Ti ripasso lo smalto
dall’alluce
nell’inchino
quando
siamo l’ uno nelle mani dell’altro
e guardiamo i piedi
sbattendoli forte in aria
suscitando applausi
in indice.
Rosadstrada
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05 giovedì Ott 2006
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inTi ripasso lo smalto
dall’alluce
nell’inchino
quando
siamo l’ uno nelle mani dell’altro
e guardiamo i piedi
sbattendoli forte in aria
suscitando applausi
in indice.
Rosadstrada
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14 giovedì Set 2006
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dio, empatia, eros, le 5 fiamme, meraviglia, poesia, racconti di strada, ritratti, specchi
www.cnds.jhu.edu/~jimmy/Venezia/specchio.jpg
Era un autentico falsario
conosceva a menadito
i trucchi
del mestiere.
Pose la sua firma
sul suo manoscritto
e io
riconobbi
nel tratto
della mano
la stessa mia mano
che riproduceva
la Nostra calligrafia.
12 martedì Set 2006
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in10 domenica Set 2006
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arte, dio, empatia, le 5 fiamme, meraviglia, rosario di strada
Trasfigurazione
Dopo un sogno rivelatore
nei miei occhi c’è il tuo Sole
e Nulla è impossibile.
Porto
l’aria portentosa
del portico antico
di prospettive larghe e strette
al parco del Vangelo apocrifo
nella casa dello Zenith
partorendo
luci azzurre
perle saettanti
foscamente
illuminate
di nascosto:
è il mio pasto
apportatrice di Eros- Xanatos.
Tu vedi la luce e taci
Mi mandi dietro i tuoi seguaci.
In un momento
Dio è nel Vento
e
il Vento è Dio.
Il giovane cubano
è incuriosito dal cerchio di maghe
che fendono l’arco balenato
in un balordo momento di Vanitas implosa
della Sposa
a cercarne la mappatura.
Io cerco una preghiera
che mi renda
intera
e al frate del Monte
cade l’ostia dalle mani…
Rosadstrada sull’asfaltorosa
05 martedì Set 2006
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Un Passito Passato
la barista Rosa: E’ un broccato troppo spesso:
E’ un braccato ed è uno spasso…
Dr Q.: E’ un bracchetto barricato!
la barista Rosa: Barbaresco.
Dr Q. Rosato?
RQ+ Rosadstrada*—–>>>
10 venerdì Mar 2006
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STORIA VERA
LE CINQUE FIAMME
Seduta sulla grande scala di marmo che portava all’androne, con il cielo che, fosco, spalancato sull’orda, elargiva l’ombra leggittima ai visi corrotti, scindendoli da quelli corretti, lei eleggeva i suoi ministri, investiva i cavalieri,consacrava i maghi eccelsi, disprezzava i mediocri. E lo sguardo del sovrano, da lontano, stabilmente orientato verso i suoi occhi, le confermava, aperto e fiero, quella realtà; che lei aveva intuito nell’immediato astratto della sua mente. Il quadro schietto suggeriva apertamente i percorsi da seguire nel consorzio di anime, per raggiungere le arance più succose del giardino. Non servivano astuzie: la malizia atavica armonizzava spontaneamente i corpi, che si allineavano nei punti cardinali del tempio, rivolgendosi i profili più proficui e prodigiosi. Di quella moltitudine di fiamme non ve ne erano accese che cinque: dalla brace tenace, dalla luce fulgente, dal bagliore eloquente. Fiamme esperte ad illuminare le ombre, attuali e decorse, delle altrui fiamme. Fù a quel punto che lei capì di essere nuda. Nuda e sola. E nudi si sentirono loro quattro: davanti ad uno specchio identico a loro stessi; che prometteva di porsi in parallelo agli altri specchi, provocando la riflessione dell’infinito. Il perpetuarsi di un’eterna riverberazione che li avrebbe costretti a ripiegarsi su loro stessi, obbligandoli ad una introspezione senza fine. Che loro temevano quanto la morte. Perche’ quei cinque corpi rischiavano di divenire di pietra; di immobilizzarsi nella fissita’ dell’eternità. Era il tempo dell’uno, ma loro avevano paura. E le cinque fiamme deliberarono allora, insieme e tacitamente, di estinguersi, declinando a notte. Rifugiandosi ciascuno nella propria tenebra, nella propria profonda oscurità. Per mantenere il mistero, per sposare l’occulto. Conservando il ricordo della visione di Dio.
