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arte, eros, poesia, versi, versi poetici
Tu sei la mia unica Lingua
e se mi tagli
sarò biforcuta
strisciando
come un serpente
sul tuo Uroboro
02 giovedì Giu 2016
Posted arte, eros, poesia, Senza Categoria, versi, versi poetici
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arte, eros, poesia, versi, versi poetici
Tu sei la mia unica Lingua
e se mi tagli
sarò biforcuta
strisciando
come un serpente
sul tuo Uroboro
12 giovedì Apr 2012
Posted poesia, versi, versi poetici
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“L’opéra-mouffe” (1958) – Agnès Varda
Senza luce
per il dirottamento di una stella
avremo carati di buio
per alimentare il nostro fuoco.
La luna stesa
che rotola nera dietro al sipario
sembra una palla da biliardo
la numero 8,
l’infinito.
E un cielo che è lo spazio
fra l’atmosfera e i corpi
vedrà congiunzioni
– e –
Ed è e sarà
che mi chiederai d’accendere
ancora, ancora e ancora
di bocca in bocca
saremo fumo grigio
fra gli anelli aspirati
celebrando in un rito etereo
ispirato dal f(i)ato
il nostro respiro
unisono.
17 sabato Lug 2010
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in21 mercoledì Apr 2010
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Concordi in corde confluire
creando costellazioni celesti
confermando congiunzioni connaturate
Crepare di capricci
di carne
cancellando concetti consueti
di città cariate
e cariatidi di chiese
Cogitabondi coincidere
cotrapponendo carteggi costernati
Carezzandoci corretti
costeggiando
corridoi e corsie corrotte
Cantando in curve
complici in complotti
curvare capi corteggiandoci
Confusi congegni concatenati
cresciuti in corse controvento
conturbati
culminando curvi in culle di cute
Con coraggio
comprendiamo
comprensibili compromessi
Curiamo
componetrarsi di complessi
concependo concerti complicati
confortandoci nel confondere confini di conflitti
contempliamo contorni
congedandoci casti
Cavalchiamo clessidre
chiare calamite
di un caos
corto
13 sabato Mar 2010
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Precipitami dalla bifora di un castello di carte
ritagliate fra i cuori
di un fante e di una regina
che ormai hanno scalato
i semi per i mazzi dei loro fiori.
Rendimi anche piccante
se vuoi i denari
del mio vellutato tappeto
in una chiusura aperta
ad ogni partita
17 giovedì Dic 2009
Sporgo scalza sullo sfondo della scena,
scomponendomi simmetrica
al suo sguardo screziato di scarlatto.
Sosto spontanea
spogliandomi sferica della sottana,
sognando sodalizi soavi
e stasi simultanee.
Sfoggio scabrose sembianze
di strega salvifica.
Sortilegio,
stacco alla straziante sinfonia
dello struggente senno.
Supina
sussurro sottovoce
la semplice sequenza di sillabe
smarrita sulla scia dei sensi:
“Si!”
Lo scalpello sbuccia la scultura
schiudendo il sigillo
nella suadente sintesi
e io mi specchio nella somma dei simboli.
Strido subendo sublimi slanci
sensibili alle mie spine.
Scacco!
Soccombo superba,
sbronza.
Svengo,
stanca e sazia
scissa solamente dal sogno
sfumato nel sudore smaliziato.
15 martedì Dic 2009
11 venerdì Dic 2009
Concordi in corde confluire
creando costellazioni celesti
confermando congiunzioni connaturate
Crepare di capricci di carne
cancellando concetti consueti
di città cariate
e cariatidi di chiese
Cogitabondi coincidere
cotrapponendo carteggi costernati
Carezzandoci corretti
costeggiando
corridoi e corsie corrotte
Cantando in curve
complici in complotti
curvare capi corteggiandoci
Confusi congegni concatenati
cresciuti in corse controvento
conturbati
culminando curvi in culle di cute
Con coraggio
comprendiamo
comprensibili compromessi
Curiamo
componetrarsi di complessi
concependo concerti complicati
Confortandoci nel confondere confini di conflitti
contempliamo contorni
congedandoci casti
Cavalchiamo clessidre
chiare calamite
di un caos
corto
22 martedì Set 2009
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in
I fiati affilati di guglie
ascendono a liriche soglie.
Di voglie in faville riarsi
in umidi morsi sparsi
catena di gocce scioglie
in punte di rocce le braci.
E tace nell’elica dei baci
la voce in nodi tra i sensi
che in brividi di marmo densi
scende sui palmi tesi
pallidi di soffitti stesi
in bianchi affreschi immensi
07 domenica Giu 2009
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07 domenica Set 2008
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inTu / tacito tabù
trionfo triste su un tramonto tremante/travolgente, trasparente./Sulla terra il tintinnio dei tuoi tacchi/il trucco tenue sulla tela.
