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Ghérasim Luca – Appassionatamente – trad. di Daniele Ventre

19 martedì Nov 2013

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in Daniele Ventre, Ghérasim Luca, poesia, traduzioni

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Daniele Ventre, Ghérasim Luca, poesia, traduzioni

no no nononò passo
nonò ppasso passo nonò
il passo no il passo falso il no
nonono, il passo il mal
il malva il malvagio no
nono passo il passo il papà
il malvagio papà il malva il no
nono passa nopassopassa
passa passa passa lui lui no passo
passa lui il passo del no del papa
del papa sul papà del no del passo
passapassa passi il sopra il
il passo il passi passi passi pisciate sul
papa su papa sul sicuro la sicuro
la pipa del papà del papa pisciate in massa
passa passa passi passapassi la passo
la basso passi passapassi la
passio passiofagotto il basso
il passo passione il fagotto e
il no il basso do passo
nono do passo passio passione do
non do non domi non passi non dominate no
non dominate no vostre passioni passive non
non domino vostra passio vostra vostra
ssio vostra passio non dodò vostro
vostro domino d’oro
è dandanno do dodoro
do no passo non domi
no nopasso passio
vostro no non do non do non dominate no
vostri passi passioni vostri no vostri
vostri passi divo divoranti non do
non dominate no i vostri ratti
non i vostri ratti
non do divoranti non do non dominate no
non dominate no le vostre passioni ragioni vostre
non daminate no le vostre non le vostre non do do
minate minate le vostre nazioni ne mai do
minate non do non mi no no i vostri ratti
le vostre appassionanti ragioni di ratti di no
no passa passio minate passo
minate no vostre passioni vostre
vostri razionali ragù di ratti divo
divorateli divo dido do domi
non dominate questo ha questo pregustare
di ragù di no di passo di
passi di pasigrafia gra fifia
grafia fia di fia
fifia fan fantafan
fantafan coco
fantascopio fifia
fofo fifia foto do do
dominate do foto minate fifia
fotomicrografate i vostri gusti
queste pulci coreografiche fifia
dei vostri disgusti dei vostri danni no
no sta passio passione di da
coco sco da i danni no
il passo no passionà passione
passione appassionato nato nato
è nato della nato
della nega da della nega
della negazione passione gra spu
sputate spu sputate sulle vostre nazioni spu
della neve è è nato
appassionato nato è nato
a rana a rabbia è
nato lui alla nato alla necrorana cra rabbia è
è nato lui della nato della nega
nega ga cra sputate della nato
della ga passo nega negazione passione
appassionata naso appassioniamo io
io t’à io t’amo io
io io jet io t’à gettate
io t’amo appassioniamo t’amo
io t’amo io io gioco passione io amo
appassionato ato ato amo amare
emergere amare io io io amo
amare emergere e e e passo
passi passi a a a a amo
ama emersione passione
appassionato ato io
io t’à io t’amo io t’amo
passa passio o passio
passio o mia gr
mia gra spu sputate sulle ragioni
mia grande mia gra mia te
mia te mia gra
mia grande mia te
mia terribile passione appassionata
io t’à io terri terribile passio io
io io t’amo
io t’amo io t’à io
t’amo amo amo io t’amo
appassionato ato amo io
t’amo appassioniamo
io t’amo
appassionatamente amante io
t’amo io t’amo appassionatamente
io t’à io t’amo appassionato nato
io t’amo appassionato
io t’amo appassionatamente io t’amo
io t’amo passio appassionatamente

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Odissea – traduzione di Daniele Ventre ( Estratto) – Edizioni Mesogea

17 martedì Set 2013

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in arte, Casa editrice Mesogea, Daniele Ventre, epica, eventi, letteratura, lettere classiche, libri, Odissea, Omero, traduzioni

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Tag

arte, Casa editrice Mesogea, Daniele Ventre, epica, eventi, letteratura, lettere classiche, libri, Odissea, Omero, traduzioni

Dalla traduzione in esametri dell’Odissea di Daniele Ventre, in corso di pubblicazione per la casa ed. Mesogea

Omero

Odisseo e Laerte


(Odissea, XXIV, 219-348)

