Me & Bob Quadrelli
ospiti qui : http://www.nazioneindiana.com/2014/11/12/concordi-a-kanop/
oggi su Nazione Indiana : Concordi a Kanop
12 mercoledì Nov 2014
12 mercoledì Nov 2014
Me & Bob Quadrelli
ospiti qui : http://www.nazioneindiana.com/2014/11/12/concordi-a-kanop/
05 mercoledì Nov 2014
Posted arte, bob quadrelli, musica
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23 giovedì Mag 2013
Posted arte, borgo bassi, festa di erli, letture, musica, poesia
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il 24 – 25 – 26 maggio 2013 al villaggio freak di Borgo Bassi (SV) torna la festa di Primavera all’insegna del RICOMINCIARE insieme, con un nuovo forno, in una nuova terra, una nuova festa!
Reading poetico del 25 maggio, ore 16 trattabili, con Dama CHIARA DAINO il collettivo INCONTROVERSO, MIRKO SERVETTI, FRANCESCO VICO, PAOLO VIGNOLA, CLARA VAJTHO’, CARLO MOLINARO, CESARE ODDERA, FRANCESCA CANOBBIO, ANDREA BURLANDO, MARINO RAMINGO GIUSTI e molti altri ancora. Il nostro palco è libero per tradizione e anarchico per vocazione, per cui tutti coloro che vogliono proporci qualcosa saranno più che benvenuti.
Le edizioni 2011 e 2012
Erli 2012: la lettura di poesie from Carlo Molinaro on Vimeo.
14 martedì Mag 2013
Posted musica, poesia, versi, versi poetici
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Corto soffio respirante
sul tuo corpo
come un alito divento
e mi stringo
con un nodo
in gola
che si scioglie
con la lingua
zitta
la parola
muta
nel silenzio
in-tatto
in-oltre
in-tanto
……
e poi
In-canto …
..
.
30 mercoledì Gen 2013
Posted alfabeto, arte, bob quadrelli, composition, foto, francesca canobbio, musica, poesia, scritture, versi, versi poetici
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La “F” per Fra da “L’Alfabeto delle Metapoesie” di Dottor Q.
Femme fatal fiera femmina di finissime filigrane Fiamminghe Forme forgiate a freddo da Folli Folletti Finlandesi ..Fosti forse fatta dal Fuoco di fusione della fucina di Faustus ? fochi fatui e faville filanti di festa fino a Finisterre fiati fanfare falò di Fulgido febbrile Furore forme di fianchi floridi e finalmente felici fondersi in formidabile forza di fissione fottimi il fallo e fammi furibonde fellatio fammi fiorire fiamma su funambolici fili su fogli Fabriano Fiori facondi falce di fabbro formule di Fatture in falsetto fallaci Fallocrati froci e foto di Fantasmi al Fluoro fiuta i funghi del Fushijama feeling Felino di Feticcio Felliniano tra Felci ferali fiabe favoleggianti fave di Favara facchini di facili facezie facciali farfalle faraoniche farfugliano false fobie di famigerata Fama finti Fantocci funabolici fasi di Fashion di Fascisti falliti fascine e faldoni di Fascicoli fasto Fasullo e fastidioso Fantascienza del Fatidico fax di Favori faziosi e febbricitanti Fauni in ferie nel Feretro con foglie di Fico e feroce Feromone ferace fingersi Fissile Filarmonica Fistola di Fissa Filosofica filtrata dal Fossile di un Flirt tra Furetto e Foca furente Fiction di Format nel Frutteto fluidi Fiumi di Fruttosio frenetiche frequenze Fantasmagoriche Frasi di Feccia e Frecce di Frassino fauci di Fortezza Formidabili fulgori su Flussi di Flutti Flop fragranti di fiati di Fanoni flautati frange di Flashback di Falangi faide facoltative o facsimile di factotum facoltosi faciloni Fegato con Fagioli e Finocchi al Forno Faglia di Falesia e Falene fanatiche di Fandonie Fangose fuliggine federalista un Forfait di faretra nel Fienile Filiera di Ferite in Fibrillazione Filologia Fenicia e Fenicotteri di Frisia Fonografi frullati e Frode in Fricassea Fritto di Frottole frivole e Frittate di Fagiano nel Freezer Fonte del Fragile e Fisco per le Fragole in Fregola…hai finito ? Forse ….
