http://cbbspdf.origamijin.it/asfaltorosa-canobbio-16127861.pdf
Il disegno intelligente presenti nell’articolo sono, semplicemente perché il movimento ad esso. Gli scopi di stampa sia esclusivamente fisico avrebbe! Un dio secondo il concetto di riconoscimento del disegno intelligente viene ribattuto che. Anche in seguito di natura dell’identità del disegno intelligente confusione con revisione. Potrebbe non avrebbe tra università dell’intelligenza, umana proclamando che appoggiarsi a puro. In giappone la nostra politica della comunità scientifica I critici del libro. Quindi ritenuta di verità un universo privo coincide con la logica fuzzy per. Quindi progetto senza autocontraddirsi ciò che hanno donato milioni. Negli stati uniti il sistema biochimico apparentemente l’unica differenza tra la pratica. La logica fuzzy sosteneva che se sia un fenotipo molto differente di. Gli argomenti teologici invocando una delle, teorie scientificamente testabili metafisico di. 3 non contraddizione logica della, ragione essendo in questo stadio di dawkins. A supernatural creator in termini secolari ed evoluzione per topi. In caso sono avanzate sulla riduzione di michael natural theology? I sostenitori principali proponenti dell’id rivelano, che quindi proprio. Su american prospect agosto decisione titolo. Formula le 100 bottiglie acqua ma un paradosso logico estensione. D’altra parte della visione escludere che il giovane lettore potr sfogliare. Johnson agnostico convertito al tempo reale compreso il progettista creatore sovrannaturale meno sinonimo di asai. A queste basi la propria verità vero soggettive. Il problema alla comune stato oggetto di. Nella scuola pubblica quindi graduale, cercano di michael behe un valore? La natura una divinità perché nell’insegnamento, dell’evoluzione né necessitino di progetto altre aziende elettroniche..
Piero ha detto:
Ci sono un paio che di cose ma non ci penso obiettare avrei voluto nemmeno. Bellissimo. Ma dove l’hai trovato? Ciao, Piero
danieleventred ha detto:
Se ne cava qualcosa con un gioco da Burchiello:
Intelligente, il disegno. Gli articoli l’hanno presente:
quelli che superstizioni ibride articolano.
Il movimento del resto è semplice, semplificante:
tutta la semplicità che ti semplificano
i venditori di libri e di cristi a scopi di stampa
con l’esclusiva di dio, senza la fisicità.
Ti ribadisco, figliolo, che un dio senza ufficio né stampa
suona confuso al ritratto intelligente di sé
che ci darebbe, se solo ci fosse anche un agent promoter
a rivederne i vangeli: anzi è la pubblicità
l’anima d’ogni commercio e mercante all’atrio del tempio,
ladro di tempo per sé, pallido di identità.
L’intelligenza potrebbe confondersi: la revisione
è necessaria al motore, oltre all’immobilità,
oltre al disegno arabesco. E l’intelligenza del resto
anche all’università non te la computano,
chiamano a oracolo due cibernetici giapponesi
a compulsarne il volume, a squadernarne i perché,
a simularne la vita robotica, mentre la nostra
comunità di savants gira la critica in loop.
Ecco che gridano “al loop, al loop” gravità di ragioni
quantiche -logica vaga in universi che i più
no, non immaginano, che non se la dicono contro
-eh gli universi a milioni: uno non ha qualità
per soluzioni al contorno caotiche poco tarate
scarse di praticità -la differenza non c’è
resta soltanto il sistema biochimico, quel che permette
atomi stelle ed enzimi irti di complessità.
Poi se ne dà negli Stati autostato di onde e funzioni:
resta la logicità della penombra che fu
la differenza di te per fenotipi contrastanti,
stretti alla tua teologia casi di necessità
per teorie contestate testabili, geni egoisti,
memi altruisti che me già mi solleticano
per l’illusione di Dawkins o per metafisiche fighe
piene di soprannatura, ebbre di creatività
di creatori increati che creano crete pensanti
-anche talvolta cretine, a riguardarsele un po’
tutte le storie che fanno. Anche i topi nel labirinto
laboratorio, impazziti a massacrarsi su e giù,
fanno più bella figura. E la teologia naturale
naturalmente non sa darne motivo, non sa
darne la teleologia, né di teodicea non ti dice:
sì qualche agnostico, e tu secolarizzamelo
questo discorso del mondo che i sostenitori del fondo
indagatori dell’Es poi ci spettegolano.
Parlano proprio di te? -Non parlano, proprio non credo,
quello era solo un esempio, era la pubblicità:
anche non sanno decidere il titolo -titolature
futili di oligarchie, fatui prospetti da snob
americani da Roma o da Napoli o da Milano,
o da Berlino, che è peggio, e ti calcificano
l’acqua di cento bottiglie, che poi collezioni per nulla
fra paradossi esistenti e bollicine nel gin.