Come ebbe detto, l’eroe lasciò le armi d’Ares ai servi;
dentro la casa essi in fretta entrarono; Odisseo, frattanto,
s’avvicinava al fecondo frutteto, a provare suo padre.
E tuttavia, traversando il grande filare, non vide
Dolio, né i figli, né gli altri serventi, poiché tutti, allora,
a raccattare dei sassi, per farne un recinto al frutteto,
erano andati e i suoi uomini il vecchio guidava per via.
Solo suo padre egli vide, in quel ben tenuto frutteto,
presso una pianta zappava; vestiva un chitone sdrucito
e rattoppato, indecente, e intorno alle gambe allacciava
delle gambiere cucite in cuoio, a sottrarsi dai graffi,
contro le spine portava i guanti alle mani; e di sopra,
sulla sua testa, un berretto di capra, accrescendo la pena.
E non appena lo scorse, lo splendido Odisseo costante,
dalla vecchiaia disfatto, soffrire aspra angoscia nel cuore,
pianto stillò, si fermò all’ombra d’un pero in rigoglio.
Ed esitò, nel suo cuore, nell’animo, allora, dubbioso,
se ricoprire di baci il padre e abbracciarlo e narrargli
tutto, in che modo giungesse, tornasse alla terra dei padri,
o interrogarlo, da prima, e su tutto metterlo a prova.
Egli così dubitava, e gli parve fosse più saggio
metterlo prima alla prova, parlandogli argute parole.
Con quel proposito mosse lo splendido Odisseo a incontrarlo.
A capo chino zappava intorno alla pianta, Laerte;
dunque, accostandosi, a lui si rivolse il fulgido figlio:
“Vecchio, non mostri di certo imperizia nell’accudire
questo filare, ma è ben curato, e certo nessuna
pianta in giardino difetta di cure, né fico, né vite,
non un olivo, nemmeno un pero, neppure un’aiola.
Altro, però, ti dirò, ma non porti collera in cuore:
tu, per contrario, non sei ben curato, insieme vecchiaia
lugubre soffri e t’avvince squallore, ed hai misere vesti.
A trascurarti non è, per la tua pigrizia, un padrone,
né per aspetto e statura mi sembra ti segni, a vederti,
vita servile: somigli a un uomo di rango regale!
Già, tu somigli ad un uomo che appena lavato e nutrito,
dorma fra morbide coltri, com’è privilegio dei vecchi.
Questo, però, dimmi, adesso, e svelami in tutta chiarezza
di quale uomo sei servo? E per chi il filare accudisci?
E dammi poi veritiera risposta, a che io sappia bene,
se veramente noi siamo in Itaca, come mi disse,
mentre venivo quaggiù, un uomo che ho appena incontrato,
uno di cuore ben duro, ché non accettò di spiegarmi
tutto, e nemmeno di udire parola da me, quando chiesi,
quanto ad un ospite mio, se ancora sia al mondo, e sia vivo,
o se è perito, oramai, ed è nelle case dell’Ade.
Già, poiché questo ti dico, e adesso comprendimi, e ascolta:
là nella terra dei padri io diedi accoglienza ad un uomo,
al mio palazzo era giunto, e no, nessun altro mortale,
fra gli stranieri lontani, più caro mai in casa mi giunse;
e si vantava di stirpe itacese e ancora diceva
che fosse suo genitore il figlio d’Archesio, Laerte.
Io lo condussi alla mia dimora e un buon ospite fui,
con ogni cura l’accolsi, poiché c’era molto a palazzo,
quindi gli feci dei doni ospitali, come conviene.
Oro di buona fattura gli diedi per sette talenti,
tutto d’argento gli diedi un cratere, ornato di fiori,
dodici semplici manti, con essi altrettanti tappeti,
poi anche splendidi lini e ancora, altrettanti chitoni,
quindi, in aggiunta, anche donne d’un arte impeccabile esperte,
quattro, d’aspetto leggiadro, che scegliersi volle egli stesso”.
Gli rispondeva a sua volta il padre, che pianto stillava:
“Certo, straniero, hai raggiunta la terra di cui mi domandi,
ma la governano ormai degli uomini folli e superbi.