Mantra Elettrico (per Francesca)
*Bob Quadrelli è il leader dei Sesasciou, Premio Tenco ’97.
Mio Immenso Amico e Maestro.
21 sabato Gen 2012
Posted arte, musica, poesia, scritture, versi, versi poetici, video-poesia
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22 martedì Nov 2011
Posted musica, poesia, versi, versi poetici
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Con il vento
che mi deve
più di un favore
Con la luna
che pur calando
cresce
Con le stelle
che raddoppiano
prima di cadere
A mostrare
parabole sospese
sulla bocca del mare
Quando sotto sotto
le sirene
sono vestite della loro stessa
coda
……..
e la bocca
una fine
simmetrica
ad ogni piano
di scale
*
nelle mie note
una musica
<!–
–>
22 martedì Nov 2011
Posted composition, musica
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a dì stanza
di anni imprecisati
dentro questa gabbia
dì matti
L’opéra-mouffe” (1958) – Agnès Varda
<!–
–>
05 sabato Nov 2011
Posted Senza Categoria
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Genova mia città intera.
Geranio. Polveriera.
Genova di ferro e aria,
… mia lavagna, arenaria.
Genova città pulita.
Brezza e luce in salita.
Genova verticale,
vertigine, aria scale.
Genova nera e bianca.
Cacumine. Distanza.
Genova dove non vivo,
mio nome, sostantivo.
Genova mio rimario.
Puerizia. Sillabario.
Genova mia tradita,
rimorso di tutta la vita.
Genova in comitiva.
Giubilo. Anima viva.
Genova in solitudine,
straducole, ebrietudine.
Genova di limone.
Di specchio. Di cannone.
Genova da intravedere,
mattoni, ghiaia, scogliere.
Genova grigia e celeste.
Ragazze. Bottiglie. Ceste.
Genova di tufo e sole,
rincorse, sassaiole.
Genova tutta tetto.
Macerie. Castelletto.
Genova d'aerei fatti,
Albaro, Borgoratti.
Genova che mi struggi.
Intestini. Caruggi.
Genova e così sia,
mare in un'osteria.
Genova illividita.
Inverno nelle dita.
Genova mercantile,
industriale, civile.
Genova d'uomini destri.
Ansaldo. San Giorgio. Sestri.
Genova in banchina,
transatlantico, trina.
Genova tutta cantiere.
Bisagno. Belvedere.
Genova di canarino,
persiana verde, zecchino.
Genova di torri bianche.
Di lucri. Di palanche.
Genova in salamoia,
acqua morta di noia.
Genova di mala voce.
Mia delizia. Mia croce.
Genova d'Oregina,
lamiera, vento, brina.
Genova nome barbaro.
Campana. Montale, Sbarbaro.
Genova dei casamenti
lunghi, miei tormenti.
Genova di sentina.
Di lavatoio. Latrina.
Genova di petroliera,
struggimento, scogliera.
Genova di tramontana.
Di tanfo. Sottana.
Genova d'acquamarina,
area, turchina.
Genova di luci ladre.
Figlioli. Padre. Madre.
Genova vecchia e ragazza,
pazzia, vaso, terrazza.
Genova di Soziglia.
Cunicolo. Pollame. Trilia.
Genova d'aglio e di rose,
di Pré, di Fontane Marose.
Genova di Caricamento.
Di Voltri. Di sgomento.
Genova dell'Acquasola,
dolcissima, usignuola.
Genova tutta colore.
Bandiera. Rimorchiatore.
Genova viva e diletta,
salino, orto, spalletta.
Genova di Barile.
Cattolica. Acqua d'Aprile.
Genova comunista,
bocciofila, tempista.
Genova di Corso Oddone.
Mareggiata. Spintone.
Genova di piovasco,
follia, Paganini, Magnasco.
Genova che non mi lascia.
Mia fidanzata. Bagascia.
Genova ch'è tutto dire,
sospiro da non finire.
