mi permetto di riportare il commento anche qui, “fuori” da fb. auspico farti cosa gradita.
[…]
S’arresta ed evade per vocazione
al rischio di un sincero amor santificato.
Non è terreno quello su cui camminiamo.
… terzina spiritualmente potente che unita all’ incipit di grande respiro per via di quel “A cielo aperto” messo significa profondamente il seguente opporsi del cancello chiuso che io leggo come corpo chiuso in corpi chiusi e spasmo carnalmente ostacolante nebbia per la mente se pure a pari passo. tutto sta nello snebbiare la sacra vocazione di ciascuna natura per la conoscenza che non è salda se ancorata al sentimento del corpo più che al sentire con esso tutto. senza recitarsi per specchi, senza paura di attraversare anche la terra. – mi piace non avere sentore di colpa e innocenza ma grande comunicazione estroversa – versi che hanno l’ ampiezza di una ricerca personalissima volta alta alla comprensione e compassione. – almeno io leggo così senza voler assumere l’ assoluta interpretazione -. grazie Francesca per la segnalazione e buon lunedì a te e ai tuoi ospiti qui. paola
cara paola :)
la tua analisi respira da sé, come se fosse bocca del testo, dandogli l’aria, che solo una lettura come sai fare tu, e capacita d’ossigeno l’aura di questo mio testo eterico, soprattutto… ed esoterico, se mi posso permettere, là dove lo spirito è nucleo fondamentale e fondante, accostato e paragonato alla mano, la presa, l’estremità ad accogliere tutto il mondo, ma anche mano del gioco, che è rischio e spasimo, sotto e sopra, simmetria dei contrari nell’arto e nel corpo mondo terreno e celeste… che si fondono in una stretta di mani, in un “sole giunto ai capitoli”, l’attimo che si attraversa quando giunge a noi l”Ora”….
che poi per ogni cielo aperto mille cancelli restino chiusi non è un mistero… perchè il cielo stesso è un mistero…
GRAZIE di cuore Paola
f.
mi permetto di riportare il commento anche qui, “fuori” da fb. auspico farti cosa gradita.
[…]
S’arresta ed evade per vocazione
al rischio di un sincero amor santificato.
Non è terreno quello su cui camminiamo.
… terzina spiritualmente potente che unita all’ incipit di grande respiro per via di quel “A cielo aperto” messo significa profondamente il seguente opporsi del cancello chiuso che io leggo come corpo chiuso in corpi chiusi e spasmo carnalmente ostacolante nebbia per la mente se pure a pari passo. tutto sta nello snebbiare la sacra vocazione di ciascuna natura per la conoscenza che non è salda se ancorata al sentimento del corpo più che al sentire con esso tutto. senza recitarsi per specchi, senza paura di attraversare anche la terra. – mi piace non avere sentore di colpa e innocenza ma grande comunicazione estroversa – versi che hanno l’ ampiezza di una ricerca personalissima volta alta alla comprensione e compassione. – almeno io leggo così senza voler assumere l’ assoluta interpretazione -. grazie Francesca per la segnalazione e buon lunedì a te e ai tuoi ospiti qui. paola
cara paola :)
la tua analisi respira da sé, come se fosse bocca del testo, dandogli l’aria, che solo una lettura come sai fare tu, e capacita d’ossigeno l’aura di questo mio testo eterico, soprattutto… ed esoterico, se mi posso permettere, là dove lo spirito è nucleo fondamentale e fondante, accostato e paragonato alla mano, la presa, l’estremità ad accogliere tutto il mondo, ma anche mano del gioco, che è rischio e spasimo, sotto e sopra, simmetria dei contrari nell’arto e nel corpo mondo terreno e celeste… che si fondono in una stretta di mani, in un “sole giunto ai capitoli”, l’attimo che si attraversa quando giunge a noi l”Ora”….
che poi per ogni cielo aperto mille cancelli restino chiusi non è un mistero… perchè il cielo stesso è un mistero…
GRAZIE di cuore Paola
f.