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La legge del buio XIII

21 mercoledì Ott 2015

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in arte, composition, cultura, foto, immagini, ispirato, letteratura, letture, libri, libro, poesia, poesie, prosa poetica, prose poetiche, racconti, scritture, versi, versi poetici

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la legge del buio, libri, libro, prosa poetica, versi poetici

Quanto si piega, si sferza, si liscia, si ammoscia, si dirige nelle ghiandole e nel sangue, di giorno in giorno, nell’esausto caos del momento preciso in cui si ci accorge di essere ancora vivi, dopo ogni notte, alla suprema alba dei canti diurni che riconducono all’esausto desco del travaglio sull’asta del saltimbanco in perenne fuga dalla caduta voraginosa nella selva del cervo abbattuto durante la caccia sfrenata alla preda del mondo, un fantasma senza arte né parte a guidare il proprio baule in trasferte per vette e pianure di spazi che rigettano i corpi affilati dalla lotta perenne con la propria figura che si dirige di maschera in maschera verso sepolcri di mondo a conciliare baldorie e preghiere con giorni e notti a venire a supplicare una veste di pace sul soffitto inamidato del cielo che farfuglia canti che badano alla nuvola disastrosa in laghi di pioggia e lacrima di misteriosa fattura che infanga la terra di spermatica vita in divenire di orti e di fiori maldestri senza braccia e su un solo piede nello sguardo paralizzato delle loro croci a corona del cerchio dell’esistenza mutilata dei fiori per belletti ad inutili altari di sandali tripedi per santi che portano la pace nel cuore di una croce o di una moschea o chissà quale tempio per nuove sante guerre che vorrebbero decidere del tuo destino celeste, quando il colore è una nota iridescente, iris spietata che investe l’umano della costosa fatica di stare al giorno svegli alla luce dei giorni, iris dell’anima sola e disfatta che non prega che il diritto alla separazione dal matrimonio con il corpo terreno e si esalta di momenti di fulgida estesi in abbracci spietati con l’etere eterno in ogni momento di rara unica sacra e sfuggente ventura di gioia, riposta nell’unica carne che ci possa rendere immuni dal fuoco del mondo, il corpo astrale nel viaggio verso ritmi di armonia che non sono mai negati a nessuno e costelleranno l’essere nella notte dello spirito, quando tutto si consumerà nella pace del respiro che dissesta le membra alla sincope sicura di inspirazione ed espirazione della terra, dei fiori amputati che stillano gocce di profumi per arti parzialmente invalidi come quelli della memoria, che si consuma oltre la soglia al cigolare della messa eterna sull’altare del palco che imitatori di sagome consumeranno esperte di battute a dare le voci più grandi ai più piccoli nella genesi di ogni creatura plagiata da madre e padre terra, in una lingua che solo in pochi, superato il buio, sapranno pronunziare e non lallare per parlare con la forza che conviene alle creature senza corpo del vero cielo umano in terra

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La legge del buio XII

20 martedì Ott 2015

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in libri, libro, poesia, poesie, prosa poetica, racconti, scritture, versi, versi poetici

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la legge del buio, libri, prosa, prosa poetica, versi, versi poetici libro

Icaro perde le ali e la piuma per lasciare il suo segno nel mondo col fuoco del sole dei giorni a venire di lente prodezze della fatica del tempo che si indaga nell’esperienza di un inchiostro che non è che la vita al largo dell’antico sogno di confine entro un confortevole guscio a noi familiare e comodo ad ogni risveglio. Io cerco la pace nei giorni sereni di un mattino ma la mia anima abita il buio e con lui si spegne onirica in ogni letto disfatto e rifatto per la pace del corpo fino a che pace non lo separi dal corpo e gli tenga la morsa serrata sino al crocchiare delle ossa dimenticate sul marciapiede che abbiamo trovato ultimo giaciglio in nostro potere d’uomo con Icaro battuto per terra che lascia per sempre cio’ che lo colpisce a morte e lo divorerà per tutto il percorso della sua vita con chiaro coraggio trascorsa nel tempo di un viaggio che riporta a tutte le fasi della storia umana, a tutti i periodi che struccano in un assolo magnifico ed unico di struggente abito stonato e per persona di maschera in maschera sempre più antica e smodata nei toni, sino al pargolo del proprio figlio, di una prole di cuccioli impegnati a restituire il calore mancante da una vita, quella fiamma del focolare non per ragioni di forza costituiti consanguineamente, ma in virtù del proprio odore e della sostanza che è vera linfa di vita per l’uomo.
Il fuoco sacro dell’affetto è scarso sul suolo terrestre abituale al nostro sentire diurno e abbiamo un sonno per abituarci alla morte che sboccia ogni sera sul cronografo dei giorni e della sfera di spicchi di arancia amara del sole e della fatica umana dell’individuo spremuto in un cocktail stratificato dal ghiaccio dei simulacri della propria anima sempre in una coltre più fitta di lame che squarciano fredde le ali di Icaro al sapore di libertà al podio soffiato sulla candela di elio sovrano che ci infiamma le membra di un colore che solo il bambino può riscoprire nei giochi del mare di un ulisse che guida la nave della avventura ai confini della cromatizzazione terrena.
Nel buio la luce. Sia.