ROSAdSTRADA
05 domenica Feb 2006
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dio, empatia, eros, meraviglia
IL SOLE ALLO ZENIT
Quella sera era venuto li’ con l’intenzione d scoparmi , ma io nn lo sapevo.
Abbiamo parlato del piu’ e del meno per un’ora prima che prendesse un mio piede nella sua mano e cominciasse ad accarezzarlo con una passione che non avevo ancora conosciuta…
Eravamo in quel buio della notte, illuminata solo dagli sporadici lampioni del mio cortile e da qualche finestra dalla quale filtrava la luce dei televisori accesi.
Io ero completamente innamorata da circa 3 anni di quell’uomo-bambino dagli splendidi occhi azzurri. Non avrei potuto sottrarmi al suo abbraccio neanche sotto tortura.
Mi prese per mano e mi condusse nel boschetto che sovrasta il mio quartiere. Anche li potevamo essere visti ma il letto d foglie morte, che c assicurava un comodo giaciglio, era troppo invitante per potergli rifiutare i nostri corpi.
IO NN VEDEVO CHE L’IDEALIZZAZIONE DELLA MIA PASSIONE CHE SI MATERIALIZZAVA COME UN MIRACOLO SOTTO I MIEI OCCHI!!!!!!
Prese a baciarmi, ma prima d farsi piu’ audace mi confesso’, come a darmi conferma d quello che sentivamo entrembi : " Sei sempre stata il mio SOGNO Fra…"
Poi m tolse d dosso quel poco d vestito che m copriva e imizio’ a prendere fra le mani il mio seno con una gestualita’ che esprimeva sicurezza e passione insieme. Mi bacio’ i capezzoli con dolce risolutezza e io non potevo fare altro che pensare a quale meraviglia del creato siano due corpi che per la prima volta s accingono a conoscersi in un rapporto d’amore. Lo guardavo attonita e gustavo i suoi baci.
Gli piaceva il mio culo e ripensando alla forma che aveva in quel tempo non posso che dargli ragione: lo accarezzo’ e, prendendomi alla sprovvista, comincio’ a prenderlo a morsi, caldi e vogliosi: voleva portarselo a casa!!!!
Ma il momento che proprio mi fece capire PERCHE’ VALGA LA PENA VIVERE! malgrado la merda che siamo costretti a mangiare ogni giorno fu’ quando mi distese sulle foglie, mi prese una coscia fra le mani e infilo’ la lingua sotto le mie mutande.
Non avevo mai provato un ESTASI d quel genere e penso che non possa succedere che io possa godere una seconda volta come quella prima magnifica sera d’estate.
Ero la Madonna che s concede a S. Giuseppe. Nessun gioiello, quadro, sinfonia poteva essere piu’ prezioso d me in quel momento. Lui era il Sole e io la Luna e ci univamo in quella sera afosa per suggellare una storia che aveva fatto nascere l’amore da un’amicizia sincera e profonda, nella quale l’empatia toccava vertici spropositati….
Era come se stessi godendo mentre dicevo una preghiera, m sentivo pura, una vergine, una novizia.
Quel momento e’ per me il MEZZOGIORNO DELLA VITA, il metro con cui misuro ogni rapporto d’amore. E, seppur lui non sia l’uomo verso il quale abbia nutrito maggior passione nella mia vita, e’ e restera’ il mio SOLE ALLO ZENIT.
GRAZIE L.