Trovammo, giù oltre le vecchie scale della fonte, un giovane tenente morto da due giorni, con il torace sconvolto dalla mina;
lo squarcio aveva avuto ragione del costato; cuore e polmoni più non si conoscevano sovrani di se stessi;
l’occhio, spalancato oltre l’umile fissità, era lo zimbello delle mosche pazze di vita.
Qualcuno venne – tirò su quei resti e li avvolse in un lenzuolo d’incerato.
Vedendo la compagine sparire, ci sentimmo più poveri e della povertà sicari.
Grazie, Francesca. Un gesto che mi fa bene al cuore. Un abbraccio grande ed autentico!!! Tuo editore, Gianfranco.
Tu, ricchezza umana che porti vendetta contro i sicari della povertà e della tregedia di questi nostri infami spazi terreni.
Grazie infinite di essere mio amico, mio editore e mio ospite come poeta.
un abbraccio ricolmo di stima umana e artistica :)
Francesca
Sono io che vengo a te con gratitudine.
Col gran bene che ti voglio.Tuo ED. Gianfra!!!