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La legge del buio XI

19 lunedì Ott 2015

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in arte, composition, cultura, francesca canobbio, ispirato, la legge del buio, letteratura, letture, libri, libro, poesia, poesia, prosa poetica, versi, versi poetici, prosa poetica, prose poetiche, racconti, scritture, versi, versi poetici

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la legge del buio, libro, prosa poetica, versi poestici

Il sole ha fatto una ruota sul buio centro delle nostre coscienze.
E un attimo si è affilato di iridescente croma di luce.
Altri giorni come lazzareti putrescenti al sapore della pena incisa dagli avi nel dna dell’umana creatura.
Colpa di fatiche per il popolo sepolto dalle gerarchie che solo il buio spegne con la tiepida e sacra corolla del sonno che investe le membra di nuova linfa e spegne la diurna saga della nostra incomprensibile esistenza al fuoco di questo cielo rosa, che nell’inverno delle stagioni apre le nuvole ad un sole che si coalizza con la sagoma degli uccelli a portare l’annuncio di nuovi canti al travaglio che mal sopportano le curve schiene del mondo sovrappopolato da città di schiavi che lo abitano intero nell’ora orizzontale, quando abbia da appiccare incendi sul nostro cuore che solo la follia del giorno conosce, sepolta dal solo sacro benedire del sonno che ripara i fianchi alle colonne della terra sparigliata per le trame di un reame per ogni Prometeo la cui aquila assassina squarcia il fegato consunto per quel gesto folle di illuminare il mondo che solo gli idoli attraversano indenni.
Processioni di uomini che ascoltano il canto dell’aquila a ritornare alla carne col becco di sangue che scrive la storia della luce nel cantiere del mondo, una fucina per gli storpi lavoratori delle miniere terrestri, dove gli orrori spaziano da spazio a spazio di suolo, capovolta ogni benedizione che maledettamente si dispiega a canto di tenebra come un cobra che abbia inciso la propria coda con i denti nell’uroboro della bestemmia perpetua dell’umano sopravvivere in questo purgatorio di luce.
E si apre una nuova tenda per l’attore del colosseo di fiere pronte all’assalto di un circo senza confini. Ed una nuova bestia ci insegna la bestia sin dai nostri primi giorni.
Bestia che sono, che sei , che siamo in questo anfiteatro per figuranti mai originali, persi nella scena di un gobbo buio che ribatte di parole gli spartiti sempre uguali per suoni di intarsiate cetre di pelle umana che vibrano del soffio che l’umana sofferenza ha inciso sulla carotide aperta dalla vita sicaria che richiede un compenso di morte per ogni figurante del pianeta e installa nell’ esercito 12000 aste di guerra per armi a combattere il fuoco dei giorni nella battaglia che tappa i musi all’unisono canto del sole per ogni spalto di generazione una nuova entrata nel girone della saga putrescente dell’esistere fra corpi vivi e corpi sepolti, che troveranno pace per la benedizione di un unico e solo buio totale e sacro alla vittoria di thanatos liberatore sovrano

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dalla lettura alla festa di Borgo Bassi – Erli – Paolo Vignola: LE VERITÀ DELL’’O..RA..CO..CO..CO..LO

17 sabato Mag 2014

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in arte, ciao nico, festa di erli, racconti, scritture