Genova quarta corda.
Sirena che non si scorda.
Genova d'ascensore,
paterna, stretta al cuore.
Genova mio pettorale.
Mio falsetto. Crinale.
Genova illuminata,
notturna, umida, alzata.
Genova di mio fratello.
Cattedrale. Bordello.
Genova di violino,
di topo, di casino.
Genova di mia sorella.
Sospiro. Maris Stella.
Genova portuale,
cinese, gutturale.
Genova di Sottoripa.
Emporio. Sesso. Stipa.
Genova di Porta Soprana,
d'angelo e di puttana.
Genova di coltello.
Di pesce. Di mantello.
Genova di lampione
a gas, costernazione.
Genova di Raibetta.
Di Gatta Mora. Infetta.
Genova della Strega,
strapiombo che i denti allega.
Genova che non si dice.
Di barche. Di vernice.
Genova balneare,
d'urti da non scordare.
Genova di "Paolo & Lele".
Di scogli. Furibondo. Vele.
Genova di Villa Quartara,
dove l'amore s'impara.
Genova di caserma.
Di latteria. Di sperma.
Genova mia di Sturla,
che ancora nel sangue mi urla.
Genova d'argento e stagno.
Di zanzara. Di scagno.
Genova di magro fieno,
canile, Marassi, Staglieno.
Genova di grige mura.
Distretto. La paura.
Genova dell'entroterra,
sassi rossi, la guerra.
Genova di cose trite.
La morte. La nefrite.
Genova bianca e a vela,
speranza, tenda, tela.
Genova che si riscatta.
Tettoia. Azzurro. Latta.
Genova sempre umana,
presente, partigiana.
Genova della mia Rina.
Valtrebbia. Aria fina.
Genova paese di foglie
fresche, dove ho preso moglie.
Genova sempre nuova.
Vita che si ritrova.
Genova lunga e lontana,
patria della mia Silvana.
Genova palpitante.
Mio cuore. Mio brillante.
Genova mio domicilio,
dove m'è nato Attilio.
Genova dell'Acquaverde.
Mio padre che vi si perde.
Genova di singhiozzi,
mia madre, Via Bernardo Strozzi.
Genova di lamenti.
Enea. Bombardamenti.
Genova disperata,
invano da me implorata.
Genova della Spezia.
Infanzia che si screzia.
Genova di Livorno,
Partenza senza ritorno.
Genova di tutta la vita.
Mia litania infinita.
Genova di stocafisso
e di garofano, fisso
bersaglio dove inclina
la rondine: la rima.
(Giorgio Caproni)
04 venerdì Nov 2011
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L'invetriata-Secondamarea (dall'album "Chimera", concerto per Dino Campana) by Asfaltorosa
L’invetriata
La sera fumosa d’estate
Dall’alta invetriata mesce chiarori nell’ombra
E mi lascia nel cuore un suggello ardente,
Ma chi ha (sul terrazzo sul fiume si accende una lampada) chi ha
A la Madonnina del Ponte chi è chi è che ha acceso la lampada? – c’è
Nella stanza un odor di putredine: c’è
Nella stanza una piaga rossa languente.
Le stelle sono bottoni di madreperla e la sera si veste di velluto:
E tremola la sera fatua: è fatua la sera e tremola ma c’è
Nel cuore della sera c’è,
Sempre una piaga rossa languente.