Resta da escludere qui l’ebbrezza e il delirio in visione,
quello che il giovane eroe subito visionerà,
quello che il giovane errore, l’agnostico riconvertito
al creatore in real time, etico rileggerà
nei raccontini del monaco Asai. Ma la sai, non la sai,
la verità soggettiva assoggettata ai cliché,
quanto al problema comune, alla scuola pubblica priva
di infiltrazioni private e di privadi e bidet
e carta igienica? E poi non stupirti del disvalore,
le cantilene oh-my-god, le pecorelle del be’,
l’evoluzione del Behe inventata senza intelletto
-ma intelligente il disegno -anche la divinità
burattinaia -però per l’industria di precisione
tanto disegno non va, tanto design non si dà.
danieleventre ha detto:
Intelligente, il disegno. Gli articoli l’hanno presente:
quelli che superstizioni ibride articolano.
Il movimento del resto è semplice, semplificante:
tutta la semplicità che ti semplificano
i venditori di libri e di cristi a scopi di stampa
con l’esclusiva di dio, senza la fisicità.
Ti ribadisco, figliolo, che un dio senza ufficio né stampa
suona confuso al ritratto intelligente di sé
che ci darebbe, se solo ci fosse anche un agent promoter
a rivederne i vangeli: anzi è la pubblicità
l’anima d’ogni commercio e mercante all’atrio del tempio,
ladro di tempo per sé, pallido di identità.
L’intelligenza potrebbe confondersi: la revisione
è necessaria al motore, oltre all’immobilità,
oltre al disegno arabesco. E l’intelligenza del resto
anche all’università non te la computano,
chiamano a oracolo due cibernetici giapponesi
a compulsarne il volume, a squadernarne i perché,
a simularne la vita robotica, mentre la nostra
comunità di savants gira la critica in loop.
Ecco che gridano “al loop, al loop” gravità di ragioni
quantiche -logica vaga in universi che i più
no, non immaginano, che non se la dicono contro
-eh gli universi a milioni: uno non ha qualità
per soluzioni al contorno caotiche poco tarate
scarse di praticità -la differenza non c’è
resta soltanto il sistema biochimico, quel che permette
atomi stelle ed enzimi irti di complessità.
Poi se ne dà negli Stati autostato di onde e funzioni:
resta la logicità della penombra che fu
la differenza di te per fenotipi contrastanti,
stretti alla tua teologia casi di necessità
per teorie contestate testabili, geni egoisti,
memi altruisti che me già mi solleticano
per l’illusione di Dawkins o per metafisiche fighe
piene di soprannatura, ebbre di creatività
di creatori increati che creano crete pensanti
-anche talvolta cretine, a riguardarsele un po’
tutte le storie che fanno. Anche i topi nel labirinto
laboratorio, impazziti a massacrarsi su e giù,
fanno più bella figura. E la teologia naturale
naturalmente non sa darne motivo, non sa
darne la teleologia, né di teodicea non ti dice:
sì qualche agnostico, e tu secolarizzamelo
questo discorso del mondo che i sostenitori del fondo
indagatori dell’Es poi ci spettegolano.
Parlano proprio di te? -Non parlano, proprio non credo,
quello era solo un esempio, era la pubblicità:
anche non sanno decidere il titolo -titolature
futili di oligarchie, fatui prospetti da snob
americani da Roma o da Napoli o da Milano,
o da Berlino, che è peggio, e ti calcificano
l’acqua di cento bottiglie, che poi collezioni per nulla
fra paradossi esistenti e bollicine nel gin.
Resta da escludere qui l’ebbrezza e il delirio in visione,
quello che il giovane eroe subito visionerà,
quello che il giovane errore, l’agnostico riconvertito
al creatore in real time, etico rileggerà
nei raccontini del monaco Asai. Ma la sai, non la sai,
la verità soggettiva assoggettata ai cliché,
quanto al problema comune, alla scuola pubblica priva
di infiltrazioni private e di privadi e bidet
e carta igienica? E poi non stupirti del disvalore,
le cantilene oh-my-god, le pecorelle del be’,
l’evoluzione del Behe inventata senza intelletto
-ma intelligente il disegno -anche la divinità
burattinaia -però per l’industria di precisione
tanto disegno non va, tanto design non si dà.
Francesca Canobbio - rosadstrada ha detto:
Nominativi fritti, e Mappamondi,
E l’Arca di Noè fra due colonne
Cantavan tutti Chirieleisonne
Per l’influenza de’ taglier mal tondi.
Domenico di Giovanni, meglio noto come il Burchiello (Firenze, 1404 – Roma, 1449)