Tu/ tenero timore
ti tengo in tasca il tempo di un tango/tentennando tasto il terreno/ tento la terna e trovo il tredici.
Tu/ tète-à-tète
torre tornita il tuo tronco in tempesta/ tempestato di turgidi terrazzi/nel talamo tagliente/un turbinio trascendente di trame./Ti tolgo la tonaca/ti tocco il torace tondo/e trovo il topos della Terra tutta./
Tu / teoria, terapia.
Tesi di un trattato tratteggiato e trasposto/trasfigurato dal turista di un tuo tragitto/trasportato in un testa-coda /al traguardo trasognato
Tu / ti telefono:
TU- TU- TU- TU…
06 martedì Nov 2007
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inI fiati affilati di guglie
ascendono a liriche soglie.
Di voglie in faville riarsi
in umidi morsi sparsi
catena di gocce scioglie
in punte di rocce le braci.
E tace nell’elica dei baci
la voce in nodi tra i sensi
che in brividi di marmo densi
scende sui palmi tesi
pallidi di soffitti stesi
in bianchi affreschi immensi
28 domenica Ott 2007
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inBurbero bussasti al bulbo di bellezza
belva boriosa, barando alla bisca
Bianca di brividi brilla la bambola
bellico briglie e bastoni brandisce
Barda di barbaro barrica al bivio
bacia la bocca beata e benigna
Battito in bilico brucia alla branda
biblica biscia bisbiglia alla bolgia
Buca il brigante bramoso la buccia
batte il bolero ballando bizzoso
beve bagnato il bersaglio alla breccia
Brucia di brace bollata la bozza.
04 giovedì Gen 2007
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inSporgo scalza sullo sfondo della scena,
scomponendomi simmetrica
al suo sguardo screziato di scarlatto.
Sosto spontanea
spogliandomi sferica della sottana,
sognando sodalizi soavi
e stasi simultanee.
Sfoggio scabrose sembianze
di strega salvifica.
Sortilegio,
stacco alla straziante sinfonia
dello struggente senno.
Supina
sussurro sottovoce
la semplice sequenza di sillabe
smarrita sulla scia dei sensi:
"Si!"
Lo scalpello sbuccia la scultura
schiudendo il sigillo
nella suadente sintesi
e io mi specchio nella somma dei simboli.
Strido subendo sublimi slanci
sensibili alle mie spine.
Scacco!
Soccombo superba,
sbronza.
Svengo,
stanca e sazia
scissa solamente dal sogno
sfumato nel sudore smaliziato.
( Salmo del sesso di Rosadstrada)
Questa poesie è anche su http://foglidiparole.splinder.com
11 lunedì Dic 2006
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inConcordi in corde confluire
creando costellazioni celesti
confermando congiunzioni connaturate
Crepare di capricci
di carne
cancellando concetti consueti
di città cariate
e cariatidi di chiese
Cogitabondi coincidere
cotrapponendo carteggi costernati
Carezzandoci corretti
costeggiando
corridoi e corsie corrotte
Cantando in curve
complici in complotti
curvare capi corteggiandoci
Confusi congegni concatenati
cresciuti in corse controvento
conturbati
culminando curvi in culle di cute
Con coraggio
comprendiamo
comprensibili compromessi
Curiamo
componetrarsi di complessi
concependo concerti complicati
confortandoci nel confondere confini di conflitti
contempliamo contorni
congedandoci casti
Cavalchiamo clessidre
chiare calamite
di un caos
corto
14 giovedì Set 2006
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dio, empatia, eros, le 5 fiamme, meraviglia, poesia, racconti di strada, ritratti, specchi
www.cnds.jhu.edu/~jimmy/Venezia/specchio.jpg
Era un autentico falsario
conosceva a menadito
i trucchi
del mestiere.
Pose la sua firma
sul suo manoscritto
e io
riconobbi
nel tratto
della mano
la stessa mia mano
che riproduceva
la Nostra calligrafia.
