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[(Sono parentesi tonda
All’espressione quadra
Agra sosta muta
Alle cause dell’ora
Arco inclinato e volubile
Dove curva il senso omesso
Come un astratto afflato
Mi ripiega su se stesso
Flessa sulla soglia austera
Di una modalità retta
Resto china sul confine
Di un solido senso netto
Ripiego il mio miraggio
Su un raggio verticale
Ma il tratto del mio fluire
Più di tanto non sale
Ho solo pause mute
Alle cifre della catena
E piegata su me stessa
Alla cornice do la schiena
Potenza di un’incognita
Fuori dal mio anfratto
Mai cesso di contare
In segno misto e fratto
I numeri che il caso
Illogico ci addice
Stimano il mio valore
Sulla calcolatrice
Segno oscillante
Di una moltiplicazione
Che comunque darà uno 0
Al risultato dell’espressione)]
Vanno a milioni silenziosi e lesti ognun da solo
ma nella stessa direzione vanno siluri navigando stretti
perchè è sicura la mia barra del timone
sopra la schiuma appicicosa del piacere
scodinzolando alla ricerca di una meta
vanno e non sanno che sarà loro dovere
esser la coda di una liquida cometa
viaggiano in coro quando geme e parte l’onda
ma non conoscono al destino cosa preme
se del buon lattice farà loro da sponda
o dell’ormone una diga che conviene
ed ecco il salto il buio poi più niente
si chiedono a milioni che succede nel vuoto caldo
e oscuro del tuo ventre la piena dilagante del mio seme.
non ricordo che succedeva quando c'era un qualcosa appena fuori della parentesi *