—
Dino Campana (1885-1932)
10 domenica Apr 2011
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in01 venerdì Apr 2011
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in
E’ nello scherzo della tua forma
che edificasti l’idolo eretico
—-
E’ dietro un passo privo di orma
che prega il cuore dal sangue sintetico
—-
E’ nella luce della tua ombra
che cogli l’abbaglio del canone estetico
—-
E’ in quella somma che ora non torna
che scorgi l’assurdo di un evo frenetico
ROSADSTRADA – SPINE
immagine
http://www.tommasogaravini.com
(per ascoltare il video spegnere l'I-pod a lato)
17 giovedì Mar 2011
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inE' un discorso sospeso appeso ad un ramo della mia pianta che si ritorce in mille foglie e boccioli e trova la luce a tenermi sollevata dal peso della somma tratta, un numero imprecisato di me medesima che levita sopra le addizzioni dei pensieri, i kilometri di scontrini che legano al suolo, non per moneta a rendere, ma arresa precipito se ti dico quanto mi manca da sotto i piedi la terra, il viaggio a te, lo sbocco al porto sicuro, ch'io porto nel cesto tutto e lo sai, ma non ti ha mai fatto gola la mia lingua…
Per l'ascolto spegnere l'i-pod a lato
04 venerdì Mar 2011
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Scioglie la notte
il succo amaro
di acidi spicchi
di giorni
-spremuti-
Affogano liquidate
le ore filtrate
dalla dolce soluzione
di un sonno profondo
Annegando
resto a galla…
– per ascoltare spegnere prima la colonna sonora del blog andando a lato –
01 martedì Mar 2011
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in25 venerdì Feb 2011
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in
LA ROSA
NO BUSCABA LA AURORA:
CASI ETERNA EN SU RAMO,
BUSCABA OTRA COSA.
LA ROSA
NO BUSCABA NI CIENCIA NI SOMBRA:
CONFIN DE CARNE Y SUENO
BUSCABA OTRA COSA.
LA ROSA
NO BUSCABA LA ROSA.
IMMÒVIL POR EL CIELO
BUSCABA OTRA COSA
QASIDE' DELLA ROSA
__________________
LA ROSA
NON CERCAVA L'AURORA:
QUASI ETERNA SUL SUO RAMO
CERCAVA UN'ALTRA COSA.
LA ROSA
NON CERCAVA NÈ SCIENZA NÈ OMBRA:
CONFINE DI CARNE E SOGNO
CERCAVA UN'ALTRA COSA.
LA ROSA
NON CERCAVA LA ROSA.
IMMOBILE NEL CIELO
CERCAVA UN'ALTRA COSA.
Questa è la mia rosa
dove sono le gemme in fiore
fra il sospetto delle foglie
che gambo a gambo
racchiudono il segreto delle spine
[Ho visto la mia nascita in una rosa
ed è una lunga storia
che comprova
la nostra esistenza in un luogo dove ameremo
prima ancora che noi possiamo immaginare che esso esista.
Ma li
già le rose ci attendono
e segnano la nostra strada]
Ci facciamo fiori in fretta
nel rovescio occulto del polline
scegliendo petalo su petalo
la nostra corona
la nostra rosa
unica
da donare ogni giorno
e ogni giorno conquistata
fino alla rosa mistica
18 venerdì Feb 2011
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I giorni cambiano a parole
per accenti che cadono – illuminati-
Il tempo è in un verbo che trovo:
asciutto bagnato
umido secco assolato
[potrebbe essere la voce di un vocabolario
o coro polifonico
che vorrei di voci bianche su rosa
Lo spazio è di persè infinito
da correre
ma tutto il tempo sono qui presente
anche a te
e uguale
mi fermo.
12 sabato Feb 2011
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audiopoesie, musica, poesia, ritratti, specchi, versi, versi poetici
AUDIO BRANO
In me che non si dica
la terra fertile
dove il seme cresce
in sboccio girasole
ma il suolo aspro
e la gramingna
stesa sulle vene
a infestarne l'emozione.
In me che non si dica
e non si dicano i nomi
degli assenti al mio confino
oltre il presente in un calice
un solo calice verso il mio vino
In me che non si dica
l'albero maestro
la quercia del bosco
dal largo fusto
ma un salice piangente
che spiove e piove
sul lago di nebbia
ove la goccia è punto.