26 mercoledì Apr 2006
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in10 venerdì Mar 2006
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L’audio e’ stato cancellato dallo spazio su Splinder
STORIA VERA
LE CINQUE FIAMME
Seduta sulla grande scala di marmo che portava all’androne, con il cielo che, fosco, spalancato sull’orda, elargiva l’ombra leggittima ai visi corrotti, scindendoli da quelli corretti, lei eleggeva i suoi ministri, investiva i cavalieri,consacrava i maghi eccelsi, disprezzava i mediocri. E lo sguardo del sovrano, da lontano, stabilmente orientato verso i suoi occhi, le confermava, aperto e fiero, quella realtà; che lei aveva intuito nell’immediato astratto della sua mente. Il quadro schietto suggeriva apertamente i percorsi da seguire nel consorzio di anime, per raggiungere le arance più succose del giardino. Non servivano astuzie: la malizia atavica armonizzava spontaneamente i corpi, che si allineavano nei punti cardinali del tempio, rivolgendosi i profili più proficui e prodigiosi. Di quella moltitudine di fiamme non ve ne erano accese che cinque: dalla brace tenace, dalla luce fulgente, dal bagliore eloquente. Fiamme esperte ad illuminare le ombre, attuali e decorse, delle altrui fiamme. Fù a quel punto che lei capì di essere nuda. Nuda e sola. E nudi si sentirono loro quattro: davanti ad uno specchio identico a loro stessi; che prometteva di porsi in parallelo agli altri specchi, provocando la riflessione dell’infinito. Il perpetuarsi di un’eterna riverberazione che li avrebbe costretti a ripiegarsi su loro stessi, obbligandoli ad una introspezione senza fine. Che loro temevano quanto la morte. Perche’ quei cinque corpi rischiavano di divenire di pietra; di immobilizzarsi nella fissita’ dell’eternità. Era il tempo dell’uno, ma loro avevano paura. E le cinque fiamme deliberarono allora, insieme e tacitamente, di estinguersi, declinando a notte. Rifugiandosi ciascuno nella propria tenebra, nella propria profonda oscurità. Per mantenere il mistero, per sposare l’occulto. Conservando il ricordo della visione di Dio.
ROSAdSTRADA
05 domenica Feb 2006
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dio, empatia, eros, meraviglia
IL SOLE ALLO ZENIT
Quella sera era venuto li’ con l’intenzione d scoparmi , ma io nn lo sapevo.
Abbiamo parlato del piu’ e del meno per un’ora prima che prendesse un mio piede nella sua mano e cominciasse ad accarezzarlo con una passione che non avevo ancora conosciuta…
Eravamo in quel buio della notte, illuminata solo dagli sporadici lampioni del mio cortile e da qualche finestra dalla quale filtrava la luce dei televisori accesi.
Io ero completamente innamorata da circa 3 anni di quell’uomo-bambino dagli splendidi occhi azzurri. Non avrei potuto sottrarmi al suo abbraccio neanche sotto tortura.
Mi prese per mano e mi condusse nel boschetto che sovrasta il mio quartiere. Anche li potevamo essere visti ma il letto d foglie morte, che c assicurava un comodo giaciglio, era troppo invitante per potergli rifiutare i nostri corpi.
IO NN VEDEVO CHE L’IDEALIZZAZIONE DELLA MIA PASSIONE CHE SI MATERIALIZZAVA COME UN MIRACOLO SOTTO I MIEI OCCHI!!!!!!
Prese a baciarmi, ma prima d farsi piu’ audace mi confesso’, come a darmi conferma d quello che sentivamo entrembi : " Sei sempre stata il mio SOGNO Fra…"
Poi m tolse d dosso quel poco d vestito che m copriva e imizio’ a prendere fra le mani il mio seno con una gestualita’ che esprimeva sicurezza e passione insieme. Mi bacio’ i capezzoli con dolce risolutezza e io non potevo fare altro che pensare a quale meraviglia del creato siano due corpi che per la prima volta s accingono a conoscersi in un rapporto d’amore. Lo guardavo attonita e gustavo i suoi baci.
Gli piaceva il mio culo e ripensando alla forma che aveva in quel tempo non posso che dargli ragione: lo accarezzo’ e, prendendomi alla sprovvista, comincio’ a prenderlo a morsi, caldi e vogliosi: voleva portarselo a casa!!!!
Ma il momento che proprio mi fece capire PERCHE’ VALGA LA PENA VIVERE! malgrado la merda che siamo costretti a mangiare ogni giorno fu’ quando mi distese sulle foglie, mi prese una coscia fra le mani e infilo’ la lingua sotto le mie mutande.
Non avevo mai provato un ESTASI d quel genere e penso che non possa succedere che io possa godere una seconda volta come quella prima magnifica sera d’estate.
Ero la Madonna che s concede a S. Giuseppe. Nessun gioiello, quadro, sinfonia poteva essere piu’ prezioso d me in quel momento. Lui era il Sole e io la Luna e ci univamo in quella sera afosa per suggellare una storia che aveva fatto nascere l’amore da un’amicizia sincera e profonda, nella quale l’empatia toccava vertici spropositati….
Era come se stessi godendo mentre dicevo una preghiera, m sentivo pura, una vergine, una novizia.
Quel momento e’ per me il MEZZOGIORNO DELLA VITA, il metro con cui misuro ogni rapporto d’amore. E, seppur lui non sia l’uomo verso il quale abbia nutrito maggior passione nella mia vita, e’ e restera’ il mio SOLE ALLO ZENIT.
GRAZIE L.