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Noi
prossimi d’istanti
di un sùbito subìto
presto
Adesso addosso
le ore che piccole
di un rigo
regali
in ghiri gori
giro
Domani sogno
di verso
in solito
ora
Aro
mio caro coro:
chicchi ricchi
a sol levare
o tra monti
assoli di cicale
Cadenzati, gli istanti, girano, creando il tempo. A-dosso.
molto bella.
A nera, E bianca, I rossa, U verde, 0 blu: vocali!
Un giorno dirò i vostri ascosi nascimenti:
A, nero vello al corpo delle mosche lucenti
Che ronzano al di sopra dei crudeli fetori,
5 Golfi d’ombra; E, candori di vapori e di tende,
Lance di ghiaccio, bianchi re, brividi di umbelle;
I, porpore, rigurgito di sangue, labbra belle
Che ridono di collera, di ebbrezze penitenti;
U, cicli, vibrazioni sacre dei mari verdi,
10 Quiete di bestie ai campi, e quiete di ampie rughe
Che l’alchimia imprime alle fronti studiose.
O, la suprema Tromba piena di stridi strani,
Silenzi attraversati dagli Angeli e dai Mondi:
– O, l’Omega, ed il raggio violetto dei Suoi Occhi!
Dove dormono le stelle, nell’onda calma e nera
la bianca Ofelia ondeggia come un grande giglio,
ondeggia lentamente, stesa nei suoi lunghi veli…
– Arrivano dai lontani boschi i gridi della caccia.
Sono più di mille anni che la triste Ofelia
passa, bianco fantasma, sul lungo fiume nero.
Sono più di mille anni che la sua dolce follia
mormora una romanza alla brezza della sera.
Il vento bacia i suoi seni, sciogliendo in corolle
i suoi grandi veli cullati mollemente dalle acque;
i salici fruscianti piangono sulla sua spalla,
sulla sua ampia fronte sognante s’inchinano i fuscelli.
Le sfiorate ninfee intorno le sospirano;
talvolta Ofelia sveglia, in un ontano che dorme,
qualche nido, da cui sfugge un breve fremito d’ala:
– un canto misterioso scende dagli astri d’oro.
la forma mentis di chi spesso vieta porta a un
modus vivendi che è meglio evitare ti consiglio
in medio virtus stat o la lucidità che ti darebbe
l’aura mediocritas per chi non capisce un H nella vita
spesa nella mansione di custode di fiducia all’Università
ti quadagni la pagnotta facendo un lavore onesto
passeggiare nel cortile nient’altro che questo
fumare una siga ogni guardando il mondo
con uno sguardo sotto stanco l’occhio spento da pesce bollito
che guarda dritto nel vuoto e 6 infastidito dalle note di una chitarra
una voce che canta ti skoppia la testa quando dice tremebondo
Si può suonare soltanto d’Agosto ma non mi spieghi perchè
qual’è la ragione io volevo solo provare una nuova canzone
magari in sordina sottovoce senza urtare le vostre povere meningi
nessuna rimpianto nessuna abiura nessuna abnegazione
nessun rimbrotto o consiglio nessun gesto di Psicosadismo
mi è molto facile scappar via col sul tempo delle parole che carezzano l’aria
sull’onda dell’immaginazione e con destrezza dipanando sulla terra
semi di passione che un dopo cresceranno,lo credo,un tempo nella terra
di un mondo nuovo nell’Era dell’Aquario sai la Musica non è un lavoro
a cottimo e un Dio un tempo ci ha detto di farlo quindi smetti di atteggiarti a :
il chiodo fisso,la pulce nell’orecchio,il tarlo nel cervello e le farfalle
nello stomaco e nessuno mi ha pagato x tacere se mai al contrario
ho fatto casino retribuito quasi tutte le sere e son rinato come
l’Araba Fenice e ti auguro mio gran lavoratore di avere Jimi a manetta
nelle orecchie a tutte le ore in saturazione… servo del padrone..
Il foglio è ancora bianco per pochi minuti poi il liquido ondulato dell’inchiostro di una penna a sfera creerà una fuggevole atmosfera fresca e delicata come una rosa a primavera o aspra e forte come il brandy vecchia romagna etichetta nera dolce come l’imbrunire di una sera lieve come ali di farfalla morbida come un gelato con la panna tagliente come lama di rasoio implacabile come nodo scorsoio per alcuni è prosa per altri poesia che suscita spesso rabbia invidia gelosia e paura ma la mia musa mi assicura che scrivere è nella mia natura e la mia fede imperitura anche se la vita diventata dura secca arida come un deserto ma io mi salvo perchè vivo in un mondo diverso quello della letteratura.
Nel chiacchiericcio di uomini e scatole che gridando ti dicono cosa ti da
unl’ultima mano la matta il sette di cuori e liberi i pori al sicuro i neuroni fuori da i vostri congelatori dei nostri amori sorriso più bianco o ti fa cagare meglio e non come al solito fuori dal bulacco
il tubo del lavello te lo stappa Mr.Muscolo ma la bava digitale nel cervello
non te la leva nessuno perchè ti infettato le idee lasciandoti un segno binario
al posto del vivido primevo sogno e nella comunità dentro lo schermo sul bordo
virtuale di un sentimento elettronico se si apre il sacco il senso se lo porta via
il vento perchè il tempo è cominciato in un attimo ma può fermarsi di colpo
in un solo momento per volere dell’Immenso e nella filiera del dubbio
alla fiera della vanità nel cuore putrido e violento della società occidentale
non è ben chiaro il valore che hanno il bene o il male la colpa è sempre altrui
e i sacerdoti del potere prometteno solo altri guai dacchè il vaso di Pandora una volta schiuso non si può più chiudere e a chi chiedere aiuto se non a se stessi nascosti dietro i merli di una torre di un castello in aria bisogna in questo mondo che muore.