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borgo bassi, ciao nico, festa di erli, paolo vignola, scritture

cattiva strada
qui:

Fai clic per accedere a Q5-La-verita-delloracococolo.pdf

da “I QUADERNI DI SAN PRECARIO 5”

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Le cinque fiamme

28 lunedì Dic 2009

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in racconti, scritture

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racconti, scritture

Colonnato

Seduta sulla grande scala di marmo che portava all’androne, con il cielo che, fosco, spalancato sull’orda, elargiva l’ombra leggittima ai visi corrotti, scindendoli da quelli corretti, lei eleggeva i suoi ministri, investiva i cavalieri,consacrava i maghi eccelsi, disprezzava i mediocri. E lo sguardo del sovrano, da lontano, stabilmente orientato verso i suoi occhi, le confermava, aperto e fiero, quella realtà; che lei aveva intuito nell’immediato astratto della sua mente. Il quadro schietto suggeriva apertamente i percorsi da seguire nel consorzio di anime, per raggiungere le arance più succose del giardino. Non servivano astuzie: la malizia atavica armonizzava spontaneamente i corpi, che si allineavano nei punti cardinali del tempio, rivolgendosi i profili più proficui e prodigiosi. Di quella moltitudine di fiamme non ve ne erano accese che cinque: dalla brace tenace, dalla luce fulgente, dal bagliore eloquente. Fiamme esperte ad illuminare le ombre, attuali e decorse, delle altrui fiamme. Fù a quel punto che lei capì di essere nuda. Nuda e sola. E nudi si sentirono loro quattro: davanti ad uno specchio identico a loro stessi; che prometteva di porsi in parallelo agli altri specchi, provocando la riflessione dell’infinito. Il perpetuarsi di un’eterna riverberazione che li avrebbe costretti a ripiegarsi su loro stessi, obbligandoli ad una introspezione senza fine. Che loro temevano quanto la morte. Perche’ quei cinque corpi rischiavano di divenire di pietra; di immobilizzarsi nella fissita’ dell’eternità. Era il tempo dell’uno, ma loro avevano paura. E le cinque fiamme deliberarono allora, insieme e tacitamente, di estinguersi, declinando a notte. Rifugiandosi ciascuno nella propria tenebra, nella propria profonda oscurità. Per mantenere il mistero, per sposare l’occulto.

Conservando il ricordo della visione di Dio.

44.407062 8.933989

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contatti: asfaltorosa@libero.it

Era un autentico falsario conosceva a menadito i trucchi del mestiere. Pose la sua firma sul manoscritto ed io riconobbi nella sua mano la stessa mia mano che riproduceva la nostra calligrafia.

NOTA per commentatori fantasiosi

non credo sia possibile lasciare immagini nei commenti ai post di questo blog, se non solo all'amministratore( a me è concesso). per le immagini, potete lasciare il link all'immagine stessa. per i video, che sono invece ammessi da wordpress, inserire il link lungo di youtube che trovate nelle opzioni dello stesso youtube grazie a tutti.

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Grazie per le 2293 letture al quaderno di poesia, dal 21 marzo 2011 ad oggi, 21 marzo 2012!! un anno pulcherrimo :)

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  • Warsan Shire, “Benedici la figlia cresciuta da una voce nella testa” (a cura di Annachiara Atzei) febbraio 1, 2023
    Cosa ci rende umani? A quale luogo apparteniamo, quali sofferenze passano dal corpo o a quale Dio rivolgerci sono le domande che Warsan Shire si pone in Benedici la figlia cresciuta da una voce nella testa (Fandango libri) – in corso di pubblicazione in undici paesi – che raccoglie i testi scritti dall’autrice britannica dal 2011 a oggi. […]
    redazionepoetarum
  • Su ‘Il segreto del talento’, di Valeria Parrella gennaio 30, 2023
    Valeria Parrella è una delle scrittrici italiane contemporanee di maggior talento e ha scritto un testo teatrale proprio sul talento, o per meglio dire sul talento e sulla sua scomparsa, sulla perdita del talento degli artisti e quindi sul loro sopravvivere in quanto tali, in quanto artisti – con o senza talento. La pièce, un atto unico intitolato Il […] […]
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  • Infinite quest: dialogo con Valerio Magrelli (una rubrica a cura di Giulia Bocchio) gennaio 28, 2023
    Domanda e risposta: due entità complementari, eppure l’una genera l’altra, in un interscambio potenzialmente infinito, mai esausto, mai uguale a se stesso. La sintesi dell’incontro, il binomio preferito della conoscenza. E della curiosità. “Intervista” è solo il nome che ne racchiude l’atto e l’intenzione ma, in questa rubrica, protagonista sarà il dialogo – […]
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RSS Carteggi Letterari – critica e dintorni