Vani, quei doni di cui fosti largo, dandone tanti;
se in terra d’Itaca vivo l’avessi potuto incontrare,
ben ricambiandoti i doni, t’avrebbe da sé congedato,
con accoglienza gentile: è giusto, per chi dona primo!
Questo, però, dimmi, adesso, e svelami in tutta chiarezza:
quanti son gli anni trascorsi dal tempo che tu l’accogliesti,
l’ospite tuo sventurato, mio figlio, se pure fu mai?
Misero: certo lontano dai cari, da terre di padri,
l’hanno mangiato nel mare i pesci, o magari sul lido,
preda divenne di belve e uccelli e non l’hanno composto
non l’hanno pianto la madre e il padre che l’han generato;
ricca di doni, la sposa, Penelope, ricca di senno,
no, non ha pianto lo sposo sul feretro, come conviene,
e non ha chiuso i suoi occhi: è questo l’onore dei morti!
E dammi poi veritiera risposta a che io sappia bene,
chi sei al mondo, e di dove. E dove hai città, genitori?
L’agile nave dov’è, sì, quella che te qui condusse,
e, pari a dèi, i tuoi compagni? O come mercante sei giunto
sopra una nave straniera, e andarono via, te sbarcando?”.
E gli diceva in risposta Odisseo ricco d’ingegno:
“Certo, ti risponderò con piena chiarezza su tutto.
Sin da Alibante provengo – ho là mie gloriose dimore –,
io, del sovrano Afidante, del Polipemonide, figlio;
il nome mio è invece Eperito; dalla Sicania
via mi respinse qui un dio, perché vi giungessi nolente:
dalla città sta lontana, dal lato dei campi, la nave.
Ma per Odisseo questo è oramai il quinto anno che volge,
dopo che via se n’andò, e dalla mia patria si mosse,
misero; eppure partì con lieti presagi d’uccelli,
tutti da destra, di cui io gioivo, nel congedarlo,
egli gioì, nel partire: e l’animo nostro sperava
di rinnovare accoglienza e scambiare doni stupendi!”.
Disse e piombò su Laerte una nera nube d’angoscia;
egli con ambe le mani afferrò la cenere bruna
se la gettò sulla fronte canuta, fra mille lamenti.
Ne fu sconvolto nell’animo, Odisseo, e per le narici
acre l’impulso del pianto salì, nel vedere suo padre.
E lo baciò, l’abbracciò, protesosi a lui, poi gli disse:
“Ah, sono io, sono io, padre mio, colui di cui chiedi,
io che la terra dei padri ho raggiunta dopo vent’anni!
Ora, su, frena il lamento e il tuo lacrimevole pianto.
Già, poiché questo ti dico, ed è tempo ormai d’affrettarci:
dentro la nostra dimora ho fatto sterminio dei Proci,
l’onta angosciosa ho così punita, e gli indegni misfatti!”.
Ed a sua volta rispose Laerte e spiegò la sua voce:
“Se sei Odisseo davvero, il figliolo mio che ritorna,
ora tu dammene un segno visibile, sì che ti creda”.
E gli diceva in risposta Odisseo ricco d’ingegno:
“Con i tuoi occhi da prima esamina la cicatrice
che sul Parnaso m’inferse un verro col candido dente,
quando vi andai: tu m’avevi inviato e la nobile madre,
là, dal mio nonno materno, Autolico, per ottenerne
doni, che giunto fra noi m’aveva promessi e accennati.
Ed anche gli alberi, via, qui nel ben tenuto frutteto,
ti elencherò, che m’hai dati un tempo, e di tutti io chiedevo,
giovane ancora, nell’orto seguendoti; noi fra le piante
camminavamo, tu ognuna indicavi a nome e svelavi.
Tredici peri tu m’hai donato ed in più dieci meli,
fichi, quaranta; e filari di vite ne avresti a me dati,
mi promettevi, cinquanta, e in tempi diversi da ognuno
si vendemmiava. Da quelli ogni specie d’uve nasceva
quando stagioni di Zeus li avevano resi maturi”.
Sì, così disse, ed a lui si sciolsero cuore e ginocchia:
ben riconobbe quei segni sicuri che Odisseo svelava.
E circondò con le braccia suo figlio; ed allora lo resse
ch’era oramai senza fiato, lo splendido Odisseo costante.

