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Del mio
del tuo
che non fu mai nostro
ma della terra
su cui posavamo i piedi
per rincorrere l’idea di una normalità
scandita dal ticchettio sovrano
di una sveglia puntata in avanti
Forse che i minuti in avanzo
ci dessero il tempo di non contare.
E non contavamo
e non contiamo
per la semplice ragione
che non abbiamo i numeri.
Di solito mettiamo avanti l'orologio per non arrivare in ritardo.E' sempre una corsa contro e attraverso il tempo.Anche qui la terra sotto i piedi, il contatto che sembra necessario per controllare la nostra vita.Mi piace molto
non li abbiamo. i numeri… siamo, i numeri!…anche nell'armonia di una poesia come questa.
Interessante la tua poesia, originale.