  • Nelle rapide in secca dell’autunno
  • Per un figlio
  • Per un figlio a Messina
  • La farfalla
  • Conversazioni con i morti
  • Hailalue! Certo, come no
  • Finché mi regge la carta. Incontro con Francesco Balsamo
  • primo tempo di un fuoritempo,come una domanda
  • La poesia del giorno: “Primavera, o nel tuo amore c’è il dolore di un fiume” -Yang Lian
  • L’Artè delle cinque: “La toilette” – Henri de Toulouse-Lautrec

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  • Juan José Vélez Otero, poesie gennaio 31, 2023
        traduzione di Marcela Filippi     APÁRTATE, QUE ME NUBLAS EL SOL Ciertas gentes padecen un mal inconfundible: pasean solitarios y sonríen a la vida con tristeza, beben … Continua a leggere →
    ninoiacovella
  • Siediti qui. Riposati. Ricorda gennaio 24, 2023
    di Cupido Il vostro affezionatissimo si vergogna ad ammettere che è dovuto arrivare a quasi quarantadue anni di età prima di fare, sabato scorso, la tessera della Biblioteca Civica di … Continua a leggere →
    Guido Cupani
  • Abbiamo discusso dell’aldilà, di Paolo Pitorri gennaio 20, 2023
          PAOLO PITORRI, DAI DINTORNI DEL CORPO Una riflessione e cinque poesie da “Abbiamo discusso dell’aldilà”, Marco Saya 2021     di Vincenzo Di Maro Un forte lettore … Continua a leggere →
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  • Saggio sulla paura, di Fabrizio Miliucci gennaio 15, 2023
        di Nino Iacovella     La dolce vita agra   Capitano, ma per fortuna capitano, occasioni come queste: di soffermarsi sulla poesia contemporanea attraverso un’opera “necessaria”. Opera necessaria? … Continua a leggere →
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  • Sette racconti brevi, di Jorge Muzam gennaio 10, 2023
        traduzione di Marcela Filippi   Narràndome Más que contar, me cuento. Es mi inclinación afortunada o nefasta, dependiendo del ánimo o la distancia con que se observe. El … Continua a leggere →
    ninoiacovella
  • Marina Giovannelli, Distopica gennaio 5, 2023
    Qualche giorno fa ho avuto modo di ascoltare Alessandro Canzian, fondatore e direttore di Samuele Editore, mentre presentava le ultime uscite del 2022; in particolare mi hanno colpito alcuni pensieri … Continua a leggere →
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  • Tutta la terra che ci resta, di Silvia Rosa gennaio 4, 2023
        Dalla sezione: Prima della pioggia   All’estremità della notte le occhiaie ci confortano, piccole chiazze di lune piene sul volto. La redenzione del tunnel, con i suoi boati … Continua a leggere →
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  • La fabbrica abbandonata, di Fabio Franzin dicembre 20, 2022
      di Nino Iacovella Dal tempo del saggio “Schei” di Gian Antonio Stella sino all’ultimo articolo di Michele Serra sui capannoni industriali abbandonati nel Nord Est, due autori hanno descritto … Continua a leggere →
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  • Il nero della profezia “inglese” di Marilena Renda dicembre 15, 2022
    di Giusi Drago [Il testo che segue è nato da un invito di Martina Campi e Giusi Montali a collaborare a un episodio di formula_truepoetry, il loro format multimediale che … Continua a leggere →
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  • FLAMINIEN E NOEL, tradotti da Fabio Scotto dicembre 10, 2022
        Jean Flaminien “Della bontà” – “Bernard Noel, “Il poema dei morti”: due libri per l’editore Book, 2020 di Vincenzo Di Maro   A Fabio Scotto devo una delle … Continua a leggere →
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