( in appendice a ” E quel poco d’amore che c’è”, di Emanuele Bianco, Fandango Libri, 2013)

Daniele Ventre (n. a Napoli nel 1974) ha pubblicato per l’ed. Mesogea la traduzione dell’Iliade di Omero (2010 -premio Achille Marazza 2011) e del Ciclope di Euripide (2013). Di prossima pubblicazione una sua traduzione dell’Odissea. Nel 2011 ha pubblicato per le Edizioni d’If di Napoli la raccolta “E fragile è lo stallo in riva al tempo”. Collabora con il blog Nazione Indiana.

Frammento di un rilievo di sarcofago,  Ulisse e Laerte  metà del II secolo d.C.  Roma, Museo Barracco

Frammento di un rilievo di sarcofago,
Ulisse e Laerte
metà del II secolo d.C.
Roma, Museo Barracco

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Sprich auch du

23 venerdì Mar 2012

Posted by Francesca Canobbio - rosadstrada in arte, celan, la dimora del tempo sospeso, poesia, Senza Categoria

≈ 2 commenti

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celan, francesco marotta, la dimora del tempo sospeso, poesia, rebstein, traduzioni

Il tanto atteso ritorno del grande Poeta, Maestro e Guida Francesco Marotta e della sua “Dimora del tempo sospeso” ( http://rebstein.wordpress.com ), di certo lo spazio del virtuale che meglio sa rappresentare la Poesia, dando ai suoi versi la generosità del “versarsi” nel mare delle voci, nelle onde sonore dei canti….. che proprio grazie alla sapienza di fm ed al pubblico affezzionato della Dimora è porto sicuro d’ oceano per i “naviganti”. Qui, Marotta, ci offre una sua traduzione di Celan.

la Dimora del Tempo sospeso

Kiefer Sprich auch du

Sprich auch du,
sprich als letzter,
sag deinen Spruch.

Sprich –
Doch scheide das Nein nicht vom Ja.
Gib deinem Spruch auch den Sinn:
gib ihm den Schatten.

Gib ihm Schatten genug,
gib ihm so viel,
als du um dich verteilt weißt zwischen
Mittnacht und Mittag und Mittnacht.

Blicke umher:
sieh, wie’s lebendig wird rings –
Beim Tode! Lebendig!
Wahr spricht, wer Schatten spricht.

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contatti: asfaltorosa@libero.it

Era un autentico falsario conosceva a menadito i trucchi del mestiere. Pose la sua firma sul manoscritto ed io riconobbi nella sua mano la stessa mia mano che riproduceva la nostra calligrafia.

NOTA per commentatori fantasiosi

non credo sia possibile lasciare immagini nei commenti ai post di questo blog, se non solo all'amministratore( a me è concesso). per le immagini, potete lasciare il link all'immagine stessa. per i video, che sono invece ammessi da wordpress, inserire il link lungo di youtube che trovate nelle opzioni dello stesso youtube grazie a tutti.

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per ordinare il mio libro scrivere a info@editricelarcolaio.it o rivolgetevi alle migliori librerie

Premiata dalla rivista di ricerca letteraria ANTEREM al concorso Lorenzo Montano

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Grazie per le 2293 letture al quaderno di poesia, dal 21 marzo 2011 ad oggi, 21 marzo 2012!! un anno pulcherrimo :)

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    “Io amo Totò”. Si perde allegramente il pudore, pensando a Totò. Le mie figlie sono innamorate di Totò; Mariam e Sara, le mie nipoti, sono pazze di Totò; un amore, mai sbandierato, che si irradia e che nello stesso tempo è segreto. La nostra vecchia casa riecheggia delle nostre risate, quelle di loro due bambine, … Continua a leggere Lettera d’amore a Totò ( […]
    Antonio Devicienti
  • Margret Atwood: eccoli, i senza nome gennaio 27, 2023
    Here they are, the nameless ones, who are still in some way with us. They knew what happened. They know what happens. * Eccoli, i senza nome, in qualche modo sono ancora con noi. Sapevano ciò che è successo. Sanno cosa sta succedendo. (Traduzione di Stefanie Golisch Il quadro è di Francesco Balsamo)
    sgolisch
  • Ogni giorno è oggi (I) gennaio 23, 2023
    Stefanie Golisch Ogni giorno è oggi (I) Un cieco che visita una mostra di quadri è un controsenso o l’unico visitatore degno di questo museo distrattamente percorso dai tanti in questa prima domenica del mese a ingresso gratuito: lo sto pensando al Brücke Museum di Dahlem mentre osservo un uomo anziano avvicinarsi alle tele come … Continua a leggere Ogni gio […]
    sgolisch