09 domenica Gen 2011
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In quest'umidità
i miei occhi restano
vascelli impermeabili al pianto
incapaci a restituire mare al mare
o di annegare le loro visioni in anche in in una sola
una sola una lacrima / che faccia burrasca sul mio viso
Secchi come il deserto
sono specchi di vetro infrangibile
che non si rompono a rivelare le doglie segrete
come le ninfee che circondano il dolce cadavere di Ophelia
… E aspetto di captare il tuo umore che mi fa madida dei mille rivoli riversi nel tuo sguardo
15 venerdì Ott 2010
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Morbida Mantide Maligna
mordimi la mano magra / mentre muoio mormorando
melismi modulati in metriche / mimate da me medesimo
mescolami tra mille malie e / mangiami mastina masticando membro a membro le mie manie
muoviti melliflua mugolando molesta e / magnetica manovra la mia mossa maldestra
mia moina maestra / ma mostrami il maestoso monumento
al morbo del momento molato in malleabile marmo / in muliebre movimento
mmmmmm mamma mia m'arrendo alla tua morfologia e / m'innamoro dei molteplici misteri della tua magia
mandami al martirio mondandomi e mietimi / il mio midollo molle manipolandomi madido
di miele millefiori madonna mia / martellami mentalmente mentre mi masturbo
mordace nella mischia malato mezzo matto masochista / maledicendo il mondo mio misero e maiale
m'affranco meditandomi meschino mortale e / m'arrampico migrando per medicare il mio mostruoso millenario male
mmmmmm medicina muschiata di malizia / magari non ti merito malgrado matrigna
ma non mentirmi mai montandomi a memoria / mettiti il mantello e
matami mia morbida mantide maligna
BOB QUADRELLI
http://www.youtube-nocookie.com/v/ZFoptG_q9Q4?fs=1&hl=it_IT&color1=0xcc2550&color2=0xe87a9f
26 sabato Giu 2010
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inNASCOSTO SPROVVISTO DI VISTO RESISTO ALL'INCASTRO SINISTRO DELL'ASTRO, AL MOSTRO IMPREVISTO NEL BOSCO. "TI HO VISTO!". FA FRESCO: "CONOSCO UN POSTO PAZZESCO, ESPOSTO!" DESISTO. "INSISTO!" MI VESTO SOTTOCOSTO. SENZA FASTO MI DO LUSTRO. ESCO: IL DESCO FIABESCO E' UN FIASCO, UN IMPIASTRO, UN DISASTRO. ESAUSTO DISGUSTO IL RESTO DI UN PASTO MISTO. GUSTO UN FUSTO DI MOSTO ROBUSTO.CASCO LESTO LASCO MESTO IN QUESTO VASTO FOSCO GIGANTESCO. PRESTO! PRESTO! PRESTO! POLIZIESCO. SINISTRO DESTRO SINISTRO DESTRO. TI ARRESTO!. STO .NO .O. @ CAPESTRO? REAGISCO. PROTESTO. MANIFESTO. AMMINISTRO L'INCHIOSTRO IMPREVISTO CON UN GESTO CASTO DA VESPRO IN UN CHIOSTRO.POSTO UN PADRENOSTRO ."CRISTO !" IL FISCO. PILASTRO MAESTRO DI QUESTO NOSTRO NASTRO GROTTESCO A TUTTO SESTO."ESISTO!". RESISTO. RESTO . A PRESTO. VOSTRO.
15 sabato Mag 2010
Posted Senza Categoria
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Io di fronte a te tu di fronte a me
due tele
io rosa tu celeste
e se mischieremo i nostri colori
diventeremo di una tinta
che viola
ogni cornice
15 giovedì Apr 2010
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Lo sentiamo
al centro della schiena:
a mezz'aria si aggira,
quest'aria rarefatta
gonfia di sensi mancati
che sgonfiano la pancia
di fame che non si placa
e come farò a riempirla…
Sazia solo di vuoti
con l'incertezza del passo corto
sul pendio scosceso
col bastone del passato
che manca
a reggere il futuro.
Le culle vuote
i bar vuoti
i discorsi vuoti
il bicchiere pieno
che si fa vuoto
in un fine serata
pieno di cerchi di fumo.
La vita in fumo
sentire presto
perchè non c'è nessuno
fra i seni della periferia
a offrire un passaggio
per le labbra del mondo.
E anche di primavera
i boccioli sono chiusi
e non hanno parole
i miei coetanei
non hanno espressione
senza incognita.
Io qui in incognita
a sciogliere il ghiaccio
che non ho chiesto al barista
per il succo di frutta.
e mi mordo le unghie
per placare la fame.
