava, aperto e fiero, quella realtà; che lei aveva intuito nell’immediato astratto della sua mente. Il quadro schietto suggeriva apertamente i percorsi da seguire nel consorzio di anime, per raggiungere le arance più succose del giardino. Non servivano astuzie: la malizia atavica armonizzava spontaneamente i corpi, che si allineavano nei punti cardinali del tempio, rivolgendosi i profili più proficui e prodigiosi. Di quella moltitudine di fiamme non ve ne erano accese che cinque: dalla brace tenace, dalla luce fulgente, dal bagliore eloquente. Fiamme esperte ad illuminare le ombre, attuali e decorse, delle altrui fiamme. Fù a quel punto che lei capì di essere nuda. Nuda e sola. E nudi si sentirono loro quattro: davanti ad uno specchio identico a loro stessi; che prometteva di porsi in parallelo agli altri specchi, provocando la riflessione dell’infinito. Il perpetuarsi di un’eterna riverberazione che li avrebbe costretti a ripiegarsi su loro stessi, obbligandoli ad una introspezione senza fine. Che loro temevano quanto la morte. Perche’ quei cinque corpi rischiavano di divenire di pietra; di immobilizzarsi nella fissita’ dell’eternità. Era il tempo dell’uno, ma loro avevano paura. E le cinque fiamme deliberarono allora, insieme e tacitamente, di estinguersi, declinando a notte. Rifugiandosi ciascuno nella propria tenebra, nella propria profonda oscurità. Per mantenere il mistero, per sposare l’occulto.
Conservando il ricordo della visione di Dio.
27 domenica Dic 2009
Maschere tristi
truccate di verità
possono ancora spogliarsi
e nude mostrare
la carne che vale
e quanto è valsa la carne
in questo carnevale
dove i coriandoli
si perdono nelle pozzanghere
E sotto i cappotti logori
in mutande
nell’intimo
e nel pubblico
sempre in ballo
senza peli sulla lingua
raccontare una storia
che dura per le prossime
generazioni
o per le prossime
degenerazioni
Che comunque
mai le vestirà di dignità
In questo mondo in abito da scena
dove il cenone dell’ultimo
vale più dell’ultima cena
26 sabato Dic 2009
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E’ verde viola rossa
la tua posa
sposa di un’idea
e vedova dell’immagine trascorsa
che scorre senza sosta
nei tuoi 1900 corpi di una vita
– 2000 soste di grazia
dall’infanzia di una fragola / al succo d’uva della senilità –
leggendo le lettere incise
sui marmi agli angoli delle strade
e incidendone le date
in un percorso sconnesso
dove il filo è l’ago che ti punse/
ti rese donna
di resa mai capace
se non nell’abbraccio
nella chiusa di una mano
che tace l’unghia
per graffio inciso
nel cielo
dall’ultimo quarto di una luna
che taglia lo spazio
in un sipario
aperto
fra le tue cosce
che sboccia
dal bianco al nero
fra la tua pelle e il sale
dell’unguento materno
di femmina che allatta
un universo di bocche mute
di verbo affamate
e lingue impronunciabili
24 giovedì Dic 2009
Vendono il vagito di un ventre vergine
che in un viaggio verticale
violando il vacuo
veniva a verità
vendicando vasti vuoti.
Nella vigilia vernale
fra le vili voglie di vischio
il volgo volge il volto al vizio
nelle vetrine vanitose
verniciate di verde e vermiglio
Vacilla il verbo
sul versante delle vittime
Viviamo in voragini vistose
al veleno di vipera
Senza vergogna
vendiamo la virtù
Vendono il vagito di un ventre vergine
Voulez vous?
23 mercoledì Dic 2009
Incedi
immacolata impronta incolore
incorrotta e impalpabile
impeto impressionistico
invisibile incantesimo illibato.
Illuminando tu ti inchini
imbiancando le impurità
di un impero imperfetto
impazzito
incline all’incubo
incendiario
impunito
illusorio ed illecito
che impallidisce non dell’io
ma dell’imprevisto tuo impasto
incastonato sull’itinerario
di incomprensibili
ingiusti
incoscienti ideali
di irresponsabili
che ignorano chi si immola
–inchiodato ed incosolabile-
incapaci di intravedere l’immenso
a immagine del tuo imponente incanto.
21 lunedì Dic 2009
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20 domenica Dic 2009
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Mi corse incontro a incominciarmi i passi
scomposti, incerti, di spioventi fossi
le mani , morse, tese in archi flessi
bramose forze pronte di riflessi.
Leste di intrecci, lacci ai fusti
liane in capricci, sospese e tonde
appese ai rami, baci le fronde
in freschi boschi alzati su crepacci
nascosti nella curva degli abbracci.
18 venerdì Dic 2009
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Cadono –
in luminoso dono
Un tuffo come un alto di cometa
-Cadenti e lucide-
Potrebbero essere
Di gioia / le lacrime
Se fosse come pioggia a ciel sereno
O notte illuminata da presenza
Per abbondanza di sufficienza
O abbandono al Caso
Senza smania…
…Stella…
in un firmamento
Che ruota (!)
A nome Tuo .
