“Emotion” (1966) – Nobuhiko Obayashi
La mano è perfettamente piccola nei suoi rapporti stringe rapporti imperfetti del suo ciclo che accellera corrente fino a cascate e lava, calda, la dinastia di un popolo che l’accerchia, guerrafondaio gioca a nascondino con la lama nel taschino, piegata dalle stirpi angeliche che l’ancorano al suolo ancora per la pace di un comunicarsi oltre tempio che nulla conosce di verbi ma è l’unico che parla di vento in dì venire, chè ricordare di nome, chiamare, investire di un abito o abitare, se bussi ti sarà detto avanti, verde, il verde ricordo e porto avanti, mare non ti frena, sei tu che lo conduci marinaio, la conduci alla tua spiaggia e la fai fresca di una cantina in cui ti chiamò mistero per tua volontà e tu fosti con lei salvo per quel chiamarsi al buio
Beh…, io penso che se ci fosse stato qualche punto sarebbe stato meglio. (Però sei sempre grande, Francesca, – brava!). Saluti, Giuseppe Teobaldelli Teo de Baldus Maceratensis
Grazie Teo!
mi piaceva così:-)
mi piace questa cosa del verde, della ecologia in noi stessi, di questa spinta che ci differenzia da essere dei robot—