Non portavo i messaggi per lo zar come Michele Strogoff
ed ero in Calabria in un bar quando i mondiali in Spagna li ha vinti Dino Zoff
un mio amico suonava ska in una banda chiamata ‘I Fratelli Karamazov’
e da ragazzo prima dell’amore tracannavo uno Zabov
e sono stato un entusiasta della Perestrojka di Gorbaciov
o quando i Ramones hanno rifatto ‘Wonderful World’ di Louis Amstrong
quando parlo o rappo non posso fare un pit stop e nessuno sa dove sia il pulsante dell’off
e non mai stato così ricco da tenere i denari in un conto off-shore
mi piace Hendrix Chet Baker Shakur Tupac e una notte lontana ho pure fumato il crack
ma ora sono preoccupato per lo scioglimento del pack e sta arrivando Nibiru e nessuno lo sa
ho avuto sempre donne da ‘Hearth Attack’ e usavo gondoni settebello Hatù
e non ho mai mai creduto a quel che dice la TV
perchè le mie canzoni preferite sono ‘Life on Mars’
di Bowie ‘Dope 4 guns’ dei Ruts e anche un vinile di Queen Latifah la ‘Gansta’
e sono stato malato di L.e.m.p perchè ho contratto l’Hiv a 20 anni ho sfondato un Ass(oooh)
e nel tempo perso fumo solo molta ‘Grass’ e me ne batto della Robin Tax preferisco ‘Rask Latt’
degli anconetani ‘Banana Spliff’ sarà che prima mi calavo i trip e alle ragazze dicevo :
tres joly Mon amour donne moi un biset o un Rendez-vous a blind date ti ricordi mate
la mia vita è un film un continuo Deja-vu parbleu ‘io tra di voi’ come Charles Aznavour
mi radevo col rasoio bic mangiavo uova alla coque scolavo sorsi di gin con il Roipnol
e poi giù in in gola Tavor da 2 e mezzo Halcion e Mogadon ma da Red Ronnie al Roxy Bar
mi han trattato come fossi una star polvere di stelle groupie fans ma mai ‘Angel dust’
ti ricordi il Punt & Mes il Royal Stock la Supercar Arsenio Lupin ed i primi punks
e di sicuro poi è stato quando ci hanno visto sul palco dell’Ariston
mi sono perso in un supermarket cantavano i Clash e il Puma Dash Speak & Span
Vim Clorex Cif Ammoniacal splash Clorosan Vix Robiris Fenobarbital
ma lo spam nelle mail sopra il web non è come stare sulla cresta dell’onda con un surf
e spesso il gap generazionale produce solo trash ecco perchè ci sono i Megadead
e sogno spesso di andare ad Antibes Marocco Los Angeles o in Scozia nelle Highlands
ma rimango sempre qui all’ombra di una città superba che negli anni ’70 in Via Prè
Malboro Ray Ban Winston Militar Police e Camel sai adesso non è cambiato un gran che
solo che il traffico lo gestisce il Maghreb o i Cinesi vendono roba pit cola birra vino e caffè
e allora io che dovrei fare se sono ancora al mondo anche se tempo fa
già pensavano che canzone suonare al mio funerale perdo rime dalle tasche
e non son più come fare quando torno a casa a piedi
e non c’è più nessuno a cui parlare..quien sabe ?
l’ho corretta x oggi basta :
Nel chiacchiericcio di uomini e scatole che gridando ti dicono cosa ti da un sorriso più bianco ti fa cagare meglio e non come al solito fuori dal bulacco
un l’ultima mano la matta il sette di cuori e liberi i pori al sicuro i neuroni fuori da i vostri congelatori dei nostri amorio e il tubo del lavello te lo stappa Mr.Muscolo ma la bava digitale nel cervello non te la leva nessuno perchè ti infettato le idee lasciandoti un segno binario al posto del vivido primevo sogno e nella comunità dentro lo schermo sul bordovirtuale di un sentimento elettronico se si apre il sacco il senso se lo porta via il vento perchè il tempo è cominciato in un attimo ma può fermarsi di colpo in un solo momento per volere dell’Immenso e nella filiera del dubbio alla fiera della vanità nel cuore putrido e violento della società occidentale non è ben chiaro il valore che hanno il bene o il male la colpa è sempre altrui e i sacerdoti del potere prometteno solo altri guai dacchè il vaso di Pandora una volta schiuso non si può più chiudere e a chi chiedere aiuto se non a se stessi nascosti dietro i merli di una torre di un castello in aria bisogna essere come la gramigna la yerba mala nunca muere…
scrivimi qui facciamo una jam botta e risposta ?
il mantra di un motore fermo in attesa in coda
sembra una preghiera dolorosa della strada intasata
disperata per la velocità di crociera negata
impedita dal veto del Fato del Moto Perpetuo uniforme
è come la macchia d’olio su cui la ruota è scivolata
la frenata improvvisa prima del disastro
è una marcia che non ingrana più
è la benzina che non è finita ma non si va
un infrazione delle norme
è la città che respira piombo
è un viaggio ai confini del mondo
prima che finisca il tempo a noi mortali concesso
sempre in corsa sulla groppa del progresso
ma quale se ormai nulla più lo stesso
e anche se sembra non + certo meglio di prima
quando si andava in carrozza