Si sveglio, una mattina, su di un letto a due piazze.
Non era il suo, nonostante lo avesse sempre sognato.
Un moto di pudore la spinse ad abbassare la vestaglia risalita fin quasi al ventre.
Il fatto è che sopra la testiera del letto, un gigante, beatamente, dormiva.
Passato lo sconcerto, seppe di essere finalmente guarita.
in conclamato annichilimento psico/fisico/sentimentale le alternative sono tre:
1) suicidarsi
2) ridursi a larva
3) RISORGERE
poichè non credo esista al mondo persona per la quale valga la pena ammazzarsi o ridursi a vegetare, direi che l’unico punto da prendere in considerazione sia il “3”. Basta rivedere un attimo la scala delle priorità e liberare il proprio istinto di sopravvivenza (la fenice che c’è in noi), non dico sia cosa semplice ma è comunque l’unica strada da percorrere
arriverà…
sicuro…
Venere torna diretta…niente più retrogradazioni…
abbi fede!
Talvolta la parola si nasconde nelle parole e
pur non vedendo la luce del sole
ha pensiero e sostanza
nonostante la discrepanza.
Si sveglio, una mattina, su di un letto a due piazze.
Non era il suo, nonostante lo avesse sempre sognato.
Un moto di pudore la spinse ad abbassare la vestaglia risalita fin quasi al ventre.
Il fatto è che sopra la testiera del letto, un gigante, beatamente, dormiva.
Passato lo sconcerto, seppe di essere finalmente guarita.
ma che cazzo vuol dire?
Soprassiedo su alcuni commenti…
direi che questa è poesia pura. Complimenti
Stefano
opta per un assordante silenzio,
immergilo in un poema fatto di buio e vuoto,
il niente è una tagliente alabarda
TADS
sono io che sono niente
il sentirsi niente è la prova tangibile dell’esser qualcosa,
in ognuno di noi c’è una fenice
TADS
…dicono.
Ma non lo so se è vero. (la questione della Fenice, intendo) (che non mi si dica, poi, “Ma che cazzo vuol dire?”
“ma che cazzo vuol dire?”… a chi ti riferisci?
in conclamato annichilimento psico/fisico/sentimentale le alternative sono tre:
1) suicidarsi
2) ridursi a larva
3) RISORGERE
poichè non credo esista al mondo persona per la quale valga la pena ammazzarsi o ridursi a vegetare, direi che l’unico punto da prendere in considerazione sia il “3”. Basta rivedere un attimo la scala delle priorità e liberare il proprio istinto di sopravvivenza (la fenice che c’è in noi), non dico sia cosa semplice ma è comunque l’unica strada da percorrere
TADS
io chiedo scusa della mia scurrilità…
e confido
grazie e grazie