I fiati affilati di guglie
ascendono a liriche soglie.
Di voglie in faville riarsi
in umidi morsi sparsi
catena di gocce scioglie
in punte di rocce le braci.
E tace nell’elica dei baci
la voce in nodi tra i sensi
che in brividi di marmo densi
scende sui palmi tesi
pallidi di soffitti stesi
in bianchi affreschi immensi
si scioglie la nota di un suono consueto la tromba di chet e un altro attimo è passato nel fiume del tempo un altro giorno ingannato proferendo parole amando la tua voce e quello che scrive