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E’ verde viola rossa
la tua posa
sposa di un’idea
e vedova dell’immagine trascorsa
che scorre senza sosta
nei tuoi 1900 corpi di una vita
– 2000 soste di grazia
dall’infanzia di una fragola / al succo d’uva della senilità –
leggendo le lettere incise
sui marmi agli angoli delle strade
e incidendone le date
in un percorso sconnesso
dove il filo è l’ago che ti punse/
ti rese donna
di resa mai capace
se non nell’abbraccio
nella chiusa di una mano
che tace l’unghia
per graffio inciso
nel cielo
dall’ultimo quarto di una luna
che taglia lo spazio
in un sipario
aperto
fra le tue cosce
che sboccia
dal bianco al nero
fra la tua pelle e il sale
dell’unguento materno
di femmina che allatta
un universo di bocche mute
di verbo affamate
e lingue impronunciabili
roberto ha detto:
poi, su questa, ti dirò…