13 sabato Mar 2010
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inGenova
é il colore di uno spigolo
il ronzio del grigio
l'odore asfittico del semaforo
l'amaro gusto dell'ascensore col vicino
l'increspatura delle feci dei piccioni
il bollore della sveglia
la foto di un abbaglio
la saliva del tavolo affianco
il ciak dei carrelli dell spesa
una spremuta di farmacia
il sudore dei telefonini
la puntura del calendario
il prurito della gabbia
il bacio del topo di fogna
l'incertezza dei ponteggi
l'ergastolo della parietaria
il salario di un cane randagio
il confine fra i colori delle bandiere dello stadio
la chemioterapia di un fiore
l'archeologia di un punto nero
l'argento del gratta e vinci al posto della luna
la terra per terra sempre più salita
e il mare che non ha più passaggi pedonali
09 martedì Feb 2010
Posted musica, Senza Categoria
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18 lunedì Gen 2010
Genova
é il colore di uno spigolo
il ronzio del grigio
l’odore asfittico del semaforo
l’amaro gusto dell’ascensore col vicino
l’increspatura delle feci dei piccioni
il bollore della sveglia
la foto di un abbaglio
la saliva del tavolo affianco
il ciak dei carrelli dell spesa
una spremuta di farmacia
il sudore dei telefonini
la puntura del calendario
il prurito della gabbia
il bacio del topo di fogna
l’incertezza dei ponteggi
l’ergastolo della parietaria
il salario di un cane randagio
il confine fra i colori delle bandiere dello stadio
la chemioterapia di un fiore
l’archeologia di un punto nero
l’argento del gratta e vinci al posto della luna
la terra per terra sempre più salita
e il mare che non ha più passaggi pedonali
07 domenica Giu 2009
Posted Senza Categoria
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15 venerdì Set 2006
Posted Senza Categoria
in02 sabato Set 2006
Posted Senza Categoria
inLAIGUEGLIA JAZZ 2006
Effetti di una "respirazione circolare" -Paolo Fresu Quintet-
Rosadstrada
( accordo, vari tipi di accordi, assolo, armonia.)
02 sabato Set 2006
Posted Senza Categoria
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ACCORDO
01 lunedì Mag 2006
Posted Senza Categoria
inQUADRI DI UN ESPOSIZIONE Omaggio a Mussorgskij
"La Musica prima di ogni altra cosa" Paul Verlaine, Arte Poetica
La musica di Modest Mussorgskij (1839-1881) fu molto in anticipo con il suo tempo, sia sul piano ritmico che su quello armonico, e nei fraseggi vocali e strumentali troviamo la tendenza a riprodurre in modo realistico le inflessioni del parlare quotidiano della lingua russa.
Tra le sue composizioni volevo qui ricordare la suite per pianoforte "Quadri di un esposizione", mirabilmente orchestrata in seguito da Ravel. La suite fu composta intorno al 1874 e dedicata alla memoria del suo amico, architetto e pittore Victor Hartmann, del quale Mussorgskij visitò una mostra postuma e della quale decise di illustrare le proprie "impressioni" sui dipinti.
L’opera risulta composta di due parti: una comprende cinque numeri dal medesimo titolo "Promenade", basati sullo stesso tema con il compito di raccordo. La Promenade, passeggiata, intende raffigurare il visitatore che si sposta da un quadro ad un altro. Il tema della Promenade si ripete varie volte, contribuendo a dare alla composizione carattere unitario, pur cambiando di volta in volta in colore e significato, per comunicare o preannunciare i diversi sentimenti di Mussurgskij di fronte ai quadri. L’altra è formata di dieci parti, ciascuna con un titolo diverso, corrispondente ad una diversa immagine.
Nell’introduzione prevalgono, sin dalle prime battute solistiche delle tre trombe, i fiati. La luminosa consistenza, l’asciutta stringata bellezza di suono è un privilegio di questo brano. Non siamo che all’inizio di una serie ininterrotta di soluzioni tecniche stupefacenti. Già con il numero uno (Gnomus) queste sono così numerose che è impossibile citarle tutte: dal poderoso rilievo delle sestine alle secche sferzate della percussione; dal fruscio dei violini e delle viole al sottile e freddo suono delle trombe in sordina; dal corposo trillo del fagotto e del clarinetto alla vertiginosa conclusione. Qui, con continui scatti e sobbalzi inaspettati si vuole descrivere la figura grottesca di un nano.