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RSS Blanc de ta nuque

  • William Stabile su Maria Pina Ciancio gennaio 26, 2023
     Le pagine del libricino "Tre fili d’attesa" di Maria Pina Ciancio, condensano le riflessioni maturate in anni di osservazione lenta, attenta a costruire un percorso intimo e personale, volutamente decantato nel tempo dalla poetessa.Tutto è fermo, freddo, come di pietra, e non c’è nulla da vendere, nulla da comprare, non ci sono traffici né merci… […]
    gugl
  • Bertollo su Silvia Dolci gennaio 23, 2023
     Paola Silvia Dolci DINOSAURI PSICOPOMPI Anterem Edizioni - Cierre Grafica 2022   Recensione di Armando Bertollo   DINOSAURI PSICOPOMPI di Paola Silvia Dolci, è pubblicato da Anterem Edizioni - Cierre Grafica, nella collana Nuova Limina, inaugurata nel 2021. Flavio Ermini, fondatore e direttore fino al numero conclusivo della rivista dalla quale le Edizioni […]
    gugl
  • Allì Caracciolo su Ranieri Teti Maggio 25, 2022
    Ranieri Teti, La vita impressa, Book Editore, 2022, euro 14,00IMPRIMERE  La vita impressa. La parola impressa. Altro titolo. Similare. Dove vita è parola parola è identità di vita. E di scrittura. Talora la scrittura compie l’ellissi del verbo reggente quasi a impegno di rigore etico: tacere l’azione, che determina la rete dei nessi logici, ne annulla il per […]
    gugl
  • Dispositivi, recensione marzo 31, 2022
     Una bella recensione di Silvia Comoglio su TELLUS folio aS. Guglielmin, Dispositivi, Marco Saya Edizioni, 2022 
    gugl
  • Stefano Guglielmin, Dispositivi (Marco Saya Edizioni, Milano 2022) marzo 3, 2022
     Stefano Guglielmin, Dispostivi, Marco Saya Edizioni, Milano 2022, euro 10,00     Quarta di copertina:   Questo libro evidenzia la centralità dei dispositivi nella nostra esperienza quotidiana, scegliendone alcuni di esemplari rispetto al poetico e alla salute. Essi si rivelano decisivi nella determinazione del soggetto che scrive e che vive, al punto da con […]
    gugl

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  • Infinite quest: dialogo con Edoardo Nesi (una rubrica a cura di Giulia Bocchio) febbraio 4, 2023
    Domanda e risposta: due entità complementari, eppure l’una genera l’altra, in un interscambio potenzialmente infinito, mai esausto, mai uguale a se stesso. La sintesi dell’incontro, il binomio preferito della conoscenza. E della curiosità. “Intervista” è solo il nome che ne racchiude l’atto e l’intenzione ma, in questa rubrica, protagonista sarà il dialogo – […]
    giuliabocchio
  • Abisso e perturbamento: ‘L’orrore letterario’ di Orazio Labbate (a cura di Elena Cirioni) febbraio 2, 2023
    In alcuni momenti della vita ci sono persone che possono provare una sensazione simile alla paura, ma più vicina allo sgomento. Può essere un pensiero cupo, una notizia cruenta di cronaca alla radio, un fatto raccapricciante raccontato da qualcuno, una visione strana che rompe l’ordine delle cose e spinge verso un’altra dimensione del reale. Un universo miti […]
    redazionepoetarum
  • Warsan Shire, “Benedici la figlia cresciuta da una voce nella testa” (a cura di Annachiara Atzei) febbraio 1, 2023
    Cosa ci rende umani? A quale luogo apparteniamo, quali sofferenze passano dal corpo o a quale Dio rivolgerci sono le domande che Warsan Shire si pone in Benedici la figlia cresciuta da una voce nella testa (Fandango libri) – in corso di pubblicazione in undici paesi – che raccoglie i testi scritti dall’autrice britannica dal 2011 a oggi. […]
    redazionepoetarum
  • Su ‘Il segreto del talento’, di Valeria Parrella gennaio 30, 2023
    Valeria Parrella è una delle scrittrici italiane contemporanee di maggior talento e ha scritto un testo teatrale proprio sul talento, o per meglio dire sul talento e sulla sua scomparsa, sulla perdita del talento degli artisti e quindi sul loro sopravvivere in quanto tali, in quanto artisti – con o senza talento. La pièce, un atto unico intitolato Il […] […]
    redazionepoetarum
  • Infinite quest: dialogo con Valerio Magrelli (una rubrica a cura di Giulia Bocchio) gennaio 28, 2023
    Domanda e risposta: due entità complementari, eppure l’una genera l’altra, in un interscambio potenzialmente infinito, mai esausto, mai uguale a se stesso. La sintesi dell’incontro, il binomio preferito della conoscenza. E della curiosità. “Intervista” è solo il nome che ne racchiude l’atto e l’intenzione ma, in questa rubrica, protagonista sarà il dialogo – […]
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RSS Carteggi Letterari – critica e dintorni