17 giovedì Dic 2009
Sporgo scalza sullo sfondo della scena,
scomponendomi simmetrica
al suo sguardo screziato di scarlatto.
Sosto spontanea
spogliandomi sferica della sottana,
sognando sodalizi soavi
e stasi simultanee.
Sfoggio scabrose sembianze
di strega salvifica.
Sortilegio,
stacco alla straziante sinfonia
dello struggente senno.
Supina
sussurro sottovoce
la semplice sequenza di sillabe
smarrita sulla scia dei sensi:
“Si!”
Lo scalpello sbuccia la scultura
schiudendo il sigillo
nella suadente sintesi
e io mi specchio nella somma dei simboli.
Strido subendo sublimi slanci
sensibili alle mie spine.
Scacco!
Soccombo superba,
sbronza.
Svengo,
stanca e sazia
scissa solamente dal sogno
sfumato nel sudore smaliziato.
16 mercoledì Dic 2009
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15 martedì Dic 2009
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Le daremo un nome
che suoni muto.
Che non si perda all’orgia
dei pentagrammi.
Che non batta fra denti e labbra
nei palati già umidi di parola
(fra le arcate
voce
che gola strozza).
Chiuderemo a chiave la nota:
che suoni muta
incastonata
fra il pilastro delle dita
e la cornice della bocca.
Contrapposti.
Muti e casti.
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qui una versione audio del brano: http://wwwnew.splinder.com/mediablog/rosadstrada/media/21882589
15 martedì Dic 2009
15 martedì Dic 2009
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14 lunedì Dic 2009
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S’alza
un pianto molle
mille bolle
sulla valle
un manto
bianco scialle
di tulle farfalle
un branco
cristallo
sul fianco brullo del colle.
Nevica!
14 lunedì Dic 2009
13 domenica Dic 2009
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E’ notte
Danza fioca l’ora intatta
cala quieta
ferma di luce
alta la pietra
precipita d’ombra lunare
Forma d’astrale
firma d’opale le strade
Voce non s’ode
Nel blu oltremare
sommi si cade….
E’ notte di stelle da Lui fatte spade
Alle porte supposte di un Ade
bussa un bagliore artificiale
Batte inerme un grido di carne
Ossa dormono in vesti d’arme
Di esplosi sassi di luce un fulgore
falcia atroce i passi del reduce.
E’ notte truce
Si muore
Notte che tace
notte di umana guerra
notte di giochi folli
sopra le fosse di terra
nella promessa audace
di una divina pace
si erra
si giace
13 domenica Dic 2009
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Tutto sulla plastica
scivola.
Tutto scorre
ma non ci bagna il fiume
nell’apnea dei tempi.
Tutto scivola sul petrolio:
anche il sudore
della vertigine dei suoli
scivola
sugli abissi dei vertici.
Tutto scivola
e niente pesa:
come il petrolio
galleggia sul mare
ed il petrolio
pesa più del mare.
Tutto scivola
e continua a scivolare…
12 sabato Dic 2009
Posted alfabeto, arte, audio-poesia, poesia
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Diva/ che dormi discinta/ dimenati docile/ divarica il derma/ denudati desta/ dardeggia desueta / dipingiti donna/ distesa su un drappo/ diventa declivio/dirupo/ e decolla/ diabolica e diafana/ divora i miei dubbi/ dammi una dose d’amore dissolto/ distilla il diluvio/ disarma il mio dogma divino/ dilegua il discorso/ duella col dramma./ Se la direzione/ è un decreto dettato/ da un despota duro/ un divieto in divisa/ discorde al disarmo/ che danaro distratto dissipa a dado/ divora il desco con dente di drago./ Domanda dolente/ al deserto/ un detrito di duna/ a dispetto digiuna/ disposta al dolore/ al duello/ a disfatta/ al delirio/ al destino/a un dissenso disperato/ e duetta con Dio/ dissacrandolo/ daccapo/ Diva…
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Qui una versione audio del brano
http://wwwnew.splinder.com/mediablog/rosadstrada/media/21872760
11 venerdì Dic 2009
Concordi in corde confluire
creando costellazioni celesti
confermando congiunzioni connaturate
Crepare di capricci di carne
cancellando concetti consueti
di città cariate
e cariatidi di chiese
Cogitabondi coincidere
cotrapponendo carteggi costernati
Carezzandoci corretti
costeggiando
corridoi e corsie corrotte
Cantando in curve
complici in complotti
curvare capi corteggiandoci
Confusi congegni concatenati
cresciuti in corse controvento
conturbati
culminando curvi in culle di cute
Con coraggio
comprendiamo
comprensibili compromessi
Curiamo
componetrarsi di complessi
concependo concerti complicati
Confortandoci nel confondere confini di conflitti
contempliamo contorni
congedandoci casti
Cavalchiamo clessidre
chiare calamite
di un caos
corto
10 giovedì Dic 2009
ascendono a liriche soglie –
di voglie in faville riarsi
in umidi morsi sparsi –
catena di gocce scioglie
in punta di roccia le braci.
E tace nell’elica dei baci
la voce in nodi tra i sensi
che in brividi di marmo densi
scende sui palmi tesi
pallidi di soffitti stesi
in bianchi affreschi immensi