Il numero due (Vecchio castello) mette in rilievo la sensibilità per il melos. L’intensa pacatezza con la quale riescie a cantare la melodia popolare non ha precedenti per l’infallibile misura espressiva. Il dialogo fra i fagotti ed il solo quasi trovadorico del sax contrasta splendidamente con la poesia degli archi. Vi si descrive un castello medievale.
Si impone nel numero tre (Tuileries) l’affabile precisione del ritmo di allegretto, il quale si snoda con seducente flessuosità e leggerezza. Vi si descrivono le voci ed i giochi di bimbi nei giardini delle tuileriesdi Parigi.
Prevale nel numero quattro (Bydlo) l’inflessibile coerenza ritmica, la superba gradualità del crescendo. Vuole mettere in risalto la pesantezza, il faticoso incedere di un caratteristico carro usato dai contadini polacchi, con ruote altissime, trainato a fatica da buoi.
Il numero cinque (Ballet des poussins dans leur cocues) va eseguito come un autentico scherzo, in bilico fra il gioco per bambini, l’ironia, il grottesco. Descrive il frenetico tentativo dei pulcini nel beccare e cercare di rompere il proprio guscio. Capolavoro di invenzione descrittiva, può assumere una dimensione surreale grazie all’assoluta perfezione tecnica.
Segue in netto stupendo contrasto il numero sei, l’episodio dei due ebrei polacchi che discutono, l’uno ricco e arrogante, l’altro povero e piagnucoloso( Samuel Goldenger e Schmuyle). Dopo la pesante introduzione il gioco strumentale è affidato interamente a due trombe che devono forare l’aria con superba precisione.
Il numero sette (Limoges la marchés, la grande nouvelle) descrive la vita brillante e gaia di una piazza del mercato, dove nel chiasso si intrecciano grida e bisticci di comari. Un allegretto scherzando può divenire il culmine del virtuosismo in questa partitura: un virtuosismo moderno, rigorosamente stizzato, severo, persino caustico, che, salendo a temperature incandescenti, forma un forte contrasto con il numero otto (Catacombae, Sepulcrum romanum con morti in lingua morta), quasi una specie di corale russo, affidato interamente ai fiati, dove è possibile ricavare sonorità di poderosa consistenza. Vuole descrivere la visita alle buie catacombe di Parig; il clima tetro e pensoso delle catacombe si impossessa dell’autore che rivolge un pensiero all’amico pittore morto.
Da qui in avanti l’itinerario si fa più complesso, per la ricchezza degli eventi musicali.
Dall’ultimo accordo in fortissimo del numero precedente, si passsa, con un mutamento improvviso, ad un panorama timbrico misterioso e poeticissimo: il numero nove (La cabane sur des pattes de poule, Babayaga) dove si vuole descrivere la casa della strega Babayaga, famoso personaggio dei racconti popolari russi che uccide le vittime nella sua capanna, il più ampio.
Nell’ultimo( La grande porte, dans la capitale de Kiev), il più complesso dei dieci, l’autore descrive uno scampanio festoso per la grande ed antica porta degli eroi di accesso alla città di Kiev, e riescie a mettere in luce soprattuto la varia meditata articolazione e la grandiosità dell’episodio. Non è facile descrivere ciò che la maestosità del decimo episodio può raggiungere per la dimensione epica della realizzazione.
Rosadstrada ringrazia il Maestro Paolo Mazza per la versione in prosa della partitura
Dedicato a mio fratello e al suo trombone
Postilla dolente: la musica di Mussorgskij non fu sufficentemente apprezzata dalla critica a lui contemporanea. Questo ed altri tragici eventi personali, fra cui la morte della compagna amata, fecero sì che egli sviluppasse la tendenza all’alcolismo. Morì nella solitudine. Sembra che in punto di morte abbia pronunciato la drammatica frase:
" Tutto è finito, il dolore sono Io! "