  • Nelle rapide in secca dell’autunno
  • Per un figlio
  • Per un figlio a Messina
  • La farfalla
  • Conversazioni con i morti
  • Hailalue! Certo, come no
  • Finché mi regge la carta. Incontro con Francesco Balsamo
  • primo tempo di un fuoritempo,come una domanda
  • La poesia del giorno: “Primavera, o nel tuo amore c’è il dolore di un fiume” -Yang Lian
  • L’Artè delle cinque: “La toilette” – Henri de Toulouse-Lautrec

RSS perigeion

  • Juan José Vélez Otero, poesie gennaio 31, 2023
        traduzione di Marcela Filippi     APÁRTATE, QUE ME NUBLAS EL SOL Ciertas gentes padecen un mal inconfundible: pasean solitarios y sonríen a la vida con tristeza, beben … Continua a leggere →
    ninoiacovella
  • Siediti qui. Riposati. Ricorda gennaio 24, 2023
    di Cupido Il vostro affezionatissimo si vergogna ad ammettere che è dovuto arrivare a quasi quarantadue anni di età prima di fare, sabato scorso, la tessera della Biblioteca Civica di … Continua a leggere →
    Guido Cupani
  • Abbiamo discusso dell’aldilà, di Paolo Pitorri gennaio 20, 2023
          PAOLO PITORRI, DAI DINTORNI DEL CORPO Una riflessione e cinque poesie da “Abbiamo discusso dell’aldilà”, Marco Saya 2021     di Vincenzo Di Maro Un forte lettore … Continua a leggere →
    ninoiacovella
  • Saggio sulla paura, di Fabrizio Miliucci gennaio 15, 2023
        di Nino Iacovella     La dolce vita agra   Capitano, ma per fortuna capitano, occasioni come queste: di soffermarsi sulla poesia contemporanea attraverso un’opera “necessaria”. Opera necessaria? … Continua a leggere →
    ninoiacovella
  • Sette racconti brevi, di Jorge Muzam gennaio 10, 2023
        traduzione di Marcela Filippi   Narràndome Más que contar, me cuento. Es mi inclinación afortunada o nefasta, dependiendo del ánimo o la distancia con que se observe. El … Continua a leggere →
    ninoiacovella
  • Marina Giovannelli, Distopica gennaio 5, 2023
    Qualche giorno fa ho avuto modo di ascoltare Alessandro Canzian, fondatore e direttore di Samuele Editore, mentre presentava le ultime uscite del 2022; in particolare mi hanno colpito alcuni pensieri … Continua a leggere →
    francescotomada
  • Tutta la terra che ci resta, di Silvia Rosa gennaio 4, 2023
        Dalla sezione: Prima della pioggia   All’estremità della notte le occhiaie ci confortano, piccole chiazze di lune piene sul volto. La redenzione del tunnel, con i suoi boati … Continua a leggere →
    ninoiacovella
  • La fabbrica abbandonata, di Fabio Franzin dicembre 20, 2022
      di Nino Iacovella Dal tempo del saggio “Schei” di Gian Antonio Stella sino all’ultimo articolo di Michele Serra sui capannoni industriali abbandonati nel Nord Est, due autori hanno descritto … Continua a leggere →
    ninoiacovella
  • Il nero della profezia “inglese” di Marilena Renda dicembre 15, 2022
    di Giusi Drago [Il testo che segue è nato da un invito di Martina Campi e Giusi Montali a collaborare a un episodio di formula_truepoetry, il loro format multimediale che … Continua a leggere →
    grisdrago
  • FLAMINIEN E NOEL, tradotti da Fabio Scotto dicembre 10, 2022
        Jean Flaminien “Della bontà” – “Bernard Noel, “Il poema dei morti”: due libri per l’editore Book, 2020 di Vincenzo Di Maro   A Fabio Scotto devo una delle … Continua a leggere →
    ninoiacovella

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